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Il 12 e 13 giugno Urban Vision presenta la sua galleria d’arte diffusa con ‘URBAN HEART’

Milano, Roma, Napoli e Catania: queste le città che accoglieranno, dalle ore 19 del 12 fino alle 23:59 del 13 giugno, 'URBAN HEART', la prima esposizione collettiva di 21 videoartisti voluta da Urban Vision per guidare il suo "rinascimento urbano"
Urban Heart urban vision 2024

Foto: press

E se le città fossero una galleria d’arte a cielo aperto? Ok, in un certo senso in Italia già lo sono. Quando si tratta di arte contemporanea però, che attivi un dialogo con il presente e con le generazioni di artisti più giovani, spesso le cose non sono così. Da questa osservazione, e dalla convinzione che l’arte sappia modificare radicalmente la vita delle persone con cui viene a contatto, nasce URBAN HEART, il progetto di Urban Vision Group, la creative-tech media company leader nel settore dell’Out Of Home e nella rigenerazione urbana anche attraverso progetti di comunicazione creativi, che il 12 e il 13 giugno esporrà le opere di videoarte di 21 artisti su tutti i maxi digital led di Urban Vision a Milano, Roma, Napoli e Catania.

Credits: Simone Brillarelli

Occhi ben alti e sintonizzati, il palinsesto è questo: a partire dalle ore 19:00 di mercoledì 12 giugno fino alle ore 23:59 di giovedì 13 giugno, Urban Vision sospenderà la normale programmazione pubblicitaria dedicando tutti i suoi maxi digital led a un’esposizione senza precedenti, che mira a diventare un appuntamento a cadenza annuale e che ha riunito gli artisti coinvolti in una collettiva trasversale.

Per URBAN HEART non si sono infatti posti né temi né limiti alla creatività degli artisti, modus operandi che ben si sposa con la visione dell’arte per Urban Vision. Ce lo ha raccontato il Founder e CEO dell’azienda, Gianluca De Marchi, a cui abbiamo rivolto qualche domanda per farci raccontare il progetto.

Credits: Cy Tone

Da dove è nato lo spunto del progetto URBAN HEART?
Urban Vision Group è una creative-tech media company e l’idea è nata in modo quasi naturale: volevamo mettere la creatività e l’innovazione al servizio della rigenerazione degli spazi urbani, d’altronde la promozione del valore culturale è nel nostro DNA. Da tempo la videoarte è presente in maniera stabile nei musei, così ci siamo detti: perché non creare l’area espositiva più grande di sempre dove la videoarte possa vivere per le strade, sotto gli occhi di tutti? Ci piace sperimentare, spingere il limite, fare cose mai fatte prima, spettacolari: il nostro impegno è quello di creare e dare vita a progetti che possano contribuire a rendere possibili le città di domani, oggi.

L’arte, in questo obiettivo, si rivela un mezzo di espressione e cambiamento fortissimo da sempre. È così che nasce URBAN HEART, dove la parola HEART, cuore, contiene la parola ART, arte. Se è vero che le città sono organismi viventi attraversati da idee, scambi simultanei, e magnifiche contaminazioni, allora l’arte è senza dubbio quel cuore pulsante capace di propagare linguaggi, stratificarli e sedimentarli. L’arte plasma l’identità di una città. Sempre in divenire.

Foto: press

Qual è il senso del progetto nel panorama artistico contemporaneo? Di che cosa hanno bisogno oggi gli artisti per potersi esprimere appieno?
Questo progetto è una finestra, o meglio una serie di finestre aperte, spalancate all’individualità, alla creatività, alla libertà di espressione, a una conversazione sullo stato delle cose. Nel panorama artistico contemporaneo, URBAN HEART si pone a esempio di come le nuove tecnologie possano essere sfruttate per superare le barriere fisiche e culturali di accesso all’arte. Gli artisti oggi hanno bisogno di piattaforme in grado di offrire visibilità e interazione con un pubblico diversificato e globalizzato, oltre alla libertà creativa di esplorare e sperimentare senza limitazioni economiche o di spazio.

