Paul McCartney, la recensione della ristampa di ‘Flaming Pie’ | Rolling Stone Italia
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La ristampa di ‘Flaming Pie’ di Paul McCartney è un gigantesco pacco regalo

La nuova edizione del classico del 1997 trabocca di demo, provini ed estratti dal programma radiofonico 'Oobu Joobu'. È perfetta per scoprire i segreti di uno dei dischi migliori della carriera solista di Macca

Paul McCartney in studio

Foto: MJ Kim(MPL Communications Ltd

A metà degli anni ’90 Paul McCartney è tornato a occuparsi di Fab Four con il progetto The Beatles Anthology, ha ricevuto il cavalierato da Sua Maestà (una gran brava ragazza) e presentato Oobu Joobu, show radiofonico che gli permetteva di cazzeggiare e mandare in onda vecchie cassette e altre stramberie che aveva raccolto strada facendo.

Queste esperienze l’hanno messo nella condizione ideale per scrivere Flaming Pie, un bel pot-pourri di rock, ballate ed esperimenti pubblicato nel 1997 che suona molto più ispirato (e piacevole) del disco precedente, Off the Ground del 1993. Co-prodotto da George Martin e suonato fra gli altri con Ringo Starr, Jeff Lynne e Steve Miller, il disco è uno dei punti più alti del decennio del bassista. Beautiful Night era una ballata meravigliosamente sdolcinata; la title track era stramba e doveva molto a John Lennon («Ho avuto una visione», ha detto una volta Lennon, «un uomo è apparso su un pasticcio di carne in fiamme e ha detto: da questo giorno voi sarete i Beatles, con la A»); con le sue chitarre nervose, The World Tonight resta uno dei suoi singoli migliori da solista. E pur non sapendo di che cosa parla di preciso, è impossibile non credere a Paul mentre canta “Vado così indietro che mi ritrovo davanti a me stesso”. Tutti questi pezzi avevano una tale urgenza da spingere a perdonare passi falsi come Somedays, Young Boy e la jam blues Really Love You.

Paul McCartney - The World Tonight (Dir: Geoff Wonfor)

Ora McCartney torna a quel disco con una ristampa super deluxe. Contiene registrazioni casalinghe, demo e outtake, così come un sacco di Oobu Joobu, ed è un ritratto affascinante della rinascita creativa del bassista. Le demo casalinghe sono semplici e intime: Paul suona The World Tonight da solo dalla chitarra acustica, mentre Flaming Pie, nella versione con un piano martellante e la voce nasale, sembra un pezzo di un outsider come Daniel Johnston. Nelle versioni in studio di Beautiful Tonight sentiamo Ringo che dice di doverci «entrare dentro», mentre la versione “rude cassette” di Heaven on a Sunday ha un suono quasi rivoluzionario a base di drum machine e vibrafono jazz. Alla fine del pezzo, Macca e i suoi amici (forse Ringo?) cantano e ridono come se fossero alla fine di una serata in giro per locali. Infine, l’outtake Ballad of the Skeletons mostra Allen Ginsberg mentre mette a ferro e fuoco la politica degli anni ’90, e in Looking for You Paul ricorda l’Harry Nilsson di Nilsson Schmilsson, mentre Ringo tiene un tempo dritto.

Ma quello che tiene assieme tutto e rende la ristampa qualcosa in più di una semplice raccolta di materiale d’archivio sono gli estratti di Oobu Joobu, e il tour di un’ora nel suo studio. In una delle puntate dello show Paul racconta della volta in cui ha accompagnato Linda a una lezione di cucina: mentre la moglie tagliava le cipolle, lui suonava la chitarra acustica. È così che sono nati gli accordi di Young Boy. Chissà come dev’essere stato cercare la farina e ritrovarsi di fronte a un nuovo pezzo di McCartney (nella raccolta sono incluse ricette e foto scattate da Linda).

E poi c’è il tour dello studio, Flaming Pie at the Mill, un viaggio folle in cui si passa dal Mellotron, alla batteria a una chitarra comprata negli anni ’60. Paul spiega il ruolo degli strumenti in Flaming Pie e nei dischi dei Beatles. Canta un po’ di Heartbreak Hotel con un basso appartenuto a Bill Black (uno dei collaboratori di Elvis), spiega il suono di flauto in Strawberry Fields, ricorda che sulla carta igienica degli Abbey Road Studios era stampata la scritta “Proprietà della EMI”.

Le parti del cofanetto sono come tessere di un puzzle. Completarlo aiuta a capire come McCartney ha ritrovato se stesso e ha imboccato la strada giusta per arrivare fino ai giorni nostri.

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