In quale mondo parallelo Charlize Theron se la farebbe con Seth Rogen? Non succede, ma se succede… dà una risposta comicamente assurda e molto tenera a questa domanda. Theron interpreta Charlotte Field, il segretario di Stato americano che però punta alla Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti “cazzone” – no, non si chiama così – è interpretato da un delizioso Bob Odenkirk come se fosse una sorta di amministratore delegato che vuole scambiare il suo ruolo di leader del mondo libero per una carriera nel cinema. Field ha bisogno dell’endorsement del presidente idiota. Ma la sua consulente d’immagine (un’eccezionale Lisa Kudrow) pensa che Field non sia abbastanza divertente per entrare in empatia con gli elettori. E qui arriva Fred Flarsky (Rogen), uno scrittore con il tocco popolare di cui Charlotte ha bisogno per i suoi discorsi noiosi. In passato lei era la babysitter di Flarsky, che comprensibilmente non ha superato la sua cotta adolescenziale.
Sulla base di una sceneggiatura di Dan Sterling (The Interview) e Liz Hannah (The Post), il regista Jonathan Levine (50/50) si sforza di rendere non solo accattivante ma anche inevitabile questa strana coppia che terrorizza il team PR di Field. Naturalmente tutti i membri della squadra di Charlotte vogliono eliminare Flarsky. I responsabili – Maggie (June Diane Raphael, deliziosamente impassibile) e Tom (Ravi Patel) – pensano che Fred manderà in fumo le possibilità della scalata presidenziale. Preferirebbero di gran lunga vedere Field uscire con qualcuno di sexy ed eleggibile come lei. E costui sarebbe il primo ministro canadese alla Trudeau James Stewart (Alexander Skarsgård che si diverte un mondo con uno stravagante accento francese e una risata ridicola).
La satira politica del film è spassosa ma poco incisiva. Flarsky lavora per giornale di sinistra di Brooklyn che gli consente di pubblicare articoli come Why The Two-Party System Can Suck A Dick. È felice fino a quando la testata non viene venduta al conservatore simil-Murdoch Parker Wembley (Andy Serkis) che possiede una rete (pensate a Fox News) impegnata a promuovere la teoria secondo cui i cambiamenti climatici sono causati dai matrimoni gay. Ovviamente Fred si licenzia con l’incoraggiamento della sua migliore amica Lance (O’Shea Jackson Jr., che ruba la scena) – una dirigente di start-up, cosciente del fatto che il suo amico che frequenta la Field è come Lady Diana che se la fa con Guy Fieri. Lei lo incoraggia comunque.
Questo è il contesto in cui la modaiola ed elegantissima Charlotte viene affascinata da Flarsky, sempre vestito con una giacca a vento e un cappellino da baseball. Durante la campagna in giro per il mondo, i due si godono Parigi e una notte felice a base di MDMA che si traduce in sette minuti in paradiso per Flarsky e in un mare di guai per la campagna di Field. È davvero così grave? Questi opposti possono realmente attrarsi mentre chiaccherano sulle note dei Boyz II Men e ballano sulla colonna sonora di Pretty Woman?
Il risultato è un funfest allegramente retrò e sconcio che attraversa un campo minato di trappole sessiste senza riuscire sempre a schivarle. Questa rom-com è un tributo sia alla Theron che a Rogen. Certo, lui ha già interpretato questo tipo di zoticone prima, ma qui lo affina alla perfezione. E il premio Oscar Theron mostra un talento per la commedia che è rivelatore, ad eccezione di coloro che l’hanno vista come guest star in Arrested Development. Theron e Rogen sono una coppia bomba che trasformano una relazione impossibile – lei è la classe e la sessualità contrapposte alla rozzezza e alla sfiga di lui – in una proposta vincente.