Ecco il perfetto divertimento animato delle vacanze natalizie per bambini di tutte le età – preferibilmente sotto i cinque anni, quando i colori vivaci sono tutto ciò di cui abbiamo bisogno per distrarci. I bambini più grandi tendono a essere scettici. E chiunque abbia passato l’età per votare potrebbe fare fatica a mandarlo giù. Non fraintendetemi: non è che la storia non possa uscire dal classico di Seuss del 1957. Lo standard resta la perfida e stramba versione tv del 1966 diretta da Chuck Jones e con un brutto e antipatico Boris Karloff che dava voce alla cattiva e verdissima macchina odia-Natale. E l’ultimo adattamento non è neanche lontanamente insopportabile come il live-action di Ron Howard del 2000 How the Grinch Stole Christmas, con un Jim Carrey in iperventilazione (più che recitazione) nei panni del Grinch.
Questa nuova versione targata Illumination Entertainment – meglio conosciuta per Cattivissimo me e Sing – aggiunge un’ora di ripieno a un film progettato per non offendere nessuno o per restare in testa solo pochi secondi dopo averlo visto. A doppiare il Grinch questa volta è Benedict Cumberbatch, la brillante star britannica di Sherlock che recita con accento americano. Il che solleva la domanda: perché non affidare la parte a un attore statunitense? Bill Murray e Bill Hader non erano disponibili? Per dire…
In ogni caso, il Grinch nella sua ultima incarnazione è ancora verde ma molto meno cattivo. Quelli che si aspettano che Cumberbatch aggiunga un po’ di Doctor Strange alla sua interpretazione del Dr. Seuss saranno molto delusi. I registi Scott Mosier (al suo primo lungometraggio) e Yarrow Cheney (Pets) non rischiano, vanno sul sicuro. Sì, il Grinch si vestirà come Babbo Natale per rubare tutti i regali. Ma come fare di quello un intero film?
Non è possibile, quindi la sceneggiatura di Michael LeSieur e Tommy Swerdlow gioca su fiumi di parole. C’è un retroscena per spiegare perché il Grinch abbia messo su quel caratteraccio. Per umanizzarlo ulteriormente, c’è Cindy-Lou Who (doppiato da Cameron Seely), una simpatica peste con una sola richiesta per “Babbo Natale” (voi-sapete-chi travestito): dare una vita migliore alla mamma single e lavoratrice (Rashida Jones). Prova a opporti.
Per aggiungere delle pennellate moderne che nessuno ha chiesto, Tyler, the Creator diventa il surrogato rap del Grinch (“All them smiles homie, I turn ’em to frowns / All them decorations, I tear ’em down”) e Pharrell Williams fa da narratore in rima. Theodor Geisel, alias Dr. Seuss, morì nel 1991, risparmiandosi di dover sopportare i presunti miglioramenti al suo classico. Eppure, non si può negare che Il Grinch offra un servizio perfetto a chiunque abbia bambini bisognosi di un sonnellino sotto una coperta di piatta dolcezza.