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‘Spider-Man: Far From Home’, meno male che Tom Holland c’è

Jake Gyllenhaal porta ironia e carisma al ruolo di Mysterio, ma non è Iron Man. E chi potrebbe sostituire Robert Downey Jr.?
3.5 / 5

Non c’è una fine in vista per Spider-Man. Perché Spidey vola più in alto che mai nell’interpretazione dal ragazzino prodigio inglese Tom Holland, che gli ha donato una carica di entusiasmo adolescenziale e una bella dose di sofferenza per amore. Questo non significa che, dopo Homecoming, il secondo capitolo della nuova trilogia dell’Uomo Ragno eviti di cadere nella trappola della stupidità e dell’eccesso di computer graphic. (Spoiler: lo fa, eccome.) Eppure, la leggerezza del film è un sollievo dopo la dimensione tragica di Avengers: Endgame, dove i supereroi che non sono stati uccisi finiscono per perdere cinque anni nel continuum spazio-temporale di Thanos. Far From Home ha a che fare con gli eventi che hanno sconvolto il Marvel Cinematic Universe, ma non pensate nemmeno per un attimo che vi voglia rovinare il divertimento. “Divertente” è l’aggettivo di default di una saga che deve dimostrare di essere all’altezza di Spider-Man: Un nuovo universo, il film d’animazione che ha lasciato la versione live-action con un palmo di naso.

Ritroviamo Peter Parker (Holland) desideroso di lasciarsi i doveri da supereroe alle spalle per andare in gita in Europa con la scuola, dove può essere di nuovo un adolescente normale e forse dire a MJ (Zendaya, intelligente e ammaliante come sempre) cosa prova per lei. Ma, ancora una volta, il dovere chiama. La zia di Peter (Marisa Tomei) gli ha messo in valigia il costume, si sa mai. E, sì, il temibile sorvegliante dei Vendicatori Nick Fury (Samuel L. Jackson) è incazzato nero perché Peter sta battendo la fiacca. Ci sono criminali in libertà che vanno catturati.

Durante la vacanza – è bello vedere la storia superare in confini del Queens – Spider-Man deve vedersela con gli Elementali, mostri che prendono la forma di terra, acqua, fuoco e aria. E una volta che i canali di Venezia esondano nel caos più totale, Peter deve ricominciare da capo senza destare sospetti nei compagni di classe. Il suo migliore amico, Ned (lo strepitoso Jacob Batalon), conosce il segreto di Peter. Fortunatamente il bullo Flash (Tony Revolori) – il più grande fan di Spidey – pensa che Peter sia un cazzone. E Brad (Remy Hii) è entusiasta di vedere Peter lontano in modo da poter fare la sua mossa con MJ. Come se potesse funzionare… È esilarante vedere la squadra di Fury intenta a creare una nuova tuta tutta nera per Peter, che finisce con il diventare un alter ego di Spidey, subito soprannominato “Night Monkey” da Ned (e dai media).

Ma senza Tony Stark (Robert Downey Jr., il suo defunto mentore, a Peter manca una guida. Stark ha lasciato al suo protetto un paio di occhiali da sole high-tech e una potentissima versione Marvel di Siri, ma il ragazzino non riesce ad usarli senza rischiare di uccidere qualcuno. La ricerca di un figura più vecchia e saggia che lo consigli porta Spidey all’incontro con Quentin Beck (Jake Gyllenhaal), un (autoproclamato) visitatore di un universo alternativo che si trasforma in Mysterio, un mago con un costume da supereroe e una boccia per i pesciolini rossi sopra la testa. Il nuovo arrivato fa il mazzo agi Elementali a Venezia, Praga, Berlino e Londra. È semplicemente quello di cui Peter ha bisogno, il surrogato di un padre. Ma lo è per davvero? Gyllenhaal porta ironia e carisma al ruolo, ma non è Iron Man. Chi potrebbe sostituirlo?

Jake Gyllenhaal è Mysterio

Il film fa affidamento sugli effetti speciali pur sapendo benissimo che sono i ragazzi il suo asso nella manica. Vai a capire… Il regista Jon Watts e gli sceneggiatori Chris McKenna ed Erik Sommers cercano di mantenere le cose in movimento. Ma invece di usare l’azione per definire i personaggi, utilizzano trucchetti in CGI che stancano quasi subito. Una scelta strana per un film che ha lo scopo di aiutarci a entrare nella Fase 4 della Marvel, nella quale molti dei nostri Vendicatori preferiti non esistono più. È Holland che ci tiene incollati. A 23 anni, è la scelta ideale per interpretare un adolescente che ha perso cinque anni di maturità. La sua innocenza, i suoi occhioni spalancati sono genuini e contagiosi. In Spider-Man: Far From Home non esiste nessuna illusione digitale capace di regalare la stessa freschezza e lo stesso entusiasmo che Tom Holland ha portato al Marvel Cinematic Universe.

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