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Lumière Project vince il premio per il miglior metaverso con ‘The house of Kenzo Takada’

Al 25° festival della TV di Luchon l’innovativa start-up con base a Hong Kong dimostra le possibilità del metaverso grazie a un lavoro di squadra con lo sguardo rivolto al futuro

La moda è un universo in continua espansione. Ogni brand non esprime solo uno stile e non produce solo una linea di abiti più o meno in linea con lo spirito del tempo ma costruisce un proprio mondo, un vero e proprio universo di significati che abbracciano anche la cultura e la filosofia. Per questo il connubio tra moda e innovazione è sempre più stretto: le maison che affrontano le sfide sempre più complesse della contemporaneità con uno spirito dirompente e uno slancio verso il futuro sono destinate ad avere sempre un vantaggio sui competitor. Non solo per quanto riguarda la tecnica, la foggia degli abiti, la scelta dei tessuti. No. Parafrasando una grande massima sportiva: chi sa solo di moda non sa niente di moda.

Kenzo è sicuramente uno dei brand che più di tutti si è sempre posto come sfida quella di attraversare il contemporaneo imprimendo una propria visione del mondo chiara e decisa. In linea con la filosofia del suo fondatore, Kenzō Takada. Per questo quando si è trattato di pensare a un documentario sulla sua vita, l’azienda non si è limitata a un semplice film. Ma ha attraversato gli steccati approdando direttamente nel metaverso. Kenzo Takada: Living the Dream ha sperimentato nuove vie sia per la distribuzione – virtuale – sia per il finanziamento, costruendo una serie esclusiva di NFT, digitali e fisici, come vi avevamo raccontato qui.

The House of Kenzo Takada, il metaverso in cui questo documentario si muoveva, è nato dalla collaborazione tra l’innovativa start-up Lumière e Decentraland, K3, Mar Vivo, RS Productions, Holdex, Yona Labs e Animoca Brands. L’obiettivo è stato quello realizzare il primo metamarket (Lumiverse) legato a un’opera audiovisiva sostenendo, infatti, la promozione e il finanziamento del film.

Un progetto che ha convinto davvero tutti perché Lumière ha vinto in questi giorni il premio per il Miglior Metaverso al 25° festival televisivo di Luchon, in Francia, tenutosi dal 31 gennaio al 5 febbraio. A Patrice Poujol, il CEO di Lumière, è andato come premio un autentico NFT dal titolo Timeless, realizzato dall’artista mauriziano Rashley Sanyasi.

Nelle parole del CEO di Lumière, Lumiverse «permette di ingaggiare l’audience in maniera più accattivante e duratura, consentendo ai fan di interagire ad un meta-livello e, parallelamente, crea nuove opportunità di finanziamento e guadagno per gli operatori dell’industria audiovisiva». Giovanna Grazosi Casimiro di Decentraland, invece, aggiunge che «il metaverso è aperto a qualsiasi tipo di attività artistica, ciò che richiede è creatività e collaborazione. È stato un incredibile onore lavorare con Kenzo e Lumière per portare la loro vision nel metaverso, e siamo onorati di essere tra i co-destinatari di questo prestigioso premio.» Mentre per Motoki Tani di Animoca Brands – che nel progetto ha investito – vede nel metaverso la possibilità di «costruire un nuovo Internet, il Web3, che sia più inclusivo e culturalmente ricco.» Mattia Lecchi di RS Productions ribadisce la riuscita collaborazione con Lumière «iniziata con il nostro programma di accelerazione “immediate”, e che ha già dato luce a progetti internazionali altamente innovativi.»

Lumière ci permette di guardare uno stralcio di futuro e coglierne le sue infinite possibilità. Oggi con un marketplace in cui muoversi con prodotti audiovisivi innovativi. Un domani chissà. L’importante è cogliere la sfida e essere i migliori interpreti possibili dello spirito del tempo.

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