C’è un filo sottile che unisce Harry Potter e Batman. Che collega Indiana Jones e Jack Sparrow. Che parte da Luke Skywalker per arrivare fino a Frodo Baggins. È un filo di lunghezza chilometrica, con una storia fatta di grandi successi e di periodi di crisi. Di nuove idee e di un ritorno all’antico splendore. Della capacità di rinnovarsi pur rimanendo fedeli alle tradizioni. Dell’approdare su nuovi mercati, cercando di mantenere intatto il proprio spirito e la propria personalità. Un filo su cui è incisa una sola parola: Lego.
Qualcosa è cambiato
Ormai da qualche anno, l’uscita di un nuovo titolo Lego sviluppato da TT Games è salutata da un commento standard, riassumibile come segue: simpatico, troppo facile e uguale ai suoi predecessori. A prescindere dalla fonte d’ispirazione, tutte le recenti produzioni dedicate ai mattoncini danesi hanno infatti riproposto il medesimo schema, con meccaniche di gioco ripetute fino allo sfinimento. A costo di sembrare duri, potremmo affermare che si trattava di una lavorazione in serie, con qualche colpo di cesello per modellare lo “stampino” base senza però mai modificarne la natura. Per questo motivo siamo stati colti un attimo di sorpresa quando siamo entrati nel Lego Movie 2. Ci attendevamo l’ennesima riproposizione di uno schema ormai consolidato, e invece ci siamo trovati fronte a qualcosa di leggermente diverso. È bene sottolinearlo, alcune dinamiche sono rimaste immutate. Ma è cambiato il contesto, con la decisione di optare per soluzioni strutturali che riprendono quanto già visto in Lego Worlds. Questo vuol dire, in estrema sintesi, due cose. La prima è l’adozione di un’ambientazione open world, con diversi pianeti da visitare. La seconda è la presenza di un sistema di gestione delle abilità comune. Non è più presente alcuna diversificazione, se non quella estetica, tra un personaggio e l’altro. Ogni azione è eseguibile a prescindere che siate un pirata, un astronauta o una ballerina. Basta attivare l’apposito potere nel menù, e il gioco è fatto.
Milioni di mattoncini
Le soluzioni di game design appena descritte, agli occhi degli sviluppatori dovevano probabilmente servire per svecchiare una formula ormai stantia. Il risultato non è però quello sperato. Lego Movie 2 mette in mostra sin dalle prime fasi alcuni evidenti limiti che rendono l’esperienza di gioco adatta soprattutto (per non dire solo) a un pubblico giovane e inesperto. Partiamo dai contenuti. Nulla da dire a livello quantitativo. Sono presenti un buon numero di mondi. Gli oggetti con cui arricchire il proprio inventario sono tanti e si dividono tra veicoli, costruzioni, armi e gadget di natura meramente estetica. Peccato che, qualunque siano le variabili messe in campo, al lato pratico cambi poco o nulla. Si ha sempre l’impressione di ripetere all’infinito lo stesso spartito, senza variazioni di rilievo. Si salta, si usano le abilità, si combatte, si raccolgono mattoncini e si sbloccano extra. Una, due, dieci volte. Solo i (pochi) scontri con i boss riescono a ravvivare in parte la situazione e a donare qualche momento emozionante. E qui entra in gioco un altro problema che affligge Lego Movie 2, ovvero la totale assenza del fattore sfida. Come da tradizione per i titoli Lego targati TT Games, il livello di difficoltà è prossimo allo zero, tanto che riuscire a morire è un’impresa al limite dell’impossibile. Considerando il target di riferimento può anche essere una decisione comprensibile, ma in questo modo trovare gli stimoli per giungere alla fine diventa un compito improbo per chi vanta una (anche minima) esperienza videoludica.
Da un pianeta all’altro
Merita una sufficienza stiracchiata il comparto tecnico. Tra gli aspetti positivi, il più rilevante è senza dubbio la caratterizzazione dei pianeti. Collegati in origine da un flebile espediente narrativo ed esplorabili liberamente una volta conclusa l’avventura, i mondi di gioco ci trasportano dallo spazio al far west, fino ad arrivare a quella che all’apparenza sembra essere una normale cittadina. La varietà non manca, mentre si poteva fare sicuramente di più in quanto a dettagli, con ampi spazi vuoti e costruzioni troppo simili tra loro. Poco incisivo invece l’audio, che accompagna il dipanarsi della trama senza alcun sussulto. In definitiva, Lego Movie 2 è un titolo ostaggio della sua stessa natura. Buono per un pubblico giovane (i miei nipotini, sei e otto anni, lo hanno trovato delizioso), manca di verve per chiunque voglia “fare sul serio”.
Produttore: TT Games
Distributore: Warner Bros. Interactive Entertainment
Lo puoi giocare su: PS4, PC, Xbox One, Nintendo Switch