La scarpa che divide il web: la sneaker 3D di Servati | Rolling Stone Italia
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La scarpa che divide il web: la sneaker 3D di Servati

Dal cuore del distretto calzaturiero pugliese, un connubio di tecnologia e artigianato ridefinisce le regole del design e della sostenibilità. Le sneakers Servati non sono solo scarpe: sono una dichiarazione di intenti per chi non ha paura di sognare in grande

servati

Foto: press

Ha destato piuttosto scalpore la scelta di Servati di applicare una delle ultime frontiere dell’artigianato internazionale – la stampa 3D – al mondo identitario delle sneaker. Il brand pugliese, infatti, ha introdotto una scarpa provocatoria che non vuole solo essere un prodotto, ma una storia che racconta un cambiamento in corso: una provocazione costruttiva che sfida le convenzioni e riscrive le regole del lusso contemporaneo.

Queste sneakers Servati sono più di un accessorio: sono una dichiarazione di intenti. Ogni dettaglio – dalla tomaia cucita con precisione artigianale senza l’uso di colle, alla suola innovativa progettata attraverso una tecnologia brevettata –  testimonia l’equilibrio tra l’avanguardia tecnologica e la tradizione del Made in Italy. Nate nel cuore del distretto calzaturiero di Casarano, queste scarpe rappresentano un punto di rottura, una dimostrazione di come l’artigianato e l’innovazione possano coesistere per creare qualcosa di radicalmente nuovo. Un equilibrio perfetto, ma rivolto palesemente al futuro.

Le Servati non sono per tutti, e non vogliono esserlo. Il loro design futuristico ha creato un dibattito acceso sul web: da una parte, gli entusiasti che le vedono come un capolavoro tecnologico, dall’altra i critici che le ritengono troppo estreme per la moda attuale. Ma è proprio questa divisione a rendere Servati così speciale. «Ogni innovazione audace incontra delle resistenze», afferma Marco Primiceri, co-fondatore e designer del brand. «Ci rivolgiamo a chi non ha paura di rompere gli schemi, a chi crede nel potere delle idee rivoluzionarie».

In un mondo alla costante ricerca di nuove forme di espressione, ossessionato dalla nuova grande idea e che non vuole giustamente restare inchiodato nel presente, Servati si posiziona come un pioniere. La sua estetica non convenzionale ridefinisce i confini del lusso, portando le sneakers a un nuovo livello, non solo come prodotto, ma come simbolo di un cambiamento inevitabile.

Oltre al design, l’approccio di Servati è profondamente radicato nella sostenibilità. Le loro sneakers non solo si distinguono per l’innovazione formale, ma per la loro visione circolare. Attraverso il concetto di “design for disassembly,” ogni parte della scarpa può essere smontata e riciclata a fine vita, riducendo quasi totalmente lo spreco. Si tratta del Boomerang process che consente ai clienti di restituire le scarpe che vengono riciclate per essere riutilizzate nella produzione futura. Un vero e proprio manifesto di sostenibilità, in cui la moda diventa un alleato dell’ambiente.

Dietro le Servati c’è un sogno ambizioso, nato dalla visione di Matteo Di Paola e Marco Primiceri, due giovani imprenditori pugliesi. La loro “factory del futuro” a Casarano è il cuore pulsante del progetto, un luogo dove la tecnologia d’avanguardia – con oltre 15 stampanti 3D e l’uso di software di intelligenza artificiale – si fonde con l’ingegno umano per creare un prodotto unico. Qui, la personalizzazione diventa realtà grazie a scanner 3D e laser di precisione, portando l’artigianato italiano verso nuove frontiere. Servati non vuole essere solo un marchio di scarpe, ma rappresentare una visione audace dei modi in cui il fashion possa evolvere aprendo nuovi orizzonti. In un momento storico in cui la tecnologia sembra spesso minacciare il valore dell’artigianato, Servati ci dimostra che i due mondi possono coesistere e, anzi, rafforzarsi a vicenda.

In fondo, la vera domanda non è se il mondo della moda sia pronto per le Servati, ma se noi siamo pronti per il futuro che queste sneakers rappresentano.