Nel caso aveste vissuto su un altro pianeta durante gli ultimi giorni, questo fine settimana l’epidemia di coronavirus scoppiata in Cina due mesi fa è finalmente arrivata in Italia: non è ancora chiaro chi ce l’abbia portata – il paziente zero non è ancora stato identificato – ma sono stati scoperti due diversi focolai a Codogno, in Lombardia, e a Vo’ Euganeo, nel padovano. Nel momento in cui scrivo ci sono 4 morti e 165 casi accertati, che fanno dell’Italia il terzo paese al mondo per contagi dopo Cina e Corea del Sud.
A livello politico ci si è subito mossi per prendere contromisure a tutela della salute pubblica. Sabato sera il governo si è riunito per un Consiglio dei ministri straordinario al termine dei quale è stato annunciato un decreto con una serie di misure per contenere il contagio, tra cui l’isolamento di 11 comuni (con circa 50mila abitanti) nelle zone dei focolai, e la possibilità di bloccare alcuni eventi pubblici in zone a rischio.
Nel frattempo però – complice anche una campagna mediatica estremamente allarmista ben esemplificata dal titolo di ieri di Libero: “Prove tecniche di strage” – nelle ultime 48 ore il paese è comprensibilmente entrato in modalità panico. Ecco alcuni esempi di questa isteria collettiva.
GLI AUDIO ALLARMISTI SU WHATSAPP
Le bufale diffuse su WhatsApp tramite note audio che pretendono di informare su qualche pericolo di cui i media non parlano sono una delle piaghe della società contemporanea e nascono quasi spontaneamente nei momenti di panico. Nelle ultime ore ne stanno girando almeno due: una in Lombardia e l’altra in Veneto.
Nella prima, ottenuta da Rolling Stone, un uomo che si presenta come un medico dell’ospedale Sacco di Milano dice che sta inviando il messaggio con un cellulare preso in prestito perché “il mio me l’hanno sequestrato qui in ospedale” e racconta di una decina di persone malate di coronavirus che sarebbero scappate e sarebbero in giro per Milano. La seconda invece racconta di “due ragazze ricoverate con il coronavirus” a Peschiera del Garda, consigliando di evitare di andare all’ospedale per limitare il contagio e di far girare l’informazione perché “più gente lo sa meglio è”. In questo caso l’autore dell’audio non dice di essere un medico ma di aver ricevuto la notizia da un medico “del reparto radiologia dell’ospedale di Peschiera”.
I SUPERMERCATI VUOTI A MILANO
Le misure straordinarie annunciate dal governo per limitare la diffusione del coronavirus hanno avuto una prima, immediata conseguenza nello spingere molte persone a fare scorte di beni di prima necessità per sicurezza. Dunque questo weekend non è stato raro vedere sui social immagini di file fuori dai supermercati o di interi scaffali vuoti, in particolare a Milano, mentre i media esteri parlano esplicitamente di “panico”.
L’AUMENTO DEL PREZZO DELLE MASCHERINE
Dunque i supermercati si svuotano e la gente si prepara a uscire il meno possibile per evitare il virus. Nel frattempo, probabilmente a causa del forte aumento della domanda nelle ultime 48 ore, su Amazon il prezzo delle mascherine chirurgiche – che, tra l’altro, servono a evitare di contagiare altri più che a prevenire il proprio contagio – è schizzato alle stelle passando in breve da 5 a 50 euro a confezione.
Una confezione di “mascherine chirurgiche”, normalmente in vendita su Amazon a 5 euro, in questi giorni è arrivata a costare 50 euro. E sembra che il prezzo continui ad aumentare.
Non è il Coronavirus che vi deve spaventare, ma il capitalismo. pic.twitter.com/Mqbr2sbaME— Nedox (@flpsq) January 31, 2020
LA “WUHAN ITALIANA”
Uno dei segnali più chiari dell’isteria collettiva è l’espressione Wuhan italiana usata da molti, a partire dal Corriere della Sera, per raccontare il focolaio di coronavirus a Codogno – sorvolando sul paragone tra un paese con 16mila abitanti e una megalopoli che ne ha 6 milioni. Un’espressione che non fa altro che aumentare la sproporzione tra quello che sta succedendo e la percezione di quello che sta succedendo, facendo tra l’altro pressioni su chi ha il compito di gestire la situazione perché prenda misure drastiche – come il governatore della Lombardia Attilio Fontana, che intervistato a Mezz’ora in più ha parlato dell’ipotesi di una quarantena generale a Milano dicendo che per ora “le condizioni non ci sono” ma che “se la situazione dovesse degenerare si può pensare a iniziative di questo genere”.
GLI SCIACALLAGGI POLITICI
Mentre gli italiani sono comprensibilmente spaventati, non mancano i tentativi di capitalizzare consenso politico sulle loro paure. Da una parte abbiamo il solito Salvini, che ieri a Non è l’Arena ha fatto praticamente un comizio attaccando il governo e chiedendo le scuse e le dimissioni di Conte perché “chi sbaglia deve pagare”, dall’altra abbiamo gli influencer di estrema destra (come Francesca Totolo del Primato Nazionale, rivista di CasaPound) che sfruttano l’emergenza per parlare di immigrazione e attaccare le iniziative del governo contro la sinofobia – nonostante l’emergenza coronavirus non riguardi l’Africa, dove c’è un solo caso confermato, e nonostante non si sappia ancora come sia arrivata in Italia la malattia, visto che non è stato ancora identificato il paziente zero.
Fase 1 gestione #coronavirus del #governorossogiallo
✔️abbraccia un cinese
✔️cena ristorante cinese
✔️non mettere in quarantena tutti quelli arrivati dalla Cina
✔️porti aperti nonostante quanto affermato dalla comunità scientifica africana
✔️dare dei “fascioleghisti” agli esperti— Francesca Totolo (@francescatotolo) February 23, 2020