Asaf Avidan - Gold Shadow | Rolling Stone Italia
Recensioni

Asaf Avidan – Gold Shadow

Sulle prime si resta allibiti: ne abbiamo sentite tante, ma mai un album da torch singer inciso da un cantautore israeliano in canottiera. E tuttavia, è evidente che Avidan, sempre più esplicitamente distante dal successo ottenuto (senza cercarlo) in ambito pop e dance col fortunato remix di One Day di Wankelmut, ha deciso di spostare […]

Sulle prime si resta allibiti: ne abbiamo sentite tante, ma mai un album da torch singer inciso da un cantautore israeliano in canottiera. E tuttavia, è evidente che Avidan, sempre più esplicitamente distante dal successo ottenuto (senza cercarlo) in ambito pop e dance col fortunato remix di One Day di Wankelmut, ha deciso di spostare la sua cifra espressiva da Janis Joplin a Amy Winehouse.La sua voce da femmina vissuta e un po’ brilla non è per tutti, e il manierismo di certi arrangiamenti vintage può fare persino sorridere, ma non si può negare che l’album abbia più di un picco di intensità.

Sulle prime si resta allibiti: ne abbiamo sentite tante, ma mai un album da torch singer inciso da un cantautore israeliano in canottiera. E tuttavia, è evidente che Avidan, sempre più esplicitamente distante dal successo ottenuto (senza cercarlo) in ambito pop e dance col fortunato remix di One Day di Wankelmut, ha deciso di spostare la sua cifra espressiva da Janis Joplin a Amy Winehouse.

La sua voce da femmina vissuta e un po’ brilla non è per tutti, e il manierismo di certi arrangiamenti vintage può fare persino sorridere, ma non si può negare che l’album abbia più di un picco di intensità.

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