Basta fare il nome di Teyana Taylor per evocare esperienze cinetiche: le acrobazie del video di Fade di Kanye West, il duetto con Kehlani che rende omaggio al classico camp Sex Crimes – Giochi pericolosi, l’apparizione nel video di Blue Magic di Jay-Z. È una ballerina e una modella – ha iniziato la carriera da giovane coreografando il video di Ring the Alarm di Beyoncé –, e per questo ha un impatto visivo riconoscibile come Rihanna, Ciara e altre donne del pop nero.
La carriera di Teyana nella musica è stata decisamente meno trionfale. Il primo contratto con Star Trek di Pharrell l’ha portata al dimenticabile singolo del 2008 Google Me, e da allora ha vacillato. La firma con G.O.O.D. Music di Kanye West ha dato vita a VII, un debutto altalenante pieno di collaboratori ma senza hit. K.T.S.E. (Keep the Same Energy) del 2018 era decisamente meglio, ma il suo potenziale è stato sprecato dalla promozione scialba dell’etichetta.
K.T.S.E. funzionava perché aveva una scaletta concentrata, otto canzoni, e un suono orientato al vecchio soul. Il disco si concludeva con WTP, un vibrante tributo al pussy power in cui le oscenità di Teyana si mischiavano con gli sfoghi della rapper Mykki Blanco. Il disco sembrava aprire una stagione pop all’avanguardia. Il look che ha scelto per i singoli di The Album – il taglio di capelli asimmetrico in stile Grace Jones per We Got Love, i rasta per la copertina di Wake Up Love – promettevano la stessa cosa. The Album si presenta come la definitiva consacrazione di Teyana, ma non ha lo stesso impatto dell’immaginario che lo accompagna, e neanche la struttura che rendeva K.T.S.E. una piccola gemma.
Ci sono alti e bassi in una scaletta di 23 canzoni distribuite in più di un’ora. L’album si apre con una Intro in cui sentiamo i suoni del parto della prima figlia di Teyana e la voce del marito Iman Shumpert che si agita alla ricerca di un medico. Il brano mette in campo i temi del disco: crescita personale, gioie del matrimonio (e occasionali litigi), qualche fantasia erotica. Lowkey ha una bella atmosfera sensuale, e in Morning Taylor scambia rime volgari con Kehlani riuscendo a malapena a contenere la gioia. 1800-ONE-NIGHT trasla il suo stile di ballo fisico in un momento musicale intenso ed erotico. In alcune canzoni arriva la benedizione delle grandi del genere: Erykah Baduh diffonde saggezza in Lowkey, Missy Elliot alza l’adrenalina in Boomin, Lauryn Hill regala una strofa elastica in We Got Love.
In alcuni momenti sembra quasi che ci sia un altro Album più bello e dinamico pronto a fiorire. Ma le speranze crollano a metà strada con la trap di Wrong Bitch e 69. Killa è prodotta da Afrobeats e Davido, ma non decolla mai. Il ragamuffin di Bad, invece, è molto più potente. Come molti artisti r&b contemporanei, le continue allusioni ai musicisti della golden age degli anni ’90 come Total (How You Want It?), Blaque (Boomin) e Lauryn Hill (Ever Ever) sono sia un omaggio sincero che il segno preoccupante di un suono derivativo. L’r&b mainstream è tutto meno che morto – i nuovi album di Kiada Ledé, dvsn e Kehlani lo dimostrano – ma sembra ancora ancorato a un vecchio pattern, come se fosse in attesa di sviluppare la sua forza creativa come facevano le generazioni passate.
Teyana Taylor è una brava cantante, capace di alternare il timbro soffice di Lowkey con la potenza di We Got Love. Ma suona come tante altre artiste, soprattutto Brandy. Non ha ancora trasformato le sue influenze in una presenza vocale unica. In più, sembra che la sua musica funzioni soprattutto come parte di un pacchetto multimediale, perché è nelle coreografie che Taylor raggiunge l’eccellenza.
O forse va bene così. Il listening party che ha organizzato a Los Angeles ha attirato decine di celebrità (e, nonostante la pandemia, poco distanziamento sociale). Cardi B, Quavo, Offset, la modella Winnie Harlow e altri hanno celebrato una donna che ha fatto tantissima gavetta e che ora è pronta al suo turno sotto i riflettori. Non hanno torto.