Alzi la mano chi, negli ultimi anni, ha trovato fenomeni culturali italiani più bistrattati del ritorno dei cantautori. Dall’assenza di esigenza e materia contemporanea, utili a tenere in vita il genere, alla mancanza di originalità, i capi d’accusa sono moltissimi. Chi scrive considera magica la sopravvivenza della rima fiore amore, la più antica e difficile, che incantò Saba e che incanta ancora, trasversalmente, Dente, uno che con le rime ha sempre fatto giochetti proibiti, come prima di lui solo il Francesco De Gregori dei tempi di Sono tuo. Canzoni per metà è l’ennesimo capitolo di piccole canzoni alla Dente, come le abbiamo sempre conosciute, che parlano di ciò di cui parla ogni canzone: amore, metà del cuore. Con una scrittura solida e uno stile che, tra i cantautori, non ha eguali, nonostante la quantità delle proposte. Una cosa dispiace: il concept delle canzoni a metà non risponde a un desiderio diffuso, vedere cioè uno come Dente svincolarsi da un senso di leggera incompiutezza, completando così il proprio talento mostruoso.
Potete leggere l’edizione digitale della rivista,
basta cliccare sulle icone che trovi qui sotto.