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Quanto guadagna un cantante attraverso le piattaforme streaming

In un mondo in cui i conteggi dei dischi fisici non si fanno più, abbiamo provato a tirare le somme. Spoiler: serve quasi una laurea
Piattaforme streaming

In un mondo in cui vendere dischi non è più una metrica di cui tenere conto per misurare il successo dei cantanti più in voga, lo streaming e tutto ciò che ruota attorno a esso è il riferimento a cui gli artisti guardano per capire quanto stiano andando bene le cose per loro e anche uno dei modi diretti di passare all’incasso. I concerti restano la grande fonte di introiti per i cantanti, ma tutto il resto dipende soprattutto da quanto riesci a farti ascoltare. Non tutti gli stream però sono uguali, anzi: le varie piattaforme –utilizzate in sicurezza attraverso una VPN per l’Italia – hanno mezzi, selezione e soprattutto rilevazioni che cambiano in maniera radicale, portando più o meno soldi nelle tasche degli artisti. A tal proposito ExpressVPN ha raccolto un po’ di dati curiosi e utili per comprendere cosa c’è dietro il gesto ormai naturale che tutti compiamo quotidianamente quando premiamo “play” sullo schermo dello smartphone.

Nessuno paga più di Apple Music, ma poi le percentuali di conversione…

Il primo dato di cui bisogna tener conto è quello che serve per “validare” uno stream: 30 secondi di ascolto minimo, senza quelli non parte neanche il contatore del numero di persone che hanno riprodotto un brano. Fatto quello poi, bisogna accumularne un bel po’ per iniziare a portare a casa un po’ di quattrini. Come riferimento abbiamo preso il numero di stream necessari per arrivare a incassare un euro (cifra che useremo come esempio), dato che varia sensibilmente tra le varie piattaforme – anche con una forbice di cinque volte guardando agli ordini di grandezza. Si parte infatti da Apple Music, il più generoso di tutti che con “soli” 112 ascolti permette di mettere insieme un euro (non illudetevi, poi vi spieghiamo come viene distribuito), mentre su Amazon Music ne servono 278, su Spotify 334 e su YouTube addirittura 667 – giocando inevitabilmente sul fatto che, essendo gratuito, il bacino di utenza sia teoricamente illimitato.

Non è finita qui però, non si fa fattura facendo una semplice moltiplicazione, ma tenendo conto del fatto che le varie piattaforme, nel momento in cui l’artista raggiunge la soglia simbolica di un euro, non arrivano a corrispondere totalmente quella cifra al cantante. No, la gestione di quella parte di ricavi infatti prevede che ognuna delle piattaforme coinvolte abbia un tasso di conversione diverso: in che senso?

Le piattaforme “splittano” in percentuale quel guadagno, cedendo alla casa discografica o a chi detiene i diritti della canzone una parte dell’incasso dagli stream. Anche in questo caso, essendo aziende private, le varie piattaforme fanno una divisione soggettiva di tale ammontare: si va da Apple Music che elargisce “soltanto” il 52% del ricavo all’artista (o 52 centesimi, tenendo conto della metafora relativa al singolo euro guadagnato di prima) fino a Spotity che porta questa quota al 70% – la piattaforma in questo senso più generosa nei confronti dei cantanti. Insomma: una volta fatti registrare grandi numeri di stream, la fetta della torta che arriva agli artisti è davvero molto ridotta.

Quali sono le altre fonti di guadagno per un cantante

Da dove arrivano però altre potenziali entrate per gli artisti? Come guadagnano? Queste alcune delle altre fonti di cui bisogna tenere conto:

– Album/Disco fisico 20 %
– Concerti/Esibizioni live 30 %
– Merchandising 10%
– Sponsor 30 %
– Social Network 10 %

Ormai quindi per tutti i cantanti diventa cruciale la capacità di incidere e riuscire a penetrare nelle abitudini dei propri ascoltatori su tutte le piattaforme: convincere gli sponsor a legare il marchio alla musica è una delle chiavi, così come l’idea che i social network che per miliardi di persone restano uno svago, per alcuni diventano la principale fonte di reddito. Anche se nella vita fanno i cantanti: un destino strano, certo, ma che intreccia il suo percorso con le potenzialità di un 2023 che offre decine di canali diversi per andare a prendersi un po’ di riconoscibilità.

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