Piccoli Baustelle crescono. Lo erano già da un po’, ma con L’amore e la violenza riescono a toccare un livello di maturità – morale più che musicale – ancora più alto, abbandonando definitivamente l’analisi dell’adolescenza per guardare orizzonti diversi. I turbamenti sono più complessi, le complicazioni più contorte. Lo sguardo verso la giovinezza è più lontano e il senso di perdita è tangibile. Ma affrontato senza disperazione (“Pensare che la vita è una sciocchezza aiuta a vivere”, canta Bianconi). Sullo sfondo, ben inquadrato dalla seconda traccia, Il vangelo di Giovanni, ci sono “profughi siriani” e “colpi di fucile”. Un riferimento preciso, come la letteratura contemporanea americana, che inquadra in un qui e ora delle vicende altrimenti inafferrabili. Il disco è baustelliano, nella musica e nei testi. Perché spingersi oltre i propri confini quando si ha la certezza di essere ancora unici, a 20 anni dalla formazione, è un vantaggio in partenza che è bene conservare.
Baustelle – L’amore e la violenza
Leggi la nostra recensione del disco dei Baustelle su Rollingstone.it
3 / 5