Schiacciato in una stagione di titanici blockbuster, e giusto in tempo per entrare nel recente, poco stimolante dibattito nostrano sulla pericolosità o meno dei videogame (perlopiù animato da signori di mezza età che non utilizzano i videogame) è arrivato per il centenario dell’armistizio della Prima guerra mondiale – 11 novembre 1918 – un piccolo, importante titolo che rischia di non ricevere tutta l’attenzione che merita.
11-11 Memories Retold (PC, PS4, Xbox One) è un’avventura narrativa sviluppata da Aardman Animations (quelli di Wallace & Gromit e I primitivi), DigixArt (fondata dall’autore del gioiellino Valiant Hearts, del 2014) e pubblicata da Bandai Namco. Racconta la storia di due uomini – Harry, un fotografo canadese (Elijah Wood) e Kurt, un ingegnere tedesco (Sebastian Koch) – che si ritrovano catapultati nella vita di trincea all’apice del conflitto. Il primo è un ingenuo ragazzotto che si arruola volontario per impressionare una ragazza; il secondo, che lavora in una fabbrica che costruisce dirigibili, decide di andare al fronte per cercare il figlio disperso. La narrazione alterna i punti di vista dei due protagonisti fino all’inevitabile, ma potente, incontro finale.
L’aspetto che colpisce di più di questo gioco è ovviamente la grafica, che ricorda i dipinti di Willam Turner o degli Impressionisti. 11-11 Memories Retold è infatti più un quadro in movimento e una storia interattiva che un videogame di azione e di guerra: al giocatore non è richiesto di sparare un solo colpo d’arma da fuoco. Lo scopo è soprattutto emozional-divulgativo: immergere il giocatore nella personale esperienza della guerra vissuta da due persone comuni, raccontandone la solitudine, l’alienazione, il senso di morte incombente, e il difficile compito di conservare la propria umanità.
Per quanto si rivolga idealmente a un pubblico giovane, dal punto di vista delle dinamiche di gioco 11-11 Memories Retold è agli antipodi dalla frenesia multiplayer di titoli come Fortnite o Battlefield V – per citare un titolo appena uscito che, in modo più convenzionale (ma efficace), cerca di ricostruire il realismo delle battaglie della Seconda guerra mondiale. Infatti, se sotto l’aspetto dell’art direction 11-11 Memories Retold è eccellente, è il suo lato interattivo a lasciare un po’ a desiderare – il giocatore deve compiere azioni perlopiù basilari, come recuperare oggetti, scattare fotografie o andare a parlare con determinati personaggi, qualcosa che oggi risulta noioso anche nei titoli più adrenalinici. Di sicuro non è per la sfida ludica che si decide di immergersi nelle circa 6 ore di durata di questo titolo, ma forse gli sviluppatori avrebbero potuto trovare soluzioni più originali per coinvolgere il giocatore, che non rallentassero troppo la narrazione e al tempo stesso risultassero funzionali al tipo di emozioni da ispirare.
(Ok, a parole è facile, ma la strada da percorrere per creare finalmente un’opera artistica che sia al tempo stesso una narrazione e un’esperienza, e che riesca ad allargare il pubblico anche ai non videogiocatori, deve passare anche da questo).
I limiti del gameplay, comunque, offuscano solo in parte il valore di 11-11 Memories Retold, una gioia per gli occhi ma anche per le orecchie, grazie alla colonna sonora del veterano Olivier Derivière (Alone in the Dark, Remember Me, Vampyr). E il primo vero esordio di Aardman Animations nel mondo dei videogame è già di per sé una bella notizia, nella speranza che arrivino in futuro altre sorprese come questa.