Il progetto si lega al concetto di “rinascimento urbano”: che cosa vuol dire questo per Urban Vision, e che ruolo vi gioca l’arte?
Per Urban Vision, “rinascimento urbano” significa rivitalizzare e re-immaginare gli spazi urbani come luoghi di creatività e innovazione attraverso esperienze immersive, interattive e spettacolari, ma che abbiano sempre come fine l’inclusione e il benessere delle persone. Penso a progetti recenti come le cabine digitali, prodotte in collaborazione con TIM: consentiranno di accedere in maniera personalizzata a servizi di pubblica utilità e infotainment anche alle persone con disabilità motorie, barriere linguistiche o visive. Penso ai tanti progetti di carattere sociale di cui siamo sostenitori, ma anche a URBAN STAGE, una nuova dimensione del vivere la musica, dove i nostri maxi digital led si attivano a supporto di eventi spettacolari e live, accorciando le distanze tra pubblico e artisti. Nel caso di URBAN HEART, l’arte gioca un ruolo fondamentale, agendo come catalizzatore di cambiamento sociale e culturale e come strumento per stimolare la riflessione e il dialogo.

Credits: Megan Volpe

Quanto è importante aumentare la fruibilità dell’arte, oggi?
Si dice che l’arte riesca a trasformare radicalmente la vita di una persona perché ha la capacità di attivare esperienze capaci di mutarla in altro. Rendere l’arte accessibile è qualcosa che ci sta a cuore, poiché significa anche promuovere la sostenibilità sociale attraverso la rappresentazione della diversità e dell’inclusività nel discorso culturale.

C’è stato un filo conduttore per i progetti degli artisti?
Abbiamo voluto lasciare gli artisti liberi di esprimersi, senza vincoli, come sempre dovrebbe essere, ed è straordinario come le tecniche e i mezzi espressivi utilizzati siano stati sempre unici, personali. Allo stesso tempo, i temi trattati sono stati universali, e molto attuali: dall’inclusività e diversità alla parità di genere, dall’ambiente all’assurdità della guerra e alla grandezza dell’amore, passando per il rapporto tra essere umano e Intelligenza Artificiale.

Al netto di questo, tutte le opere ricercano la bellezza, la usano come arma per sublimare i contrasti che mettono in scena. Con pochi tratti sanno sbarazzarsi con leggerezza del contingente, lo elevano, lo portano nel “luogo” dell’immaginazione. Questo perché immaginazione, creatività e arte saranno sempre forze potentissime, in qualsiasi contesto storico.

Credits: Riccardo Franco

Le opere coinvolte nel progetto troveranno poi un’altra collocazione “museale” fissa?
Il progetto URBAN HEART è concepito come un’esperienza dinamica, specificamente legata al contesto urbano, al qui e ora: non è prevista una collocazione museale, ma la documentazione delle opere sulle piattaforme Urban Vision, così che restino a testimonianza di questa due giorni senza precedenti nel nostro panorama creativo. Inoltre, il nostro desiderio è che URBAN HEART possa diventare un appuntamento annuale fisso, un momento di incontro diverso tra le persone e le città.

Ecco l’elenco completo degli artisti e delle opera partecipanti alla prima edizione di URBAN HEART:

Alessandra Breviario, È incidente
Florencia S.M. Brūck, AI Opulence
Simone Brillarelli, Populous – Flores No Mar featuring Emmanuelle
Cy Tone, Inhale / Exhale / Inspire / Create
Alberto Maria Colombo, Study of Facial Expressions No.5
Jolanda Fiaré, Revolution
Riccardo Franco-Loiri, Botanica-Binaria
Nina Groff, Still Dancing
Lorenza Liguori, Mother Nature
Francesca Lolli, Run, Baby!!
Tommaso Ottomano, Choral Kiss
Anna Paladini, Fragile
Bennet Pimpinella, Romborama
Robotina, Farah – The Only Ones
Donato Sansone, Cobalt
Martina Scarpelli, A Little too Much
Karol Sudolski, Memories 18-24
Anderson Tegon, Human Hearts
Virgilio Villoresi, Fine: The Birth, Life, and Death of a Soldier (As Painted on Hand)
Megan Volpe, AI Love
Martina Zena, Same Soul

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