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“Mission: Impossible – Rogue Nation”, per Tom Cruise nessuna missione è impossibile

Ormai lo sappiamo tutti: per Tom Cruise nessuna missione è impossibile, anche quella di non rendersi troppo ridicolo in diretta nazionale saltando con gli occhi da pazzo sul divano di Oprah. O no? Al cinema, l’ultimo incarico di Mr. Scientology consiste nel continuare a sbancare i botteghini di tutto il globo nei panni dello spericolatissimo agente segreto Ethan […]
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Ormai lo sappiamo tutti: per Tom Cruise nessuna missione è impossibile, anche quella di non rendersi troppo ridicolo in diretta nazionale saltando con gli occhi da pazzo sul divano di Oprah. O no? Al cinema, l’ultimo incarico di Mr. Scientology consiste nel continuare a sbancare i botteghini di tutto il globo nei panni dello spericolatissimo agente segreto Ethan Hunt. Ed ecco che, come un venditore di “coccobbello” in spiaggia, spezza la tranquillità delle desolate sale estive con Mission: Impossible – Rogue Nation, il quinto capitolo della saga cominciata ormai nel lontano 1996 (eh sì, quando i film di De Palma venivano ancora distribuiti in Italia).

La temibile organizzazione denominata Sindacato, in cui la Camusso, Bonanni e Landini sono ormai dei lontani ricordi, è braccata da Hunt e il suo team. I nostri eroi questa volta dovranno però lavorare nell’ombra visto che la CIA, dopo il disastro avvenuto al Cremlino, ha dichiarato tutti fuorilegge. Dal Marocco all’Austria, passando per Londra, l’azione è forsennata e senza limite. Gli inseguimenti tra le vie di Casablanca oppure le lotte nel backstage del teatro di Vienna valgono da sole l’intero prezzo del biglietto. Ed è difficile capacitarsi di come il regista dello scult Jack Reacher – La prova decisiva Christopher McQuarrie possa muovere così bene e a questo ritmo la macchina da presa.

Nel complesso, però, è un vero suicidio la scelta di far durare un film così ben oltre le 2 ore. Nonostante la bellissima apparizione della svedesona Rebecca Ferguson, nessuno è contento di sorbirsi così tanti dialoghi inutili e spesso ingessati. Meno male che Simon Pegg è capace anche solo con uno sguardo di spezzare la noia e far scoppiare a ridere il pubblico. Tutto sommato, non solo gli appassionati del genere apprezzeranno questo spettacolo, sicuramente incasinato, non completamente riuscito, ma decisamente spettacolare. Ma poi, oltre alla sempre più presente musica di Lalo Schifrin, c’è persino il Nessun dorma della Turandot sparata qua e là e utilizzata come tema portante. Cosa volete di più?

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