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Dreams, la recensione del nuovo gioiello di Media Molecule

Il “Sogniverso” di Media Molecule arriva a coronamento di un decennio che ha visto il progressivo affermarsi delle interazioni social e delle esperienze basate sui contenuti generati dagli utenti
4.5 / 5

La gestazione di Dreams è stata lunga e in qualche modo misteriosa. Era il febbraio del 2013, infatti, quando per la prima volta Media Molecule, in occasione del Playstation Meeting, mostrò il concept del suo nuovo progetto: un software per creativi, un tool di modellazione 3D, un simulatore di chitarristi rock? All’epoca in pochi misero a fuoco l’idea, l’unica cosa chiara era che la presentazione faceva da apripista a quella più importante di PlayStation 4, mostrata da lì a poco su quello stesso palco. La sua funzione era delineare uno dei punti programmatici di Sony per la sua nuova console che doveva essere, almeno nelle intenzioni iniziali, un luogo dove coltivare la propria immaginazione. Per lo studio britannico invece era il modo per estendere le possibilità offerte dall’editor di LittleBigPlanet a qualcosa che abbracciasse la creazione di videogiochi a tutto tondo, superando la necessità di una base di elementi di partenza preconfezionati.
Oggi possiamo tranquillamente affermare che si trattava allora di un passo più lungo della gamba, tanto che Dreams – battezzato ufficialmente in questo modo solo nel 2015 – si è preso praticamente tutta la generazione per incarnarsi in qualcosa di più concreto di un sogno a occhi aperti. Nel corso di questi ultimi due anni Media Molecule ha lavorato a stretto contatto con la community PlayStation di videogiocatori e aspiranti designer, dapprima rilasciando una versione beta del gioco e poi distribuendolo in accesso anticipato da aprile 2019. Questo ha permesso agli utenti più interessati di cominciare fin da subito a familiarizzare con lo strumento, e a tutti noi che ci avviciniamo oggi alla versione definitiva del “gioco” di avere una smisurata quantità creazioni già disponibili tra cui curiosare.

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1) Volete sognare con Art

Per dar prova delle potenzialità di Dreams Media Molecule ha introdotto nell’offerta un breve gioco della durata di 2-3 ore intitolato “Il sogno di Art”, realizzato attraverso l’impiego esclusivo degli strumenti presenti nel software. Il protagonista dell’avventura è un contrabbassista di talento di nome Art che sta attraversando una fase di crisi esistenziale e vorrebbe riconciliarsi con il mondo della musica. Lo farà navigando tra le sue emozioni e le sue paure in un percorso dove il piano onirico si alterna (e a volte sovrappone) a quello reale, progredendo in una rapsodia di generi videoludici che spaziano dall’avventura grafica dai toni noir, al platform, al rhythm game e persino allo shoot ‘em up.
Il sogno di Art è il biglietto da visita di Dreams, il messaggio di benvenuto di Media Molecule, ma nonostante la sua natura strumentale non sfigurerebbe, per stile e ricercatezza, accanto alle produzioni indipendenti più elogiate degli ultimi anni.

2) Siete curiosi e vi piacciono le esperienze social

Dreams non è solo uno strumento di sviluppo di videogiochi ma è anche un’immensa galleria social dove condividere, esporre e apprezzare tutte le opere realizzate dalla community e, grazie al periodo di early access, questo colorato firmamento è già costellato di sogni digitali di ogni gusto e qualità. Navigare nel menù dedicato alle creazioni degli utenti è estremamente semplice e per orientarsi si può seguire la scia di “like” lasciati dagli altri oppure consultare la selezione di opere scelte da Media Molecule. Certo, come in tutte le raccolte di produzioni dal basso la qualità è a dir poco altalenante, ma anche imbattersi in progetti senza né capo né coda o dalla realizzazione raccapricciante possiamo dire che fa in qualche modo parte del divertimento.

3) Adorate qualsiasi forma d’arte visiva

Dreams non permette solo di creare esperienze ludiche più o meno brevi ma anche di cimentarsi nella messa in scena di cortometraggi e video musicali, oppure di allestire un’esposizione virtuale di opere d’arte. Accanto alla programmazione di un videogioco, l’editor consente altresì di modellare, scolpire, dipingere, comporre musica e tutto quello che serve per dare vita alla propria concezione personale di sogno digitale. Per chi rischia sentirsi perso di fronte a tanta libertà, ci sono sempre le centinaia di risorse già pronte su cui fare affidamento: elementi di scena, modelli dei personaggi, animazioni e così via.

