Può capitare a tutti di prendere una sbandata per John Cage, e di solito quando ti prende, ti prende seria, tanto da affidare l’esito di un pezzo a un lancio di dadi. È il caso di Under the Bridge dal nuovo album Partners di Peter Broderick (solo piano e pochissima voce), dove alle note sono affibbiati dei numeri che vanno a comporre una sequenza random a seconda del volere dei dadi. Broderick – ispirato dal dio Cage – dice di aver voluto eliminare il più possibile il proprio sé dalla musica, eppure chi come me ci tiene molto a quel sé, e ama più Broderick che Cage, e teme allo stesso modo l’imprevedibilità del destino quanto la meccanicità della vita nutrendo la convinzione che il bello di essere umani sia proprio l’illusione di poter superare le due cose, preferisce i pezzi dove Broderick non sembra così alienato dalla sua musica, e dove il senso di spossessamento assomiglia più a una forma di dedizione, come in Conspiraling e Sometimes, la cover di Brigid Mae Power, a cui è dedicato l’album.
Peter Broderick – Partners
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4 / 5