Quattro donne si scatenano durante l’addio al nubilato di Jess (Scarlett Johansson), una rigida politica con un serio problema di manie di controllo. Ottima premessa. È tempo di clubbing per le ragazze: Frankie, un’attivista lesbica, e la diva Blair, la sua ex compagna; Pippa, l’amica australiana; Alice, una professionista delle feste che non è mai diventata adulta e che si vanta di avere una reputazione da “foot-job girl”. Ottimo cast.
Per ora sembra tutto delizioso. E poi che succede? Dopo aver bevuto, pippato e aver “nuotato in un mare di cazzi” (parola di Alice), le cinque si ritrovano in una bella casa sul mare. A questo punto dovremmo scoprire chi sono i personaggi, cosa li lega, eccetera… No. La trama gira intorno alla morte di uno spogliarellista. Non è un omicidio: una delle ragazze, un po’ sovrappeso, se l’è fatto con eccessivo entusiasmo. Ecco quindi il sangue, quel brivido necessario a raffreddare il caos bollente della situazione, e un sacco di ironia forzata nelle scene dove si nasconde il cadavere.
È qui che Crazy Night scopre la sua crisi d’identità. È Le amiche della sposa mixato con Weekend con il morto? Oppure Cose molto cattive con un tocco di The Wedding Party? Il film non risolve mai il suo problema, trasformandosi in una versione pompata di estrogeni di Una notte da leoni. Ci sentiamo in diritto di pretendere di più, da una squadra così ricca di talento.
Che fare? L’ovvio, naturalmente (sigh). Le risate sono casuali, anche se devo ammettere di aver apprezzato la gag su The Human Centipede. La verità è che tutta la bellezza del film sta nelle sue attrici.
La Johansson, nel ruolo principale, mostra una certa determinazione a lasciarsi andare in un film mainstream volgare e arruffapopoli. Bell è il fuoco vivo del gruppo; le darei il premio come migliore attrice se non ci fosse McKinnon a fare ancora meglio. Le ragazze di Crazy Night sono una bellissima sorpresa. Non sono mai fuori posto. Non si può dire la stessa cosa del resto del film.