“Se esistesse una versione di FIFA scontata, diciamo un 10-15 euro in meno, con solo Ultimate Team, la comprerei. Perché delle altre modalità non mi importa nulla”. Questa è la frase che abbiamo sentito pronunciare da un amico, esperto (o forse anziano?) giocatore e appassionato di simulazioni calcistiche. Può essere considerata la boutade di un singolo? No visto che, dati (e sondaggi) alla mano, appare evidente come il popolo di EA voglia soprattutto “sbustare”, nella speranza di trovare Messi, Ronaldo, Hazard o qualche leggenda del passato. E tutto il resto? Contorno. Puro contorno.
Partiamo dal “contorno”
FIFA 20 accontenta i giocatori con una nuova edizione di Ultimate Team che prosegue sul solco della tradizione. Le anime della competizione sono ancora due, una offline (Squad Battles) e una online (Division Rivals & FUT Champions Weekend League), affiancate da un nuovo sistema di amichevoli, da inedite varianti regolamentari, da un doveroso restyling nei menù e da un rinnovato sistema di ricompense basato su punti esperienza e sul completamento di obiettivi specifici. A conti fatti le novità non sono poche e non sono molte, e presentano un paio di caratteristiche fondamentali: sono facilmente assimilabili e non modificano in maniera radicale l’esperienza di gioco. Appare evidente come EA non abbia la minima intenzione di stravolgere una macchina da soldi che marcia a pieno regime (nell’ultimo anno fiscale ha rappresentato il 28% delle entrate nette totali della compagnia), mantenendo inalterato una struttura che si basa su un loop infinito fatto di partite, crediti accumulati, acquisti virtuali e, per una porzione importante dell’utenza, qualche (o più di qualche) euro speso di tanto in tanto per potenziare la propria compagine.
FIFA 20 accontenta però anche quella fetta, a quanto pare piuttosto risicata, di pubblico che non vive solo di Ultimate Team, proponendo alcune variazioni sul tema. In questo campo c’è maggiore fantasia, quest’anno più che mai con il ritorno in scena dello street soccer. Volta Football propone una breve (e sin troppo lineare) avventura narrativa nel mondo del calcio da strada, a cui si affiancano un apprezzabile quantitativo di varianti che spaziano dal 3 vs 3 (con tanto di sponde e porticine) al classico futsal 5 vs 5. Divertenti e caratterizzate da un ritmo frenetico, le partite a Volta sono il regno dei dribblomani, in cui sono banditi schemi tattici e dove ogni eccesso è tollerato. Dopo poche partite siamo giunti a una conclusione: nel calcetto made in EA, comportarsi da “veneziani” è quasi un obbligo morale. Più canonica la modalità Carriera, che permette di vestire i panni sia di un giocatore che di un allenatore. Proprio quest’ultima opzione dispone di un notevole potenziale e, pur con qualche ingenuità di troppo, non manca di fornire spunti notevoli soprattutto per chi è in cerca di una sfida impegnativa. Perché portare la Cremonese (o meglio, Cremona vista la mancanza della licenza ufficiale) in Champions League non impresa è da tutti…
Squadra che vince…
Squadra che vince non si cambia. Un grande classico che tutti gli appassionati di calcio avranno sentito qualche milione di volte. Nel caso di FIFA 20 squadra che vince non si cambia, o per essere più precisi, si cambia poco. Scesi in campo si prova una sensazione di familiarità, ed è facile entrare nel vivo di un incontro. Il meccanismo base è quello ben oliato e collaudato che chiunque abbia provato una passata (recente) edizione conosce a menadito, con qualche leggera variazione sul tema. L’aspetto più interessante è sicuramente la riduzione del ritmo di gioco, che consente di gestire la manovra con maggiore calma. Il pallone, complici anche rinnovate routine fisiche, scorre con buona fluidità e i compagni di squadra si comportano in maniera coerente, adottando posizioni e movimenti che favoriscono la costruzione di azioni che vanno oltre la ripetizione esasperata dello stesso schema. Forse in questo campo si poteva (e si doveva) osare ancora di più, tirando in maniera più netta il freno a mano e lavorando anche sulla velocità dei singoli giocatori. L’impressione è che alcuni “velocisti” siano sovrapotenziati, con tutti i rischi che ne conseguono: sgroppate sulle fasce difficili, se non impossibili, da fermare, e lunghe sequenze di scatti e controscatti che hanno poco a che vedere con il calcio reale. Problemi questi che si verificano contro la cpu ai livelli di difficoltà più elevanti, e che rischiano di amplificarsi ulteriormente contro le formazioni create da altri utenti. Pur con questi limiti, il comportamento dei ventidue in campo è tutto sommato adeguato. Non perfetto, ma adeguato. Molti più appunti si possono invece muovere sull’operato dell’arbitro, che elargisce cartellini gialli e rossi seguendo schemi che appaiono nella maggior parte dei casi privi di qualsivoglia logica.
Chi ha fatto palo?
Il palo è stato colto, almeno in parte, da EA Sports. Se è infatti vero che FIFA 20 è un titolo di buona qualità, è anche innegabile che sarebbe stato possibile fare di più. Ci vuole più coraggio in alcune scelte che riguardano la struttura di gioco, e ci vuole un pizzico di rinnovamento nel comparto tecnico (la telecronaca, ad esempio). Anche perché la concorrenza non resta a guardare e, dopo anni di alti e bassi, sembra aver raggiunto un equilibrio e una maturità invidiabili. FIFA stravince ancora la battaglia fuori dal campo, ma una volta indossati i calzoncini e scesi sul terreno di gioco è eFootball PES 2020 a guidare le danze.
Produttore: EA Sports
Distributore: EA Sports
Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One, PC