Una corsa divertentissima, ma con l’aggiunta di una buona dose di serietà. Merito di Jillian Bell, una forza della natura della scena comica, ma capace di rivelare anche notevoli doti drammatiche: almeno, è ciò che dimostra in Brittany non si ferma più. La favolosa Bell, colei che rubava la scena ogni volta che compariva in 22 Jump Street, interpreta la ragazza del titolo, una ventenne spigliata ma aggressiva che riceve dal medico una vera doccia fredda riguardo al suo peso, alla pressione troppo alta e alla dipendenza da Adderall: il suo indice di massa corporea è vicino all’obesità. Brittany tira a campare lavorando come maschera in un teatrino Off-Broadway, e la mancanza di ambizione e prospettiva sta piano piano erodendo la sua autostima. C’è un lato negativo nell’essere, come dice lei stessa, la “spalla grassa” della sua coinquilina, la magrissima e vanitosa Gretchen (Alice Lee), e non è affatto simpatico.
Il sogno di Brittany è correre i 42 chilometri della maratona di New York, un sogno impossibile soprattutto se si considera il fatto che il semplice tentativo di fare un giro dell’isolato a passo di jogging la lascia senza fiato e sull’orlo del collasso. Ma ha davanti un anno intero per allenarsi, e soprattutto una determinazione tutta nuova. Per fortuna il regista Paul Downs Colaizzo, un acclamato autore teatrale (Really Really) che si è fatto ispirare per il film dall’esperienza della sua migliore amica (che si chiama realmente Brittany), non ha confezionato la sua tagliente sceneggiatura cercando gli effetti consolatori tipici delle sitcom hollywoodiane. È vero che Brittany si fa il suo nuovo gruppo di amici, composto da un altro corridore principiante, Seth (Micah Stock), e dalla runner esperta Catherine (Michaela Watkins), che con i suoi toni impietosi e sarcastici fa costantemente vergognare gli altri due di loro stessi. Ed è vero che la protagonista trova, più o meno, l’amore, grazie all’incontro con Jern (Utkarsh Ambudkar, magnifico), che condivide il lavoro extra di dog-sitter, utile a Brittany per pagarsi le lezioni in palestra. Sai che il loro continuo lanciarsi frecciatine a vicenda porterà inevitabilmente a qualcosa, ma nulla segue i cliché da manuale a cui siamo abituati, ed è l’ulteriore qualità del film.
Per Brittany – e per chiunque viva nel mondo reale – il migliorare se stessi è un’impresa in cui procedere a piccoli passi, e lo stesso accade per il film, che rifiuta di tenere sotto silenzio i lati oscuri di Brittany. Sono i suoi errori a costituire le radici del disprezzo che nutre nei confronti di se stessa. L’esempio perfetto, in questo senso, è la scena in cui va a trovare la sua adorabile sorella (Kate Arrington) e suo cognato (Lil Rey Howery) e finisce per insultare una loro amica sovrappeso anche lei ospite, la quale sa benissimo che quell’atteggiamento così aggressivo è il frutto del disprezzo che Brittany prova verso di sé.
Bell e Colaizzo prendono la strada più difficile, tratteggiando un personaggio per cui fai il tifo senza bisogno di banali scorciatoie. E quando alla fine esulti (e lo fai), le risate e le lacrime ti sembrano sincere e meritate. Sì, a volte Brittany non si ferma più forse è un po’ troppo critico, a un passo dal sembrare arrogante pure lui. Ma Bell è sempre pronta a tirarsi indietro. Quest’attrice è davvero una fuoriclasse.