Nella top ten delle cose che mi fanno uscire di testa, ai primi posti ci sono senza ombra di dubbio i vademecum per il sesso perfetto. Quegli articoli dai titoli altisonanti tipo Come fare sesso orale: la guida definitiva o i libri che si vendono come testi sacri pieni di comandamenti da seguire per un sesso indimenticabile. È una tipologia di contenuti che, con l’enfasi sulla perfezione e sul successo a letto, fomentano la dimensione performativa tralasciando tutte le variabili che rendono un’esperienza sessuale fantastica o, al contrario, deludente. Per questo mi piacerebbe invece leggere articoli su come fare del sesso soddisfacente.
In tutte queste fantomatiche “guide” sembra non esserci spazio per l’improvvisazione e quello che salta più all’occhio è la fragilità dei presupposti di partenza, oltre che delle argomentazioni. Non ci sono consigli universali che tengano, per il semplice motivo che ogni persona è diversa e ha gusti, zone erogene, feticismi differenti, che variano nel corso del tempo e a seconda delle relazioni.
Salvo le norme di buonsenso legate alla prevenzione delle IST (infezioni sessualmente trasmissibili), alle gravidanze indesiderate e alla possibilità di farsi male involontariamente, non penso sia una tragedia non dare e provare piacere alla prima botta. Anche qualora finisca lì, perché noi non vogliamo vedere di nuovo l’altra persona o perché lei non vuole più vedere noi, ciò non significa essere incapaci o falliti. Semplicemente è andata così. Capita.
Un altro aspetto problematico è l’aspetto eteronormativo ed edulcorato dominante – come se il sesso fosse solo tra persone etero e se la pratica più alternativa possibile fare sesso orale guardandosi intensamente negli occhi. Di rado leggo questo tipo di guide applicate al sesso omo/bi/pansessuale, consigli su come barcamenarsi in un’orgia queer, informazioni su pratiche kinky o BDSM.
Tra tutte queste informazioni imprecise, inattendibili o così specifiche da essere inapplicabili finisce che non facciamo le uniche cose per me sensate: ascoltare e comunicare, spiegare cosa ci piace e chiedere cosa piace all’altra persona. Non che tutto vada verbalizzato e deciso prima – si può parlare col corpo – ma il consiglio migliore che non si trova nelle guide sul sesso è: rendersi disponibili. Non esclusivamente sul piano fisico e sessuale, ma soprattutto su quello umano. Dunque ascoltare il corpo altrui, osservarne le reazioni, accoglierne le richieste esplicite o spiegare il perché non si vuole farlo. Sembra un suggerimento sterile ma in realtà è una prospettiva di apertura mentale e fisica, un atteggiamento di ascolto e attenzione.
Il punto è che è un aspetto che migliora mano a mano con la frequentazione e il tempo. E il sesso occasionale? In quel caso potrebbe essere utile essere sfacciati, dire quello che si vuole apertamente e mettersi a disposizione dell’altro, indirizzare e farsi indirizzare. Non bisogna aver paura di essere assertivi, perché non si tratta di imporsi ma di comunicare i propri desideri.
Altrettanto importante è lasciare spazio alla meraviglia: ognuno di noi fa sesso in modo diverso, anche a parità di pratiche, ed è proprio questa la parte interessante, per non parlare del fatto che ci sono corpi che si adattano meglio gli uni agli altri perché hanno conformazioni tali che rendono l’esperienza più piacevole. I vari Sesso: 15 consigli per farlo in modo pazzesco e Tutti i segreti del sesso perfetto sono regole che vanno bene per persone prive di fantasia, per chi ha un’idea del sesso performativa e qualcosa da dimostrare.
Se è vero che le guide sul sesso perfetto esistono da tempo, bisogna riconoscere che negli ultimi tempi, complice la ventata di sex positivity, sono aumentate esponenzialmente, alimentando miti e leggende e creandone di nuovi – un esempio è il mito sulle 8000 terminazioni nervose della clitoride, che in realtà è una bufala (ne ha parlato sul suo profilo Instagram l’ostetrica Violeta Benini, citando l’ingegnera biomedica e blogger americana Jessica Pin). Se, come in questo caso, le informazioni a nostra disposizione sono imprecise o addirittura sbagliate, tutta la narrazione seria e faceta riguardante la sessualità ne sarà inevitabilmente inficiata.
Nella suddetta top ten di cose che mi fanno uscire di testa, ci sono le reazioni di molte persone ai vademecum per il sesso perfetto – quelle delle persone che li leggono e che li prendono per oro colato. Se sicuramente qualcuno le troverà utili, altrettanto sicuramente altri saranno frustrati perché i risultati dell’applicazione dei 15 consigli per un sesso perfetto non saranno quelli sperati.
Fare sesso è come cucinare: bisogna sperimentare quali sono gli ingredienti per accendere il desiderio, come bisogna dosarli, quanto devono cuocere, bisogna provare e riprovare e i risultati sono molteplici, tutti diversi. È molto meno lineare di quanto traspaia da qualsiasi guida o vademecum, le eccezioni superano le regole, perché di fatto il sesso è imprevedibilità continua. E in fin dei conti si fa sesso perché è bello, chi ce lo fa fare di seguire un tutorial?
Se questo articolo fosse una delle guide di cui sopra ci sarebbe un solo consiglio: siate empatici.