Prima Call of Duty 4, poi due sequel ufficiali, quindi il remake e infine il reboot. La spina dorsale della serie FPS di guerra più famosa di sempre ha un solo nome: Modern Warfare. Non a caso Activision e le sue consociate nei momenti di crisi si sono rifugiate in un marchio che nei fan suscita immediata voglia di giocare e di mettersi alla prova. La sottile linea rossa che lega questi cinque giochi è ben più di un filo conduttore, nel tempo i giocatori si sono affezionati a questa “saga nella saga”, ne riconoscono i protagonisti e chiedono il loro ritorno a gran voce. Anche il suo non essere ancorata all’iper-sfruttato periodo della Seconda Guerra Mondiale ma neanche proiettata verso gli improbabili (e a volte francamente ridicoli) futuri delle guerre stellari ha fatto di Modern Warfare il setting perfetto di Call of Duty.
In principio fu il fuoco
Call of Duty 4: Modern Warfare è considerato a ragione uno dei migliori capitoli della serie, per molti rappresenta ancora il picco creativo del team Infinity Ward prima dell’uscita di scena di Jason West e Vince Zampella. Oltre ad avere una struttura multiplayer pressoché perfetta, il gioco offriva una delle campagne single-player migliori mai viste in un FPS di guerra. Ancora oggi alcune missioni di quella campagna vengono prese come esempio di game design e non a caso alcuni dei personaggi introdotti in quel capitolo sono stati reinseriti nei giochi successivi. Siamo certi che il solo sentir pronunciare il nome di John “Soap” MacTavish farà sorgere in voi un moto di emozione dalla bocca dello stomaco… e non è l’unico protagonista a cui sviluppatori e giocatori si sono affezionti. L’esatta cifra di copie vendute del gioco originale è tutt’ora sconosciuta ma a Settembre 2013, sei anni dopo l’uscita, la quota dei 16 milioni di copie era ad un passo. Facile immaginare che con l’uscita di edizioni più economiche il traguardo dei 20 milioni sia stato raggiunto e forse superato.
Passi verso il futuro
Le uscite dei due sequel di Modern Warfare furono intervallate da altri Call of Duty: World at War, che rimase un episodio a sé stante, e Black Ops, che a sua volta diede vita ad un’altra saga parallela di grande successo. Tra l’uno e l’altro però Infinity Ward decise di ampliare il mini universo narrativo di Modern Warfare, incontrando ovviamente consensi ma anche pareri contrari. Molti fan non apprezzarono queste espansioni e le videro unicamente come operazioni commerciali volte a sfruttare il nome del capostipite. Non ce la sentiamo di dare torto a nessuna delle due parti. Spazio per ampliare la storia degli eroi (e antieroi) di Modern Warfare ce n’era sa sufficienza, ma forse due sequel sono stati troppi e le polemiche post-lancio non sono mancate. Alcune di queste hanno ovviamente riguardato alcuni contenuti definiti troppo spinti in termini di violenza, un problema che la serie COD deve fronteggiare ad ogni nuova uscita. Anche nei due sequel di Modern Warfare, come in quello appena uscito, a finire sotto accusa sono state sequenze di gioco in cui era possibile (ma ovviamente opzionale) sparare a dei civili a sollevare un gran polverone… che puntualmente si è depositato poche settimane dopo.
Non chiamiamolo sequel
Infinity Ward e la stessa Activision hanno tenuto a precisare che il Call of Duty: Modern Warfare appena uscito nei negozi non è un seguito dei giochi usciti negli anni scorsi. È in realtà un vero e proprio reboot, anche se loro preferiscono definire il gioco come una re-immaginazione del franchise inserito in un altro contesto narrativo. Voi chiamatelo un po’ come vi pare, fatto sta che si tratta senza mezzi termini di uno dei capitoli della saga più incredibili mai visti e giocati. Il primo impatto è ovviamente quello con il fattore grafico e sotto questo profilo il nuovo Modern Warfare è in grado si slogare parecchie mascelle. Anche giocato su console standard, PS4 o Xbox One che siano, mette in mostra un immaginario incredibilmente dettagliato che soprattutto nella campagna single-player inonderà i vostri bulbi oculari e le vostre sinapsi con una quantità tale di “roba” da averne abbastanza fino all’uscita delle prossime console. Ovviamente per mantenere questo miracolo tecnologico su binari perfettamente giocabili anche su hardware “lisci” qualche compromesso era necessario. Agli occhi più attenti non sfuggiranno piccoli ritardi nel caricamento delle texture o un progressivo impoverimento / arricchimento delle strutture poligonali in base alla posizione del giocatore. Questi e altri “trucchetti” hanno permesso a questo nuovo COD di rimanere estremamente fluido e giocabile anche su hardware con parecchi anni sulle spalle. Se siete invece in possesso di versioni mid-gen delle attuali console o meglio ancora di PC con gli attributi preparatevi ad uno dei titoli graficamente più incredibili che abbiate mai visto. Il primo vero antipasto di next-gen.
