Rolling Stone Italia

Lonergan ci ruba l’anima con ‘Manchester by the Sea’

Potrebbe essere la solita tragedia familiare, ma Kenneth Lonergan ne fa un racconto crudelmente reale della vita. Tra scene indimenticabili e performance da Oscar, un film che mette al tappeto
5 / 5

Non è possibile essere abbastanza preparati per la tranvata emozionale che è Manchester by the Sea, il trascendente capolavoro di Kenneth Lonergan. Dirò soltanto questo: la sceneggiatura – esemplare, ma senza mai sembrare troppo rifinita o prudente – segue le ramificazioni di una tragedia familiare, che si estende dalle persone coinvolte a un’intera comunità che di volta in volta offre e nega il suo supporto. Segnatevi il nome di Casey Affleck per l’Oscar come miglior attore, tanto è travolgente la sua performance nei panni di Lee Chandler, un inserviente di Boston che ritorna alla sua città natale di Manchester-by-the-Sea quando il fratello maggiore Joe (Kyle Chandler, superbo) muore per insufficienza cardiaca.

Negli anni precedenti, Lee è stato massacrato dalla vita, e ha cercato una via di fuga nella routine del riparare lavandini, sgorgare cessi e fare rissa nei bar con gli sconosciuti. Il suo unico contatto umano è Joe, che gestisce un’imbarcazione da pesca e cerca di crescere un figlio 16enne, Patrick (il vitale Lucas Hedges, in una prova da è-nata-una-stella), i cui unici interessi sono il sesso, l’hockey e la sua rock band. La madre alcolizzata di Patrick (Gretchen Mol) ha abbandonato la famiglia da un pezzo e adesso che Joe è morto, Lee è stato nominato tutore di Patrick, un ruolo per cui quest’uomo che odia se stesso e il mondo è eccezionalmente inadatto.

In un film normale, queste linee di trama convergerebbero tutte in modo fastidiosamente familiare. Non qui. Lonergan riempie il film con un senso della vita come è realmente vissuta e non come viene artefatta da Hollywood. Affleck è già stato eccezionale in passato, soprattutto in Gone Baby Gone e L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (per cui è stato nominato agli Oscar), ma sono queste le sue due ore migliori sullo schermo. Nei flashback con cui Lonergan ci mostra il passato di questi personaggi prima che fossero definiti da un trauma, Lee è un ragazzaccio affascinante, sensuale marito di Randi (Michelle Williams) e padre affettuoso di tre bambini. Poi succede l’impensabile e il matrimonio finisce. In un film pieno di momenti devastanti, un incontro fortuito tra Lee e Randi vi lascerà più morti che vivi. È una scena che non dimenticherete mai.

I premi arriveranno di sicuro, anche per Lonergan, che al suo terzo film – dopo Conta su di me (2000) e la sua strana ossessione Margaret (2011) – non fa una mossa falsa. Non è un caso che Manchester by the Sea sia considerato uno dei migliori film dell’anno. Si prende un pezzo della tua anima.

Iscriviti