Napoli Centrale, come la principale stazione ferroviaria della Campania: è proprio così che si chiama la band che, a metà degli anni Settanta, contribuì più di chiunque altro a cambiare radicalmente la musica napoletana, giocando con la contaminazione fra i generi e offrendo al mondo un sound, un racconto, una visione della città ben lontani dagli stereotipi.
Le stazioni sono punti di arrivi e partenze, posti di incontri e scambi tra culture diverse e stili di vita differenti: non poteva dunque scegliere altro nome per il proprio gruppo il sassofonista James Senese – figlio di una donna napoletana e di un militare afro-americano – che nel 1975, con l’omonimo album Napoli Centrale e un all’epoca inedito mix di jazz, rock, tammuriate e musica africana, accese il cosiddetto Neapolitan Power.
Ondata musicale e corrente culturale, il mai sopito Neapolitan Power fa sì che tutt’oggi la scena di Napoli sia riconosciuta come una delle più vivaci in Italia: stando ai dati forniti da una ricerca commissionata da Trainline, app leader nella prenotazione di treni e pullman, il 14% degli interpellati ha indicato proprio il capoluogo campano come città “preferita” per quanto riguarda la musica, dietro Milano e Roma, sì, ma prima di Bologna e Torino.
E certamente questo dato sarà in ulteriore crescita dopo l’exploit sanremese di Geolier: ormai, quella del rapper è la voce napoletana più famosa d’Italia e i 3 concerti in programma a giugno allo stadio Maradona, tempio napoletano dello sport e dell’entertainment, lo incoroneranno definitivamente Re di Napoli.
Il tour estivo di Geolier è uno degli appuntamenti più attesi della stagione e potrebbe essere un’ulteriore occasione per esplorare Napoli e i suoi mille culure musicali, per citare il compianto Pino Daniele, altro eroe del Neapolitan Power.
Prendo il treno e torno a casa, cantava Pino Daniele in Back Home e sembra davvero che il treno sia il mezzo preferito per chi viaggia da queste parti perché, stando ai dati di Trainline nel Travel Trend Report 2024, la tratta veloce Roma-Napoli è stata quella che nel 2023 ha registrato il maggior numero di passeggeri.
E se l’anno scorso oltre 8 italiani su 10 hanno confermato di apprezzare l’esperienza del viaggio in treno e per il 94% i ricordi di un viaggio sono indissolubilmente legati alla musica del posto, be’, voci e canzoni di Napoli sono un tutt’uno con la città e la fermata alla Stazione Centrale è quindi d’obbligo.
Girando per il centro storico, i volti di chi ha cantato Napoli sono ovunque, dalle statuette del presepe in via San Gregorio Armeno (da Nino D’Angelo a Geolier passando per Pino Daniele, Gigi D’Alessio, Clementino… ci sono davvero tutti, pronti a festeggiare il Natale) alle opere di street art sui muri di strade e vicoli.
Ecco, il centro di Napoli non è proprio il posto più ospitale per le auto, dunque arrivarci in treno, oltre che una scelta rispettosa per l’ambiente, è anche quanto di più pratico si possa fare, pronti a fare lunghe e sorprendenti passeggiate con la musica locale nelle orecchie.
Passeggiando appunto nel cuore di Napoli, in vico dei Panettieri c’è l’opera dedicata a Pino Daniele realizzata dallo street artist TvBoy e poco distante, in piazza Gerolimini, troviamo la Madonna con la pistola di Banksy, unico suo lavoro in Italia, qui protetto dal plexiglass. Ora, è vero che l’identità dell’artista di Bristol è misteriosa e resterà tale speriamo per sempre, ma seguendo questa strada c’è uno stuzzicante legame con la musica napoletana.
Karmacoma, The Napoli Trip è infatti il titolo di una canzone frutto della collaborazione tra i Massive Attack, band di punta della scena trip-hop di Bristol degli anni Novanta, e gli Almamegretta, gruppo di culto napoletano. Tra le varie leggende che girano sul vero volto di Banksy, ce n’è una che assocerebbe l’artista in incognito a Robert Del Naja dei Massive Attack che comunque, sia lui Banksy o meno, è un accanito tifoso del Napoli in quanto figlio di un napoletano.
