La prima settimana della cosiddetta fase 2 sta volgendo al termine e le nuove disposizioni hanno già provocato il primo “caso”. Repubblica (e con lei diversi quotidiani) infatti ha pubblicato una serie di video e foto risalenti a ieri pomeriggio che mostrano i Navigli di Milano apparentemente pieni di gente, con molte persone senza mascherine (che in teoria sarebbero obbligatorie) o che non rispettano le distanze.
Come hanno fatto notare diverse persone, però, si tratta di foto e video quantomeno ingannevoli: per una questione di prospettiva le persone sembrano molto più assembrate di quanto non siano in realtà.
Ok, forse c'era molta gente. Mi sembra però palese che la missione di Repubblica sia diffondere notizie in un modo che si può solo definire A CAZZO.
Per farvi capire meglio le distanza, chiamiamo con A il ponte e con B la pianta rampicante. pic.twitter.com/Y5xOuShdV2— Massimo Fiorio (@dietnam) May 8, 2020
Nonostante questo, comunque, è innegabile che sui Navigli ci fosse gente – dopotutto chi non vorrebbe uscire di casa a farsi un giro dopo due mesi di lockdown? Com’è innegabile che chi era in giro senza mascherina abbia fatto qualcosa di sbagliato e di molto pericoloso per la salute pubblica. In ogni caso i video hanno fatto discutere e la reazione politica non è tardata ad arrivare, sotto forma di un video del sindaco di Milano Beppe Sala che ha annunciato un “ultimatum” alla cittadinanza, minacciando di chiudere di nuovo tutto, a cominciare dai Navigli e dalla possibilità di vedere prodotti da asporto (“e poi glielo spiegate voi ai commercianti”, ha detto).
La polemica sui Navigli ricorda molto le polemiche dei mesi scorsi su chi andava a fare jogging durante il lockdown. Se da una parte è chiaro che sarebbe consigliabile evitare per il bene di tutti, dall’altra è altrettanto palese che il problema della Lombardia – che continua a registrare centinaia di morti e migliaia di nuovi casi al giorno – non siano poche decine di persone sui Navigli ma qualcosa di ben più sistemico, che sta nel modo in cui la politica ha affrontato l’emergenza.