Dinosaur Jr. - Give a Glimpse of What Yer Not | Rolling Stone Italia
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Dinosaur Jr. – Give a Glimpse of What Yer Not

Leggi la nostra recensione dei Dinosaur Jr. su Rollingstone.it

OK, questo è un disco bellissimo. Giuro. E non lo dico solo perché sono un nostalgico del cazzo e i Dinosaur Jr sono stati uno dei gruppi che meglio ha scandito la mia adolescenza fino ad accompagnarmi all’età adulta. Il motivo non è quello e vi prego di credermi: Give a Glimpse of What Yer Not è un disco figo anche se si hanno solo vent’anni e un po’ di curiosità per capire com’è che va affrontata quella faccenda che una volta si chiamava indie rock e adesso pure, anche se non è più la stessa cosa. Perché non è più la stessa cosa, lo sappiamo, e quella che un tempo era di moda chiamare musica alternativa ora è diventata il classic rock dei nostri figli, roba fuori moda, che non rappresenta lo spirito del momento, ma pure terribilmente genuina e onesta. E se in giro per il mondo continuano a esistere gruppi di ventenni che vanno in sala prove con l’idea di suonare questa roba e poi finire regolarmente a calcare i palchi dei grandi festival del globo, il merito è proprio anche di gente come i Dinosaur Jr. Gente che aveva smesso di suonare insieme ed è tornata a farlo più o meno per soldi e che poi non si è più fermata. Da quando J Mascis, Lou Barlow e Murph hanno ricominciato a fare musica insieme sono passati più di dieci anni e quattro album, quattro album in cui i Dinosaur Jr. hanno ripercorso la loro carriera precedente senza cercare mai di “suonare nuovi”, ma provando semplicemente a fare la loro cosa nel loro modo. Ci sono più o meno riusciti a fasi alterne, ma adesso finalmente ci siamo: se questo disco dovesse rappresentare il capitolo definitivo della loro carriera, non storcerà il naso nessuno. Perché è perfetto così: con le canzoni suonate a mille all’ora, con Lou Barlow che scrive i suoi pezzi migliori dopo un sacco di tempo, Murph che picchia duro e una pioggia d’assoli di quelli che così solo J Mascis. Tutto al posto giusto, tutto come deve essere. Con buona pace di quei famosi ventenni che dischi così forse ancora se li sognano di notte.

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OK, questo è un disco bellissimo. Giuro. E non lo dico solo perché sono un nostalgico del cazzo e i Dinosaur Jr sono stati uno dei gruppi che meglio ha scandito la mia adolescenza fino ad accompagnarmi all’età adulta.
Il motivo non è quello e vi prego di credermi: Give a Glimpse of What Yer Not è un disco figo anche se si hanno solo vent’anni e un po’ di curiosità per capire com’è che va affrontata quella faccenda che una volta si chiamava indie rock e adesso pure, anche se non è più la stessa cosa. Perché non è più la stessa cosa, lo sappiamo, e quella che un tempo era di moda chiamare musica alternativa ora è diventata il classic rock dei nostri figli, roba fuori moda, che non rappresenta lo spirito del momento, ma pure terribilmente genuina e onesta.
E se in giro per il mondo continuano a esistere gruppi di ventenni che vanno in sala prove con l’idea di suonare questa roba e poi finire regolarmente a calcare i palchi dei grandi festival del globo, il merito è proprio anche di gente come i Dinosaur Jr. Gente che aveva smesso di suonare insieme ed è tornata a farlo più o meno per soldi e che poi non si è più fermata. Da quando J Mascis, Lou Barlow e Murph hanno ricominciato a fare musica insieme sono passati più di dieci anni e quattro album, quattro album in cui i Dinosaur Jr. hanno ripercorso la loro carriera precedente senza cercare mai di “suonare nuovi”, ma provando semplicemente a fare la loro cosa nel loro modo. Ci sono più o meno riusciti a fasi alterne, ma adesso finalmente ci siamo: se questo disco dovesse rappresentare il capitolo definitivo della loro carriera, non storcerà il naso nessuno. Perché è perfetto così: con le canzoni suonate a mille all’ora, con Lou Barlow che scrive i suoi pezzi migliori dopo un sacco di tempo, Murph che picchia duro e una pioggia d’assoli di quelli che così solo J Mascis. Tutto al posto giusto, tutto come deve essere. Con buona pace di quei famosi ventenni che dischi così forse ancora se li sognano di notte.

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