E parlare di un artista senza volto e canzoni in dialetto ci porta dritti dritti al principale artefice dell’ennesima new wave napoletana: l’incappucciato Liberato. Chi arriva in città, può rivivere l’atmosfera poetica dei suoi video girati dal regista Francesco Lettieri: in Partenope ci sono i palazzi nobiliari del centro storico di Napoli e il palazzo Doria d’Angri si vede anche nel video di Anna.
E nel video che sta all’origine del mito Liberato, ossia Nove maggio, uscito nel 2017, scorrono le immagini di Piazza Grande, del murales dedicato a Maradona nei Quartieri Spagnoli, delle rampe panoramiche di Pizzofalcone e così via.
Poggioreale, Forcella, Bagnoli e Posillipo sono invece alcune delle location dell’ultima stagione di Mare Fuori, serie tv che ha ulteriormente rilanciato Napoli nell’immaginario pop contemporaneo, legandosi strettamente alla musica: Origami all’alba, sia nella versione di Matteo Paolillo che in quella di Clara, e in generale la colonna sonora di Mare Fuori a partire dalla sigla, sono stati un successo clamoroso, diventando veri e propri tormentoni per i teenager e non solo.
E se restiamo in ambito di ciak si gira, un altro lavoro che ha recentemente portato Napoli su grandi e piccoli schermi è Mixed by Erry, il film di Sydney Sibilla che racconta l’epopea di una famiglia di falsari di musicassette negli anni Ottanta. Anche in questo caso, potete divertirvi a cercare tutte le location dove è stato girato il film, ma attenzione: la sede originale del negozio non era in piazza Mercato come visto al cinema, bensì nel quartiere Forcella, vicino la chiesa di Sant’Agrippino.
Nel 2023, secondo i dati della ricerca commissionata da Trainline, un italiano su 3 ha fatto un viaggio per immergersi nella scena musicale di una città. Se fate parte di questo 31%, questa la percentuale precisa, sappiamo bene che in cima alla vostra to do list ci sono sicuramente un paio di cose: negozi di dischi e concerti.
Per quanto riguarda i primi, vi suggeriamo Tattoo, nel pieno centro storico, con i vecchi 33 giri esposti in piazzetta Nilo (proprio a due passi da una storica pizzeria); Oblomova Music Shop, in via San Sebastiano, al piano superiore di un negozio d’abbigliamento e accessori hand-made e usati; infine, più distante, la Fonoteca al Vomero, dove si può anche bere e mangiare dopo aver partecipato magari alla presentazione di un album.
E per la musica live? Ci sono la Casa della Musica presso il Palapartenope, l’Auditorium Novecento e il Duel Club a Pozzuoli, solo per citare alcune location per concerti. E poi locali e club più piccoli come il Bourbon Street Jazz and Spirit Bar, oppure il Bibendum e il Kestè. Date un occhio ai rispettivi calendari e troverete musica per le vostre orecchie e pane, anzi pizza per i vostri denti.
Sempre nel centro storico di Napoli c’è il Laboratorio Occupato Ska, una delle sedi ormai storiche della contro-cultura locale, mentre l’Officina 99 nel quartiere di Poggioreale è il centro sociale che negli anni Novanta ha visto nascere i 99 Posse, anche loro assoluti protagonisti di quella staffetta che ha passato il Neapolitan Power di mano in mano – o meglio: di microfono in microfono, dai Napoli Centrale a Geolier.
Che durante il vostro viaggio in treno ascoltiate nelle cuffie le favole rock & roll di Edoardo Bennato, il rap dei Co’ Sang o il funk anni Settanta oscuro della compilation Napoli Segreta, ci permettiamo di suggerirvi qualche libro da leggere per immergervi nel clima musicale napoletano, in attesa dell’arrivo a destinazione: Vesuvio Pop, la nuova canzone melodica napoletana, dedicato al fenomeno dei neo-melodici dopo Nino D’Angelo; Africani, Marocchini, Terroni, che racconta la storia degli Underage, uno dei primi gruppi punk-hardcore napoletani; e infine il più trasversale volume The Passenger – Napoli con un bel capitolo incentrato sul rapporto della città con la musica nera.
E vi consigliamo anche di comprare il biglietto per il vostro prossimo viaggio utilizzando Trainline, l’app che permette di acquistare velocemente biglietti di treni e pullman, offrendo le migliori tariffe tra 270 compagnie in oltre 40 paesi. Prossima fermata: Napoli Centrale.