Children of Morta: un roguelike coi fiocchi | Rolling Stone Italia
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Children of Morta: un roguelike coi fiocchi

Il genere roguelike? Dead Mage e 11BitStudios lo interpretano a modo loro, come una piacevole questione di famiglia

Per ottenere il massimo da questo titolo è importante sfruttare tutti i personaggi messi a disposizione dagli sviluppatori

Quando si parla dei roguelike vengono in mente tanti titoli differenti, ognuno caratterizzato dalla propria interpretazione del genere. A differenza di molti altri sottogruppi del mercato dei videogiochi, infatti, i roguelike si sono dimostrati particolarmente apprezzati dagli sviluppatori indie, che più di chiunque altro hanno sperimentato con le basi semplici che ne regolano la struttura. La ciclicità dell’azione, regolata dai continui decessi dei protagonisti e dal loro progressivo rafforzamento all’interno di dungeon procedurali, è stata di volta in volta proposta in modo creativo da un gran numero di sviluppatori, ma finora nessuno si è mai davvero allontanato da alcuni elementi chiave del genere. L’approccio di Dead Mage si distacca da quanto abbiamo visto fino a questo momento, proponendo un’avventura corale affrontata dai membri della famiglia Bergson, in una gradevole epopea caratterizzata da una narrazione ricca e dettagliata, impossibile da trovare in altri roguelike già in circolazione. I Bergson sono chiamati ad affrontare la Corruzione sprigionatasi nei pressi della montagna di Morta. Per farlo, devono esplorare i dungeon situati nelle profondità del monte, eliminando orde di creature demoniache colpevoli dello sterminio degli animali e del degrado delle terre circostanti. A differenza di quanto accade negli altri esponenti del genere, quindi, non si controlla un solo personaggio principale, ma si hanno a disposizione i vari membri della famiglia, ognuno dotato di abilità e specializzazioni ben precise. A seconda del personaggio selezionato, l’approccio alle battaglie cambia drasticamente, spingendo a sperimentare per trovare l’opzione ideale per ogni situazione. Un po’ come accadeva nella saga di Mega Man, dove ogni boss era più accessibile se affrontato con un’arma specifica, in Children of Morta la scelta del personaggio può fare la differenza contro determinati avversari, semplificando o complicando la vita al giocatore.

I totem sono perfetti per rendere la vita più facile negli scontri a distanza con l’arco. Quello che rallenta i nemici, in particolare, è davvero utile.

Songs of Experience

La coralità dell’avventura di Children of Morta ha spinto gli sviluppatori a studiare un sistema di progressione unico nel suo genere. Dovendo potenziare ogni eroe singolarmente, il rischio di scegliere sempre lo stesso personaggio per renderlo in poco tempo una macchina da guerra inarrestabile era dietro l’angolo, ma il team di Dead Mage ha studiato una soluzione interessante per arginare il problema. Investendo i punti guadagnati salendo di livello, infatti, si possono migliorare le capacità legate alle singole classi, ma accumulando esperienza si sbloccano anche bonus universali, che migliorano le caratteristiche di tutti i membri della famiglia Bergson. A prescindere dall’eroe utilizzato, quindi, col tempo tutti i personaggi diventano più veloci, più resistenti e più forti in battaglia. L’altro accorgimento studiato dai programmatori per favorire la rotazione dei personaggi è quello della corruzione. Più tempo si passa all’interno dei dungeon, più gli eroi vengono infettati dalla corruzione. L’unico modo per ridurre il contagio è un po’ di sano riposo. Per questo motivo, è importante cambiare frequentemente personaggio con cui inoltrarsi nelle labirintiche profondità della montagna, variando al tempo stesso il sistema di combattimento.

Il sistema di crescita è stato studiato con cura per spingere a cambiare spesso personaggio senza troppe preoccupazioni.

