Con questo album Coez aggiunge cemento fresco ai pilastri del ponte che lega l’hip hop all’indie pop, e lo fa con alcuni ottimi pezzi. Sembra però troppo ansioso di dimostrare il suo versatile talento di b-boy e cantautore, correndo il rischio di confondere un pubblico sempre più alla ricerca di artisti-brand con identità precise.
Per noi il vero Coez è il nuovo Messaggero della Dopa – il flow di Neffa ricorre spesso nell’album – di pezzi come Occhiali Scuri (con un super feat. di Gemitaiz che mette in rima pure Run the Jewels), Un sorso d’Ipa e Mille Fogli (uno dei testi migliori). Non che Faccio un Casino non sia una vera hit, ma potrebbe averla scritta – oltre che prodotta – Contessa de I Cani.
Per non parlare di alcuni pezzi calcuttiani: il ritornello di La Musica non c’è ricorda il tormentone della scorsa estate Oroscopo. Meglio Coez, quello originale.