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Need for Speed Heat: corre veloce, ma non vince

Correre di giorno o di notte? Gareggiare per denaro o per ottenere rispetto? Non sapremmo che rispondere. Quasi quasi restiamo a casa a berci una birra fresca…
2.5 / 5

Autolesionista. Need For Speed Heat è autolesionista. È un gioco che cerca in tutti i modi di farsi male da solo, prendendo tutti gli elementi che dovrebbero caratterizzarlo al meglio e trasformandoli da potenziali punti di forza in debolezze. Un titolo in cui non mancano alcune idee interessanti, ma in cui non mancano anche grossi problemi di natura strutturale. È tutto da buttare? No, ma la sensazione dopo aver trascorso ore e ore a scorrazzare tra le strade di Palm City è che sarebbe necessario una bella mano di vernice per offrire un prodotto più accattivante.

Heat Of The Moment

Notizia bomba! Need For Speed Heat ha una trama. C’è un sottile filo narrativo che collega le vicende dei vari personaggi, che giustifica le loro azioni e che funge da trait d’union per una serie di competizioni “principali” a cui si affiancano corse su corse affrontabili liberamente. Seconda notizia bomba! Need For Speed Heat sarebbe sopravvissuto tranquillamente anche senza la suddetta trama. Sarebbe stato più snello in alcuni punti, e ci avrebbe risparmiato la visione di sequenze di intermezzo che spaziano dall’insulso al banale. Dialoghi prevedibili, eventi prevedibili, colpi di scena prevedibili, che abbiamo accompagnato con diversi (prevedibili) sbadigli. Abbiamo resistito stoicamente, malgrado il canto delle sirene rappresentato da una piccola icona nella parte bassa dello schermo, che ci proponeva di saltare con una semplice pressione di un tasto interi filmati. Lo abbiamo fatto per dovere professionale. E anche perché, a dirla tutta, sognavamo un guizzo. Un qualcosa in grado di farci dire “ci siamo sbagliati”. Ebbene, non ci siamo sbagliati. Ci siamo comunque accollati il fardello di una storia piatta, nella speranza che le fasi di guida fossero in grado di trasformare la noia in adrenalina. E, almeno in piccola parte, è stato così. Una volta in strada, abbiamo esplorato Palm City nella sua versione diurna e in quella notturna, cercando di scoprire le due diverse anime della città. Abbiamo preso tanto sole e tanta acqua. Ci siamo mossi tra spiagge e colline sfrecciando di fianco agli autovelox. Ci siamo esibiti in salti degni del Generale Lee per distruggere cartelloni pubblicitari. Abbiamo lasciato ampi segni dei nostri copertoni sull’asfalto con una serie infinita di sbandate. Insomma, abbiamo fatto un po’ di tutto. E abbiamo capito una cosa. È tutta una questione di soldi. E di reputazione.

– La città di Palm City, ispirata a Miami, propone una discreta varietà di scenari. Peccato che le strade siano sempre poco trafficate.

(H)eat The Rich

Need For Speed Heat adotta un doppio sistema di evoluzione, basato sulla presenza di gare diurne e notturne. Di giorno si guadagnano soldi, utilizzabili per acquistare nuove auto e pezzi di ricambio. Di notte si conquistano punti esperienza che si trasformano in livelli di reputazione, indispensabili per sbloccare le sopracitate auto e i sopracitati pezzi di ricambio. Le due fasi dipendono quindi una dall’altra, e danno origine a un circolo vizioso che porta a ripetere costantemente le medesime azioni. La necessità di mantenere un certo equilibrio tra il flusso di denaro e quello della reputazione costringe a un continuo passaggio dalla luce del sole al chiaro di luna, tra gare che si sviluppano su piste improvvisate e sfide che mettono alla prova la capacità di derapare. Uno schema che, per quanto non certo originale, potrebbe anche funzionare, se non fosse per un problema di un certo rilievo. Il lungo susseguirsi di competizioni, scandito da una (lenta ma costante) crescita, è infatti minato in diversi frangenti da alcune stranezze comportamentali della cpu. Bara? Diciamo di no. Però spesso e volentieri agisce in maniera poco comprensibile, dimostrando un’intelligenza artificiale che meriterebbe una corposa messa a punto. Il discorso non riguarda solo gli avversari in gara ma si estende anche alle forze dell’ordine, tanto aggressive nei nostri confronti quanto completamente disinteressate a chiunque altro stia correndo al nostro fianco. Una disparità di trattamento evidente e ingiustificabile, che toglie una componente necessaria a garantire il divertimento: l’equilibrio. Fossimo malevoli penseremmo a uno stratagemma mirato a far crescere artatamente il conteggio delle ore di gioco costringendo a ripetere alcune gare, ma ci piace pensare (sperare) che non sia così.

La personalizzazione della macchina è molto curata. Sono disponibili un discreto numero di modifiche meccaniche e tantissime varianti estetiche.

I Fought The Law

Palm City è una metropoli di discrete dimensioni. È un po’ troppo vuota in termini di traffico, ma propone un buon quantitativo di sfide. Alcune sono più intriganti, altre invece richiederanno la pazienza dei collezionisti più incalliti per essere portate a termine. Con l’autoradio rigorosamente spenta (diciamo che la colonna sonora non è entrata nel nostro cuore) è anche una città gradevole da ammirare, soprattutto quando le luci notturne sono accompagnate dai riflessi dovuti da un copioso temporale. È però destinata a essere dimenticata in fretta dagli appassionati dei racing game, perché non è teatro di un gioco leggendario. Anzi, a dirla tutta, presta le sue strade a un titolo che si barcamena tra (poche) luci e (tante) ombre. Per quanto Need For Speed Heat abbia dei momenti in cui tutto funziona in maniera discreta, la proposta di un’esperienza tipicamente arcade senza particolari fronzoli perde buona parte della sua spinta propulsiva già dopo pochi chilometri e, anche a causa di qualche bug di troppo, termina la sua corsa mestamente a bordo pista per lasciare spazio ai veri professionisti del genere.

Produttore: EA Games

Distributore: EA Games

Lo puoi giocare su: PC, PS4, Xbox One

In caso di arresto vengono persi i punti esperienza accumulati nella giornata, oltre a una ingente quantità di denaro.

 

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