Rispettare le attese non è facile, soprattutto quando hai uno dei nomi di band più fichi in circolazione e l’hype è già salito da 0 a 100 con un singolo. Il progetto di Greg Gonzalez è chiaro: un ambient pop rallentato e fumoso, total black (e quindi che “sta bene con tutto”) con tanto di songwriting citazionista – un po’ dai ’60 un po’ dagli ’80 – e voce sexy al limite della parodia.
All’inizio ci sono cascato anch’io: sono canzoni perfette nel fare da cassa di risonanza al languore e alla malinconia. Ma di fronte al ripetuto ascolto domestico dell’album, quando questa muzak da crociera emotiva aveva già circumnavigato varie volte il mio letto, ho capito che mi trovavo dentro a una versione aggiornata e fichetta del Buddha Bar.
Tutto suonato con stile: siamo dalle parti dei Beach House, dei primi The xx, però l’esperienza dei Cigarettes After Sex non è quasi mai originale, e annoia presto.