Sono passati vent’anni dall’uscita di Crash Team Racing sulla prima PlayStation. All’epoca la console war veniva presa molto sul serio, nonostante il rilassamento generale successivo ai caldissimi anni dell’era 16 bit. In un’epoca in cui Internet non era ancora così maturo e in cui il digital delivery e i servizi ad abbonamento erano solo idee futuristiche in qualche libro cyberpunk, la maggioranza dei giocatori poteva permettersi una sola piattaforma. Per eliminare ogni possibile rimorso e per convincersi di aver fatto la migliore scelta possibile, molti utenti portavano avanti la bizzarra teoria per cui se un gioco non era disponibile sulla loro console, doveva per forza essere peggiore di altri titoli alla loro portata. Da lì, è nata la leggenda che trasformava Crash Team Racing, piacevole esperimento con cui Naughty Dog diceva addio alla serie di Crash Bandicoot, in un gioco di corse arcade migliore di Mario Kart. La realtà dei fatti era molto diversa e pur essendo divertente, CTR non era paragonabile alla saga Nintendo. Mario Kart aveva già raffinato la propria formula attraverso vari episodi e il gioco di corse del simpatico paramele aggiungeva ben poche novità alle meccaniche inventate da Shigeru Miyamoto. Con questo remake, la distanza che separa CTR da Mario Kart è ancor più evidente.
Triplo turbo
Se non avete mai avuto modo di giocare la versione originale di Crash Team Racing, non sono molte le informazioni di cui avete bisogno per scendere in pista. Il sistema di guida ricorda da vicino quello di Mario Kart, salvo un paio di variabili. La prima è la possibilità di aumentare momentaneamente la velocità dopo aver passato qualche istante in volo, con la durata dello scatto proporzionata al tempo speso con le ruote staccate da terra. La seconda, ancor più importante, è la dinamica del triplo turbo associata alle derapate. Affrontando le curve strette in derapata, l’indicatore nella parte bassa dello schermo si riempie e il fumo dietro al kart tende a scurirsi. Premendo con il giusto tempismo il dorsale sinistro del controller, si accede a un aumento temporaneo della velocità. Durante le derapate più lunghe l’operazione può essere ripetuta fino a un massimo di tre volte, aumentando in modo proporzionale la durata dello scatto. Questa meccanica rappresenta il cuore del modello di guida di CTR ed è indispensabile per portare a casa tutti i trofei. Rispetto alle derapate di Mario Kart, il triplo turbo di CTR è inutilmente più complesso e appesantisce l’esperienza di gioco, ma i giocatori in grado di padroneggiare del tutto la tecnica possono togliersi molte soddisfazioni, soprattutto nelle sfide con altri piloti umani.
Più di un remake
Potendo contare su un solo episodio realizzato da Naughty Dog, CTR non ha mai avuto modo di sviluppare le buone intuizioni del team originale. La storia ci insegna che Crash Nitro Kart e Crash Tag Team Racing, sviluppati da studi differenti, non hanno mai garantito le stesse emozioni del capitolo originale. Da quelle esperienze il remake recupera solo i piloti, le piste e la modalità battaglia, nel tentativo di arricchire i contenuti di un prodotto altrimenti troppo scarno per il mercato odierno. A questa scelta comprensibile si aggiungono le modifiche con cui il team Beenox ha rinfrescato l’intera esperienza. La più evidente è la rivisitazione della modalità Avventura, disponibile sia in versione classica che nella variante moderna, con il livello di difficoltà selezionabile e la possibilità di cambiare in qualsiasi momento il pilota o il kart con cui scendere in pista. La difficoltà è stata scalata verso l’alto e ora i piloti avversari non solo sfoggiano uno stile di guida più aggressivo, ma sfruttano con regolarità tutti gli oggetti che trovano nelle piste. Anche sul fronte dei tracciati sono stati fatti molti cambiamenti, correggendo i bug e i glitch normalmente sfruttati dalla community storica per tagliare porzioni di pista generose. Tutto questo è affiancato dall’imprescindibile modalità online, senza però rinunciare al brivido intimo del multiplayer in split-screen, che tante amicizie ha consolidato e distrutto nel corso degli anni. Sono molte le modalità disponibili, ma non tutte sono altrettanto divertenti. Oltre alla già citata Avventura, potrete affrontare la Gara Singola, le Prove a Tempo e le varie opzioni della Battaglia. La carne al fuoco non manca!
Allarme bilanciamento
Una volta digerite le modifiche alla fisica dei kart rispetto alla versione originale, per gli appassionati di CTR arriva il momento di fare sul serio. Purtroppo, è proprio quando il gioco si fa duro che emergono i problemi più gravi di questo remake, tutti legati al bilanciamento. Le caratteristiche rendono alcuni dei piloti selezionabili ben più forti di altri, a prescindere dall’abilità di chi impugna il controller. A questo si aggiunge una gestione sciagurata degli oggetti, che spesso non tiene conto della posizione occupata. Se avete giocato abbastanza a lungo a Mario Kart, in particolar modo ai capitoli più recenti, avrete notato l’accuratezza con cui il gioco gestisce la distribuzione dei gadget. Gli oggetti sono divisi in categorie e livelli di efficacia e le probabilità di trovarli variano in base alla posizione occupata durante la gara. In CTR questo tipo di gestione è molto più confusionaria e non è raro ricevere un oggetto totalmente inutile rispetto alla situazione in pista. Si tratta di un problema da non sottovalutare, perché oltre a rendere frustranti alcune gare della modalità Avventura, soprattutto nella sua rivisitazione moderna, intacca il divertimento che si prova nelle sfide multigiocatore, sia con gli amici che contro gli sconosciuti online. Nonostante questo, Nitro Fueled è uno dei migliori giochi di corse arcade per PlayStation 4 e Xbox One, grazie anche a un prezzo di vendita molto competitivo (39,99 euro). Su Nintendo Switch, tuttavia, la palma d’oro spetta ancora a Mario Kart, con buona pace di chi si ostina a sostenere il contrario.
Produttore: Activision
Distributore: Halifax
Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One, Switch