È un album? Un mixtape? Beh, chissenefrega. Queste 17 tracce uscite a sorpresa spaccano sicuramente più di tanti lp dai grossi budget.
In mezzo non troverete nessun singolo da hit radiofonica, e nemmeno quelle trappole super accattivanti che hanno portato l’MC di Toronto verso la fama. In compenso ci sono dei pezzi come Star67 che potrebbero essere considerati uno sputacchio antipatico nel piatto in cui si mangia: “Beretta nuova di zecca / non vedo l’ora di tirarla fuori / vado dalla mia etichetta e gli faccio: e l’assegno?”.
È difficile immaginare i vertici della Cash Money Record che l’ascoltano e si mettono a ballare la shmoney dance. Eppure, per i fan della peculiare estetica di Drake è come fosse manna dal cielo, o quantomeno manna dal Canada. Dal punto di vista musicale questi pezzi sono un’immersione nel sound che il rapper stava mettendo a punto nel 2013 con Nothing Was the Same. Collaboratori fidatissimi come Boi-1da si inseriscono con confusi loop di piano in modo da lasciare a Drake tutto lo spazio per farsi sentire.
Le spacconate hanno perso di modestia e le invettive si son fatte più taglienti: “Per favore non parlatemi come se fossi il Drake di quattro anni fa”, ghigna in No Tellin, “sono arrivato più in alto”. Se l’abbiamo conosciuto per la sua apertura emotiva, qui siamo al grado minimo di vulnerabilità. Almeno fino a quando si arriva a You & the 6, omaggio a sua madre. È uno dei suoi pezzi migliori in assoluto, ma non lo si capisce immediatamente, perché abbiamo a che fare con un Drake più cool.
Per una volta tanto non sembra uno che vuole essere ricordato come un grande.
Lo è, e basta.