Bored

Purtroppo, nonostante la presenza di varie classi dal gameplay ben differenziato, rispetto ad altri esponenti del suo stesso genere Children of Morta soffre di una ripetitività fin troppo evidente. Il problema non è legato al sistema di gioco o ai personaggi utilizzabili, ma piuttosto alla scarsa varietà di nemici da affrontare e alla brutale linearità dei dungeon. La natura procedurale, infatti, non basta per spazzar via il senso di noia generato dai continui passaggi all’interno di sale tutte uguali tra loro. Le uniche boccate d’aria fresca sono rappresentate dai boss e dalle aree legate alle missioni secondarie, dove in genere si incontra uno dei membri inattivi della famiglia Bergson, con cui unire le forze per risolvere i problemi di alcuni PNG. Nel tentativo di dare al genere un’interpretazione molto personale, gli sviluppatori di Children of Morta hanno dedicato meno attenzione al design dei livelli, alla progettazione generale delle mappe, e alla loro generazione procedurale. Ed è un vero peccato, visto che con un po’ di attenzione in più avrebbero potuto ottenere risultati incredibili.

La varietà non è certo il punto di forza del gioco. Non tanto per i combattimenti, quanto per la struttura dei dungeon e per il numero di creature da affrontare.

Family Portrait

Cos’è, allora, l’elemento distintivo di questo roguelike? Rispetto ad altri esponenti dello stesso genere, il gioco di Dead Mage spinge l’acceleratore sulla narrazione e cerca di coinvolgere i giocatori legandoli emotivamente a ogni singolo membro della famiglia protagonista dell’avventura. Una voce narrante racconta con cura tutto ciò che accade ai Bergson, sia durante le avventure nei dungeon, che nei frequenti e piacevoli momenti di relax nella grande dimora di famiglia. Missione dopo missione, il legame con i personaggi si rafforza, creando una piacevole empatia per tutti i membri del gruppo. La natura narrativa è accompagnata da un livello di difficoltà generalmente più permissivo rispetto ad altri roguelike, dettaglio che potrebbe non piacere a chi ha sempre amato il genere per il grado di sfida che lo caratterizza. Nonostante questo, tuttavia, è comunque necessario esplorare più e più volte i dungeon iniziali, per accumulare oro ed esperienza con cui potenziare al meglio i propri eroi. Spesso, infatti, la morte sopraggiunge non a causa dell’effettiva difficoltà degli scontri, ma per il fatto di doversi confrontare con un muro di statistiche poco favorevoli. In linea con la struttura ruolistica del gioco, infatti, Children of Morta si basa su una gestione matematica dei danni e delle caratteristiche. Per questo motivo, ci si trova spesso costretti ad accumulare esperienza per poter continuare l’avventura.

La casa dei Bergson è ampia e accogliente. Andando avanti con l’avventura imparerete a conoscere ogni angolo di questa dimora, sfruttandone a dovere tutti i servizi.

To Me You Are a Work of Art

Alla luce di queste riflessioni, è difficile inquadrare il gioco in un genere già esistente. La struttura è innegabilmente quella dei roguelike, ma l’attenzione riposta verso la componente narrativa stride con le meccaniche tipiche del genere di riferimento. Il desiderio di portare avanti la storia e di scoprire come si sviluppa, infatti, si scontra spesso con la necessità di potenziare i personaggi per affrontare serenamente i dungeon più complessi, ostacolando così la fruizione di un racconto che, per quanto semplice e lineare, è comunque in grado di appassionare. Tutto questo viene costantemente accompagnato da una realizzazione tecnica basilare, ma impreziosita da una pregevole direzione artistica. La pixel art usata in questo titolo è ricca, curata e piena di dettagli che attirano l’attenzione e fanno sgranare gli occhi. A questo si aggiunge una regia che premia la curiosità del giocatore, spostando l’inquadratura quanto basta per suggerire la presenza di elementi meritevoli di attenzione.

Final Tought

Con Children of Morta abbiamo assistito a un piacevole tentativo di far evolvere un genere spesso fossilizzato attorno ai propri elementi chiave. Dead Mage ha dimostrato che è possibile interpretare i roguelike concentrandosi sull’elemento narrativo. Per offrire un prodotto adeguatamente bilanciato, è mancato però il giusto approfondimento del level design e della varietà di nemici. Si tratta comunque di un’esperienza che merita di essere vissuta e portata a termine, senza però aspettarsi il livello di sfida proibitivo di altri esponenti dello stesso genere.

Produttore: 11 Bit Studio

Distributore: 11 Bit Studio

Lo puoi giocare su: PlayStation 4, Xbox One, Switch, PC