Music Complete esce a 10 anni di distanza da Waiting for the Sirens’ Call. Che era già un album tardo. Postumo. Postumi, in qualche modo, sono tutti gli album dei New Order. Questo potrebbe essere uscito vent’anni fa nella stessa forma, anche grafica. Peter Saville, già autore della stella morente che imbustava i Joy Division, riscrive Mondrian in copertina e con lui una certa idea di futurismo disturbato dalla malinconia e dalla depressione.
In Singularity Bernard Sumner canta le anime perse “su un gigantesco pezzo di immondizia in giro nell’universo” che combattono centimetro su centimetro per uno stipendio e “un bacio sulle labbra di un amante”. Due accordi, una linea di basso (non più Peter Hook, che ha lasciato malamente il gruppo nel 2007), un riff minimale di chitarra, i sequencer, le tastiere di Gillian Gilbert e la batteria di suo marito Stephen Morris. Al solito. Per evocare una volta di più lo spazio esistenziale di una metropoli vuota, notturna, ma nonostante tutto romantica. Come se fosse sempre inverno, dice ancora la canzone.
In 30 anni succedono un sacco di cose. È morto Rob Gretton, lo storico manager del gruppo. Tom Rowlands dei Chemical Brothers è tra i produttori di questo disco. In Tutti frutti si sente una misteriosa voce italiana. In Stray Dog la voce è quella di Iggy Pop. E così risalta il commento straniato della voce di Sumner al nostro mondo e alla seducente oscenità del neocapitalismo. Un misto di Kraftwerk, discoteca, Joy Division, tastiere elettroniche a basso costo. Questo fantasma che si appiccica addosso e non se ne andrà facilmente.