“Li seguo più delle serie turche ormai”. “Ma vedi tu se sono più in hype per la prossima puntata di una pubblicità piuttosto che la nuova stagione di Stranger Things”. “Voglio ‘sta serie su Netflix”.
Sono solo alcuni tra le centinaia di commenti comparsi sotto I creativi di Unieuro, la serie che racconta in 12 brevi episodi pubblicati progressivamente su YouTube e TikTok il lavoro dietro le quinte del reparto creativo di Unieuro.
I protagonisti della storia, infatti, sono Anna e Melo, la coppia di professionisti incaricata di rivoluzionare il canale Tik Tok dell’azienda per una nuova campagna social e il racconto è meta-narrazione a cavallo tra la serialità di Boris e i post dell’account Instagram Agenzia Stanca.
«È una di quelle cose strane sulla generazione Z che non capisco?», domanda a un certo punto Anna durante una conversazione surreale con due stagisti: uno di loro è travestito da tirannosauro, mentre l’altro si lancia in una rapida disamina del rapporto tra meme, dinosauri e Boomer.
Questa scena è una delle tante citazioni e auto-citazioni presenti nella serie: puntata dopo puntata, ricorrono personaggi visti in altre campagne di Unieuro, come per esempio il commesso Filippo o il già citato T-Rex, e sono tante, continue, le strizzate d’occhio a TV, cinema, talent show e altri fenomeni pop.
Ma è serialità verticale, in rigoroso formato 9:16, e veloce come imposto dalle piattaforme digital, dunque ogni singolo episodio dura meno di 60 secondi.
Tra ironici loop temporali da film di Christopher Nolan e classicissime supercazzole da Amici miei, l’obiettivo di Anna e Melo è catalizzare l’attenzione dello spettatore sul working progress del loro lavoro e rallentare, anzi frizzare per un minuto, lo scrolling infinito del pubblico di TikTok.
Scrollare è ovviamente uno dei termini ricorrenti degli episodi, in mezzo a una valanga di riferimenti tanto allo slang dei social quanto al tran tran quotidiano delle agenzie creative: il progetto è sempre “pazzesco”, ma la cringiata è perennemente in agguato.
«Il brief siamo noi», scrive infinite volte sullo schermo del laptop Anna e la mente di chi guarda vola verso il mattino che ha l’oro in bocca della macchina da scrivere di Shining oppure alla lavagna di Bart Simpson.
La serie I creativi di Unieuro riesce pienamente a giocare con il rapporto tra GenZ e generazioni incasellate dalle lettere dell’alfabeto precedenti, Y per i Millennial o X per quelli ancora più anziani.
Quando sbanca? Nel momento in cui arriva Gerry Scotti. Oltre Andrea Delogu e lo chef Edoardo Franco, tra le special guest che partecipano alla serie c’è infatti anche lo zio Gerry, volto storico della tv commerciale ormai diventato un idolo di Tik Tok.
Se non lo avete ancora fatto, date un occhio a I creativi di Unieuro: l’effetto binge watching è garantito, entrerete nel loop e non ne uscirete più.