Qualche giorno fa, mentre cominciavano ad arrivare voci secondo cui Microsoft sarebbe interessata a comprare TikTok, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di voler “bandire” l’app di video di proprietà cinese dagli Stati Uniti per le preoccupazioni secondo cui il governo cinese potrebbe usarla per accedere ai dati degli utenti americani. Ma prima di commentare queste dichiarazioni bisogna tenere a mente che Trump fa un sacco di promesse, molte delle quali poi non diventano realtà.
Per esempio, solo a luglio, Trump ha promesso di 1) firmare un “piano completo di riforma sanitaria” entro la fine del mese (non l’ha fatto); 2) firmare un ordine esecutivo sull’immigrazione che includesse la possilbità di arrivare alla cittadinanza per i “Dreamers”, i bambini entrati illegalmente negli Stati Uniti (non ha l’autorità per farlo); 3) svelare una strategia “molto, molto potente” del governo per combattere il coronavirus (quando gli hanno fatto domande in merito in conferenza stampa ha risposto “lo vedrete” e ha terminato la conferenza stampa)”.
E nel caso di TikTok, c’è anche un’altra questione: non è chiaro se Trump abbia l’autorità di far rispettare un bando del genere. Secondo Axios, la minaccia di Trump a TikTok potrebbe avere effettivamente un seguito perché il Comitato sugli Investimenti Esteri negli USA “sta sottoponedo a scrutinio l’acquisizione dell’app americana Musical.ly da parte di BiteDance nel 2017 e la sua fusione con TikTok”. In risposta a queste minacce la ByteDance, proprietaria di TikTok, si è offerta di disinvestire dagli Stati Uniti e lascire che Microsoft prenda in carico la gestione dei dati degli utenti americani.
Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone USA