Timberland Construct: 10061, un progetto senza confini | Rolling Stone Italia
Moda

Timberland Construct: 10061, un progetto senza confini

Un gruppo di designer e esperti di moda, capitanati da Daniel Bailey di Concept Kicks, ha rivoluzionato il modo di intendere alcuni dei boot più iconici di Timberland

Una delle suole del progetto Construct di Timberland

Una delle suole del progetto Construct di Timberland

Construct: 10061 è un nuovo progetto di Timberland, che vuole cambiare il modo di pensare la costruzione della scarpa. Se sembra ambizioso, è proprio così. Lo scorso autunno, un team di designer selezionati da Daniel Bailey di Concept Kicks è partito per la Repubblica Dominicana, dove, affiancati da alcuni dei migliori artigiani dello stabilimento Timberland, hanno ripensato alcuni modelli iconici, concentrandosi sul mitico yellow boot.

Alla squadra, che ha coinvolto nomi emergenti e icone dello streetwear, come Jeff Staple, è stato dato il compito di interpretare il tema #BootsBeyondBorders.

Abbiamo incontrato Daniel Bailey all’ultimo White Street Market di Milano, dove è stata presentata la prima call to action del progetto.

Welcome to Timberland Construct: 10061

Com’è nato questo progetto?
Timberland mi ha contattato l’anno scorso perché erano interessati a far concentrare la design community su di loro, in particolare sullo yellow boot, uno dei modelli più iconici. Ho proposto due cose: condividere il progetto con altri designer e artisti, selezionati da me, con una buona conoscenza del prodotto e andare direttamente alla fonte, nelle fabbriche a lavorare. La parte estetica è legata alla funzionalità, è una conseguenza.

Come ti sei trovato a collaborare con un brand così importante?
Sono un designer indipendente, molte volte non hai grandi budget a disposizione. Onestamente, non mi era mai successo di avere una libertà così totale. Timberland si è presa un bel rischio, ma fortunatamente tutti abbiamo lavorato bene. In questo progetto sei più vulnerabile, di solito vedi la collezione finita, mentre qui scopri tutto il making of delle cose, il processo creativo…

A proposito di rischi, è andato tutto bene tra di voi?
Onestamente la chimica tra di noi è stata incredibile! Sono stati coinvolti nomi molto diversi, dai più giovani ai più esperti, ma tutti sono riusciti a tenere a bada il loro ego. Tutte le idee di tutti sono state portate allo stesso livello.

E com’è andata con gli artigiani delle fabbriche?
Timberland praticamente ha un villaggio completo, non è solo una fabbrica. È stato un processo molto delicato, non sapevamo se loro avrebbero abbracciato il processo. Invece, alla fine, sono stati loro a darci dei suggerimenti, a spronarci a sperimentare ancora di più perché conoscevano meglio il prodotto.

L’operazione ha anche un risvolto etico, di globalizzazione spontanea, di abbattimento dei confini…
Il mondo sta andando in quella direzione, fa parte di quello che facciamo. Abbiamo coinvolto persone da tutto il mondo, che non parlavano neanche la stessa lingua. All’inizio avevamo dei traduttori, ma poi non sono più serviti. Quando lavori insieme sei uguale, non importa da dove vieni o chi sei.