Abbondanza funzionale
Se le qualità tecniche sono di folgorante portata, quelle di stampo ludico non sono certo da meno. Il banchetto offerto (si fa per dire) da Infinity Ward è a dir poco sontuoso sia in termini numerici che di varietà. La campagna è relativamente corta, siamo intorno alle 6 ore a livello di difficoltà Normale, e dico “relativamente” perché la quantità e la potenza delle cose che vi verranno scagliate addosso sarà tale da costringervi di tanto in tanto a riprendere fiato. Andare oltre nella descrizione sarebbe un atto di cattiveria nei confronti di chi non l’ha ancora giocata, ma chi ha già goduto di tale piacere in questo momento dovrebbe avere la pelle d’oca e forse anche un groppo in gola (sapete a COSA ci stiamo riferendo, vero?). In questi giorni le polemiche su alcune scene della campagna e soprattutto sullo stravolgimento di una storia realmente accaduta, nella quale l’esercito statunitense è stato “provvidenzialmente” sostituito da quello russo, si sono sprecate. Come sempre a voi che ci leggete consigliamo una cosa: ricordate che stiamo parlando di videogiochi e in quanto tali il loro scopo è intrattenere e offrire una sfida degna di questo nome, tutto il resto lasciamolo ai telegiornali o ai siti affamati di click-bait. Il bilanciamento della difficoltà nell’opzione di default è pressoché perfetto per i neofiti del genere (non vi fate ingannare dalle descrizioni a schermo) mentre i veterani dovrebbero prendere in considerazione di salire almeno uno se non due gradini per ottenere una sfida al loro livello. Consigliamo di portare a termine la campagna prima di cercare altre opzioni in quanto vi permetterà di prendere confidenza con quelle poche nuove meccaniche che si riveleranno probabilmente decisive una volta scesi su campi di battaglia ben più vasti e caotici.
Abbondantissima, ovviamente, l’offerta multiplayer che per gran parte del pubblico rappresenta il solo e unico motivo per l’acquisto di un qualsiasi COD. Chi attendeva al varco l’ennesima orda di non morti resterà deluso, niente modalità Zombie quest’anno… almeno per ora. Le alternative però non mancano, sia per chi ama gettarsi nella mischia in solitaria che per chi ama avere al suo fianco un compagno a cui guardare le spalle, sperando lui faccia altrettanto. Deathmatch e Dominio sono modalità che non hanno bisogno di presentazioni, ma che in Modern Warfare sono esaltate da una morfologia delle mappe più varia rispetto agli ultimi capitoli. Niente più corsie preferenziali ma ambientazioni ricche di anfratti e vie alternative che però hanno lo svantaggio di essere terreno fertile per i maledetti camper. Ne abbiamo incontrati molti e purtroppo per ora l’unico modo per tenerli a bada è seguire i consigli che vi abbiamo dato nell’articolo pubblicato qualche giorno fa. Gli amanti delle guerre ad ampio raggio troveranno soddisfazione nella Guerra Terrestre, che in un primo momento si pensava essere una modalità Battle Royale. In realtà è il “pan per focaccia” che COD restituisce a Battlefield, mettendo in scena una guerra a 64 giocatori su un territorio vastissimo nella quale entrano in gioco anche i mezzi. A chi preferisce riunioni più raccolte consigliamo Scontro, una guerriglia che si consuma in veloci schermaglie 2 contro 2 caratterizzate da opzioni variabili. Concludono il panorama sovrabbondante dell’offerta ludica le modalità Attacco Informatico e Realismo, che si affiancano a quelle storiche già presenti nel menù.
Più che soddisfacente la profondità di personalizzazione del proprio soldato e delle armi, le cui parti possono essere sostituite con una miriade di accessori diversi che vanno a modificare le caratteristiche di ogni bocca da fuoco. A questo aggiungete il “solito”, abbondante sistema di perk e avrete a vostra disposizione un editor in continua evoluzione. Durante le partite abbiamo inoltre riscontrato pochissimi problemi tecnici, lag quasi inesistente e nessun crash di sistema… una prova più che solida visto che attualmente i server sono super affollati dal pubblico post-lancio.
Se non riuscite a trovare un motivo per giocare il multiplayer di Modern Warfare significa che Call of Duty non fa per voi. Ciliegine sulla torta sono l’ottimo doppiaggio in italiano e il cross-play tra PC e console che presumibilmente dovrebbe riempire i server di gioco da qui alla prossima eternità.
Quindi, alla fine…
Non vi basta ancora? Allora sappiate che Activision, salvo ripensamenti, ha intenzione di rendere completamente gratuite le future espansioni del gioco. Insomma, sembra davvero aver pensato a tutto e nel migliore dei modi. Alla luce di tutto questo possiamo considerare Modern Warfare come un semplice sequel creato per sfruttare la popolarità della saga di riferimento? Decisamente no! Qui stiamo parlando di un nuovo inizio per Call of Duty, del primo passo verso una next-gen potente, diversificata e meno esosa nei confronti del giocatore. Una next-gen che speriamo non ceda troppo presto alla voglia di serialità a tappe forzate.
Produttore: Activision
Distributore: Infinity Ward
Lo puoi giocare su: PC, PS4, Xbox One