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4) Il lavoro di game designer vi affascina

Il tool di sviluppo offerto da Dreams è tanto profondo quanto versatile. Pur aggirando la necessità di conoscere un linguaggio di programmazione, le possibilità di controllo sui vari elementi che compongono il risultato finale sono comunque notevoli. Questo significa che anche per realizzare un’esperienza di pochi minuti possono volerci giorni di lavoro. Dreams rende accessibile il processo di sviluppo di un videogioco a chiunque abbia voglia di esplorare la lunga serie di tutorial interattivi, ordinati per difficoltà, che il software mette a disposizione, e di scendere a patti con la gestione macchinosa e spesso poco intuitiva del DualShock 4 o del PS Move (meglio) per eseguire tutte le operazioni.

5) Avete voglia di sperimentare con la realtà virtuale

Quello della realtà virtuale è un terreno per molti ancora in buona parte inesplorato e per questo ancora generoso di possibilità. Anche se in questo preciso momento Dreams non include il supporto al PlayStation VR, stando a quanto dichiarato da Alex Evans di Media Molecule la funzionalità è pronta e arriverà presto. Ciò non significa solo un nuovo modo molto più coinvolgente e realistico di vivere, tanto per fare un esempio, la scultura 3D, ma anche che aumenterà di misura la quantità di esperienze disponibili per la VR grazie ai contributi della community.

Non acquistate Dreams se…

1) Avete poca inventiva e poco tempo da perdere

Dreams non è un software che va bene solo per chi ha voglia di creare videogiochi. L’esperienza ha una sua ragione d’essere anche nella semplice veste di esploratori di questo enorme archivio di memoria collettiva generazionale. In quasi tutte le opere presenti troviamo ispirazioni, rievocazioni (quando non veri e propri tentativi di remake), citazioni e linguaggi che superano i confini dell’universo videoludico e affondano le proprie radici nel substrato della cultura pop degli ultimi 30-40 anni. È un tour interessante ma non sempre brillante, e quindi va approcciato con lo spirito di chi si prepara a partecipare a una rassegna di cortometraggi su scala mondiale: si può vivere l’esperienza più interessante della propria vita o rischiare di annoiarsi a morte. Ed è chiaro che non tutti possono o vogliono permetterselo.

2) Preferite un tipo di esperienza più strutturata

Eccezion fatta per “Il sogno di Art”, buona parte dei progetti al momento presenti su Dreams sono brevi esperienze della durata di pochi minuti, spesso realizzate riciclando gli asset già messi a disposizione da Media Molecule. Il criterio dei voti del pubblico non è un sicuro discriminante di qualità – come i social network ci hanno ben insegnato negli anni – e per trovare il gioco della vita spesso ci sarà bisogno di passare attraverso tanti piccoli obbrobri e cloni mal riusciti dei vari Super Mario, Minecraft e Tomb Raider.

3) Cercate qualcosa di più serio e professionale

Dreams offre sicuramente un editor profondo e anche complesso, ma è pur sempre uno strumento nato con la necessità di essere user friendly e quindi accessibile a tutti. È un ottimo modo per bagnarsi i piedi e capire se il mondo dello sviluppo di videogiochi fa per voi o no. È chiaro però che l’attività professionale è un’altra cosa, che richiede competenze diverse e la specializzazione in un unico campo, che sia la programmazione, la modellazione 3D, il sound design e via dicendo. Dreams può essere un ottimo punto di inizio, ma non può essere un punto d’arrivo.

4) Odiate i tutorial

A fare da contraltare al punto precedente, lo sviluppo in Dreams può sicuramente essere approcciato come un hobby, ma se volete dar vita a qualcosa di quantomeno decente non c’è scampo: i tutorial da seguire per padroneggiare i mezzi a disposizione sono tanti, lunghi e spesso non basterà consultarli una sola volta per avere tutto chiaro. Non è un software che permette di sperimentare semplicemente “buttandosi” (a meno che non si abbiano esperienze pregresse di altro tipo nel campo) e anche solo imparare a fare le cose con i controller è un lavoro a sé. Almeno fino all’introduzione del supporto per mouse e tastiera.

5) Non volete condividere gratuitamente le vostre esperienze

Se avete grandi ambizioni e vi sentite (o siete) già game designer provetti potreste trovare insensato spendere ore di lavoro per realizzare un progetto, magari molto apprezzato dalla community, per ricevere in cambio solo una manciata di like. Qualcuno aggira già il problema chiedendo donazioni esterne agli utenti, ma si tratta pur sempre di una forma di pagamento aleatoria. Altri invece sperano di guadagnare visibilità attraverso Dreams per entrare in contatto con realtà lavorative già avviate, e a quanto pare c’è chi c’è già riuscito. In ogni caso, valutate seriamente le possibilità che l’ecosistema gestito da Media Molecule offre in concreto, prima di decidere se riversarci dentro la vostra creatività.

Produttore: Media Molecule
Distributore: Sony
Lo puoi giocare su: PlayStation 4

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