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Roy Paci racconta la sua Palermo: “Una città d’avanguardia come Berlino”

Il musicista siciliano intervistato da Nicolò De Devitiis per Truly Unique People by Ploom, una serie di talks organizzati da Ploom in collaborazione con Rolling Stone
Roy Paci

«La tromba è stata una folgorazione, alla Blues Brothers». Roy Paci parte da questo strumento musicale per raccontare la sua storia, la sua carriera. Tutto grazie ai propri genitori, entrambi contadini ed entrambi amanti della musica, che hanno trasmesso al figlio una passione che ha cambiato radicalmente la sua vita.

Perché nato ad Augusta, in provincia di Siracusa, per amore della musica Roy Paci ha iniziato a girare il mondo: «A 19 anni me ne sono andato, la mia prima tappa è stata Montevideo in Uruguay. Poi sono tornato in Italia, prima a Firenze e dopo a Torino dove ho cominciato a suonare con gruppi come i Persiana Jones e i Mau Mau».

E dopo tante esperienze artistiche, dalle marce funebri siciliane della sua Banda Ionica alle collaborazioni con sperimentatori come John Zorn e Mike Patton, passando naturalmente per quella grande hit che è Toda Joia, Toda Beleza insieme agli Aretuska, Roy Paci è tornato a vivere in Sicilia, per l’esattezza a Palermo:

«Ormai mi posso benissimo muovere da questa terra che non ha niente da invidiare ad altre città. Palermo è una città d’avanguardia e qui posso restituire quello che ho appreso in giro per il mondo, darlo a chi vuole approfittare di me e della mia esperienza».

Roy Paci è il primo protagonista di Truly Unique People by Ploom, una serie di talks condotti da Nicolò De Devitiis, organizzati da Ploom insieme a Rolling Stone. Nei Ploom Space del Grande Albergo delle Nazioni di Bari e dell’Hotellerie Easy Suites di Palermo De Devitiis incontra artisti e personaggi che raccontano la loro vita e il loro rapporto con le città dove sono nati o dove vivono, svelandone aspetti inediti e sorprendenti.

Roy Paci intervistato da Nicolò De Devitiis nel primo appuntamento di Truly Unique People by Ploom

È proprio a Palermo infatti che c’è una delle due sedi di Etnagigante, una creatura di Roy Paci: «Etnagigante è nata come etichetta per pubblicare dischi che altrimenti non sarebbero mai usciti: musica elettronica, jazz d’avanguardia e free jazz. Poi è diventata anche un’agenzia di booking e o ora è una struttura di produzioni artistiche, non solo musicali. Una bella compagine di pazzi». Una curiosità: Etnagigante è un palindromo, provate a leggere la parola al contrario.

Perché Roy Paci è tornato a Palermo? Quali sono le caratteristiche uniche di questa città che lo hanno attratto? «Innanzitutto Palermo è un salotto sul mare. Una delle sue caratteristiche principali è la multiculturalità, e la contaminazione ha reso Palermo una città internazionale. Ma resta Mediterranea. E per via della sua posizione, con Etnagigante stiamo dialogando con città come Casablanca e Atene, ricreando una sorta di rete del Mediterraneo, proprio come era centinaia di anni fa».

«Un salotto sul mare», dice Roy Paci parlando di Palermo e addentrandosi nei suoi quartieri, luoghi che influenzano la sua musica e il suo lavoro: «Ricordo jam pazzesche in piazzetta Canna, dove c’era uno storico pub, il Malox. E poi sono legato a uno dei tre mercati di Palermo, il Mercato del Capo. Ci vado solo per prendere un po’ di ispirazione, lì esiste ancora la memoria storica della città che ti permette di proiettare avanti lo sguardo e trovare la creatività del futuro. Quando esco dal mercato del Capo ho voglia di ballare la techno!».

La musica di Roy Paci è strettamente legata al Mediterraneo, la Sicilia e Palermo. «Ma preferirei parlare di musiche, al plurale. Se c’è una cosa che mi contraddistingue è proprio la musica intesa come linguaggio universale che mi ha permesso di suonare e capirmi con tribù africane, e la stessa cosa mi è successa in India. Con la musica mi sento cittadino del mondo e ogni volta che suono con qualcuno è uno scambio unico».

I racconti di Roy Paci rimbalzano da New York a Palermo. Parla con lo stesso entusiasmo di un momento davvero unico della sua carriera, «davanti a centinaia di migliaia di persone a Central Park con i Radio Bemba e Manu Chao”, e di Piazzetta Ungheria vicino casa sua: “È lì che è nato il rap a Palermo, io sono molto felice di avere vissuto questa storia e conoscere un rapper come Johnny Marsiglia, l’ultimo depositario di quella tradizione, uno dei migliori rapper in Italia».

Il mondo di Roy Paci è fatto di incroci e scambi costanti, non c’è spazio per l’omologazione: «L’unicità stessa è il bene più prezioso: bisogna vivere la propria diversità come una risorsa. Ho sempre preferito scavalcare le frontiere musicali piuttosto che stare chiuso in un ghetto. E ogni persona con cui lavoro qui a Palermo ha questo dono di unicità».

Musicista e sognatore, carico di entusiasmo, Roy Paci esprime un desiderio: «Vorrei sonorizzare tutta Palermo e farla diventare un archivio di memoria acustica. Vorrei prelevare tutti i suoni di questa città, come fosse una installazione artistica».

E se dovesse scegliere un suono unico di Palermo? «Ci sono ragazzi che girano in bicicletta con gli amplificatori che sparano musica a livelli cosmici. Non ho idea di come facciano ad avere dei volumi del genere. Ne ha parlato anche un quotidiano inglese, il Guardian!». Ancora, la musica che supera i confini, una musica che davvero non ti aspetti.

Ma Roy Paci come si immagina il futuro della sua città, Palermo? «Credo possa inglobare altre realtà che arrivano da altre parti del mondo. Vedo Palermo come una nuova Berlino, una città che ho vissuto negli anni Novanta. Palermo è una Berlino che si affaccia sul mare. E con un pizzico di presunzione, mi sento una sorta di zio di questo risveglio della città».

Potete approfondire la storia di Roy Paci e il suo rapporto con Palermo guardando Truly Unique People by Ploom, il primo episodio di una serie di talks organizzati da Ploom e Rolling Stone.

Nei Ploom Space dell’Hotellerie Easy Suites di Palermo e del Grande Albergo delle Nazioni di Bari Nicolò De Devitiis intervista personalità che in diversi ambiti – musica, fotografia, arte contemporanea, food & mixology – esprimono la propria creatività influenzata dalle città in cui vivono.

Tra i protagonisti dei talks, oltre Roy Paci, il fotografo Piero Percoco, lo scrittore Valerio Millefoglie e lo street artist Giulio Rosk. Continuate a seguirci per non perdervi tutti gli episodi di Truly Unique People by Ploom.

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