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Hagai Levi e Sarah Treem – The Affair 3

Leggi la recensione della terza stagione di "The Affair" su RollingStone.it
3 / 5

Il fascino di questa serie è tutto nei suoi diversi punti di vista, quindi iniziamo con il pubblico: un veloce sondaggio conferma che uno dei motivi per cui è difficile mollarla – pur con le sue frustranti svolte nella trama – ha a che vedere con i suoi protagonisti. Per alcuni, il magnete è l’eroticissima bocca di Alison Bailey/Ruth Wilson; per altri, le chiappe di calcestruzzo di Noah Solloway/Dominic West. Trattandosi di una storia che ruota intorno a un adulterio, si fa largo impiego di entrambi. Dove ci ha lasciato la seconda stagione? Il riassunto ve (e me) lo risparmio. Immaginatevi un Beautiful che si sposta liberamente lungo l’asse temporale, in cui ogni personaggio dà la propria versione dei fatti, e gli sceneggiatori fanno di tutto per togliere certezze; probabilmente hanno sentito che nella meccanica quantistica la realtà esiste solo nel momento in cui viene osservata. Noah, scrittore quasi di successo, alla fine della scorsa stagione ha deciso di dichiararsi colpevole di omicidio – per salvare moglie e amante, ma anche un po’ per masochismo. Uscito di prigione è solo, estraniato dalla famiglia e da Alison. Naufragati i sogni di gloria letterari, insegna presso un’università scarsa, e riesce a malapena a pagare l’affitto. È convinto che qualcuno lo segua. Il nemico è nella sua mente? Soltanto un nome: Brendan Fraser, più inquartato che mai. The Affair è così: un giorno saranno costretti a dirci cosa cazzo sta succedendo. Nell’attesa, godiamoci queste storie tese.

La recensione è stata pubblicata su Rolling Stone di dicembre.
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