«Costante, urgente, necessaria». Gli Zen Circus usano queste tre parole per descrivere la loro voglia di suonare, oggi come 20 anni fa, quando è iniziata la loro storia. Perché il tempo passa e la band formata da Andrea Appino, Massimiliano Ufo Schiavelli, Karim Qqru e Francesco Pellegrini è ora una delle realtà più solide della scena musicale indipendente in Italia.
Aged longer for more character è una delle caratteristiche che contraddistinguono Wild Turkey, storico bourbon americano che ha reclutato proprio gli Zen Circus per uno dei nuovi episodi di Wild Stories Unplugged, una serie di live in cui gli artisti si esibiscono in acustico. Lo spirito e l’attitudine sono gli stessi.
“Siamo gradini tra le salite e le discese di un milione di miliardi di destini” cantano Appino e gli Zen Circus in Appesi alla luna, la canzone che hanno scelto di suonare per Wild Stories Unplugged seduti sugli sgabelli dell’Out of Bar di Senigallia, un pezzo nato proprio così, voce, chitarra ed emozioni a piccoli sorsi.
E, riguardo il loro destino, gli Zen Circus ammettono: «Eravamo e siamo ancora molto esistenzialisti». Lo erano all’inizio della propria carriera quando, ricordano, «durante un live Al Vapore di Marghera nel 2001, un posto piccolissimo, era pieno di gente presa bene e il concerto era filato senza intoppi: niente corde o aste rotte, microfoni ronzanti o pelli sfondate. Uscimmo e ci dicemmo: Ma allora lo possiamo fare davvero! Eravamo esaltati».
E restano esistenzialisti oggi quando, nonostante una decina di album pubblicati e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2019, scrutando il prossimo futuro confessano: «Chissà dove saremo: sarà divertente scoprirlo perché non ne abbiamo la più pallida idea!».
Appino e gli Zen Circus vivono il presente con una certezza. Il significato di essere musicisti indipendenti, qualità di cui hanno fatto tesoro per macinare chilometri e successi: «Essere indipendenti significa fare quello che ti pare, quando ti pare, come ti pare, con chi ti pare». Evidentemente, la ricetta funziona.
Una formula vincente tanto per gli Zen Circus quanto per un altro degli artisti protagonisti di Wild Stories Unplugged, Gio Evan, anche lui passato da Sanremo dopo una lunga gavetta all’insegna di tre parole chiave per il bourbon americano: bold, genuine, true. Una persona coraggiosa, un musicista sincero, autentico.
E Gio Evan, accompagnato da due chitarristi al Nik’s & Co di Milano, canta Regali fatti a mano, «l’unico brano capace di non interrompere la gratitudine per le piccole cose». A proposito di sincerità, il testo della canzone dice: “La verità vien scherzando, e io son vero se ridi”. Gio Evan sorride, spiegando: «È così che creo le mie canzoni, voce e chitarra. Restituirla a tutti così è una sensazione che mi mette a mio agio».
C’è una dimensione artigianale nel lavoro del cantautore, che Gio Evan mette nero su bianco con queste parole: «Artista e artigiano hanno la stessa radice, arte. In sanscrito AR sta per mettersi in moto. Io mi sento movimento».
E riguardo l’essere sempre in movimento e il coraggio racconta una storia illuminante sul suo modo di guardare e interpretare il mondo: «Ero in Argentina, dormivo in un parco con l’amaca quando una gang mi è venuta a disturbare, volevano soldi che non avevo. Ho avuto l’illuminazione di parlare loro della mia vita e delle opere di Gesù. Siamo rimasti tutta la notte a ridere e parlare del vangelo».
Sul suo essere artista indipendente, Gio Evan si presenta così, visionario: «Credo che oggi vivere il proprio essere artistico a pieno vuol dire essere connessi con la vita, con la consapevolezza di poter attuare l’incredibile».
Sono davvero incredibili le storie di Zen Circus e Gio Evan, artisti che ce l’hanno fatta perseverando, credendo in loro stessi e nelle loro canzoni. E i loro pezzi suonati in acustico per Wild Stories Unplugged, Appesi alla luna e Regali fatti a mano, sono la prova che il tempo scorre, gli artisti e la loro musica migliorano, le emozioni sono sempre più forti e genuine. Come lo storico bourbon americano Wild Turkey.