“Il colore della mia voce non è il blu”, dice Blixa Bargeld all’inizio di questo lungo e tortuoso monologo che comincia in inglese, prosegue in tedesco e termina in italiano appoggiandosi sulle profonde onde sonore create dal nostro Teho Teardo. È Nerissimo infatti, nel senso dell’assoluto che comprende tutti gli altri colori diventando il simbolo di infinite possibilità. Dopo Still Smiling del 2013, la poetica crepuscolare di Blixa Bargeld si incontra con la raffinatezza del compositore di Pordenone per raccontare una storia ambientata a Berlino, luogo di incontro “nerissimo” tra culture e sperimentazioni europee. Da una parte l’iconoclasta cavaliere nero del rumore approdato alla ricerca sonora e al teatro, dall’altra un ex musicista industrial e noise-rock diventato professionista delle colonne sonore (premiato con un David per quella de Il Divo di Sorrentino). È proprio questo il senso, quanto mai attuale, di Nerissimo: fare arte è incontrarsi e comunicare. Fino a quando, come sussurra alla fine Blixa, in italiano: “Arriveremo dall’altra parte, dove non c’è più buio”.
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