È nata una stella
Nato a Strasburgo nel 1948, Mugler si trasferisce nel 1970 a Parigi e inizia a lavorare come vetrinista. Ma nel tempo libero già disegna quelle che diventeranno le sue inconfondibili creazioni. La prima linea di abbigliamento, che chiama Café de Paris in omaggio alla città diventata la sua casa, è del 1973, mentre il brand vero e proprio nasce nel 1975. Già s’intravedono quelli che diventeranno i suoi “temi” portanti: l’ispirazione manifesta al cinema e alla cultura USA, il vitino “a vespa” che riprende quello delle classiche pin-up, e un mix che è insieme ipersessualizzato e stilizzatissimo. «Quando ero bambino non riuscivo ad accettare il mondo che mi circondava. Sognavo di crearne uno della mia misura, uno tutto per me»: è una delle frasi più note di Mugler, e non serve aggiungere altro.
Diana Ross (e le altre muse)
La prima cantante-attrice a lasciare il segno su una passerella di Thierry Mugler è stata Diana Ross. Era il 1991, in piena “Era Supermodel”: le dive del fashion erano le indossatrici, non certo le star del cinema e della musica. Fu Naomi Campbell a convincere Ross a debuttare in passerella. «Mi disse: “Vuoi fare la modella o no?”, e io risposi: “Sì!”», raccontò tempo dopo Diana. «Lei replicò: “Bene, allora mettiti i vestiti e vai! Thierry ti ha dato questo outfit, l’ha pensato per te, tu sfilerai su quella passerella e lo farai tuo!”. E io l’ho fatto mio». Negli anni, sono state tante le icone della musica passate sotto “le mani” di Mugler: da Madonna con i suoi signature-bustier a Janet Jackson, fino a Beyoncé, per cui il designer ha pensato i look del tour I Am… nel 2009. L’ultima protégée di Mugler è stata Cardi B, che ai Grammy del 2019 ha indossato l’abito originale ispirato alla nascita di Venere, preso direttamente dalla celebratissima collezione autunno/inverno ’95-’96.
Il profumo cult
A farlo assurgere definitivamente allo stardom della moda globale è stato, nel 1992, un profumo. Anzi, il profumo, tra i più venduti di sempre. Angel, nato dalla collaborazione del designer con Clarins e contraddistinto dalla boccetta a forma di stella, è la fragranza che lo consacra, seguìta, tredici anni dopo, dall’altrettanto fortunato Alien. La prima a “interpretare” la campagna pubblicitaria di Angel è stata l’amica e musa Jerry Hall, a cui nel tempo hanno fatto seguito nomi come Naomi Watts e Eva Mendes. Gli eau de toilette firmati Mugler fecero un tale boom che, nel 2003, il designer decise di abbandonare il settore dell’abbigliamento per dedicarsi solo ai profumi. E puntare, in un modo o nell’altro, all’immortalità: «I profumi non devono riguardare la moda, perché significa che altrimenti un giorno passeranno… di moda».
Il rapporto (indecente) col cinema
«La moda è un film: ogni mattina ti vesti ed è come se dirigessi te stesso». È la dichiarazione di Mugler che evidenzia il suo rapporto strettissimo con il cinema. Non solo quello con le dive che ha vestito nel corso degli anni: la sua musa hollywoodiana è stata Sharon Stone, per cui ha creato look indimenticabili. Ma anche i “segni” lasciati sullo schermo: un vero défilé di Thierry Mugler è finito in Prêt-à-porter di Robert Altman (1994), ambientato nel mondo della moda parigina; mentre il vestito disegnato da Mugler rimasto un cult di celluloide è quello indossato da Demi Moore in Proposta indecente di Adrian Lyne (1993). C’è forse titolo migliore per definire questa relazione pericolosa tra lo stilista e la Settima Arte?
Kim Kardashian al Met Gala 2019
L’ultimo momento stracult legato a Thierry Mugler è l’apparizione di Kim Kardashian al Met Gala del 2019. Mugler è ormai “fuori servizio”, ma l’incontro con la regina delle influencer (sì, lo sappiamo, chiamarla così è riduttivo) segna un’uscita di scena davvero epica. L’ispirazione per il look proposto da Kim sul red carpet della mostra Camp: Notes on Fashion è Sophia Loren nel film Il ragazzo sul delfino (ancora cinema), ma la resa è insieme citazionista (di sé stesso) e ultra-contemporanea. Kim è una novella maggiorata che esce dalle acque, con un effetto nude e i cristalli che fanno l’effetto delle gocce sulla pelle, e il solito vitino “a vespa” che definisce lo stile del designer. Kanye West rimira la (allora) moglie, e con lui tutto il mondo si ferma a guardare.