Questo è un periodo d’oro per le esperienze videoludiche di stampo cinematografico. In poco più di una settimana abbiamo avuto il bellissimo e per certi versi terrificante Erica, seguito a ruota dall’adrenalinico e “matrixiano” Control. Ora è giunto il momento di Man of Medan, nuovo gioco horror degli sviluppatori di Until Dawn e primo capitolo di una serie che andrà a formare un’antologia… da paura. Stavolta i protagonisti sono dei giovani avventurieri che mirano alla scoperta della vita: una nave da guerra che contiene un misterioso tesoro. Come vuole il proverbio, non è tutto oro ciò che luccica ma in questo caso c’è anche qualcosa in più. Qualcosa di terrificante che viene dal passato e che attende con impazienza le prossime vittime nelle profondità di una stiva umida e maleodorante. La sopravvivenza dei protagonisti dipende dalle vostre scelte, ma fate attenzione perché spesso ciò che sembra ovvio non lo è affatto.
Un tranquillo weekend di paura
Nei film horror c’è sempre un prologo che mette in guardia lo spettatore: ciò in cui vi state addentrando non è una passeggiata nel parco ma una corsa verso morte quasi certa. Anche Man of Medan vi avverte di questo e lo fa con un flashback giocabile ambientato nel passato, su una nave da guerra. Due poveri cristi che in libera uscita hanno alzato un po’ troppo il gomito si ritrovano agli arresti mentre tutto intorno a loro va a “signorine di facili costumi”. L’incubo si manifesta quando tra urla e raffiche di mitra i due riescono a liberarsi per finire dalla proverbiale padella nella brace: l’intera nave è in preda al panico e i loro compagni cadono come mosche. Qualcosa di terribile si è scatenato. Silenzio. Dissolvenza in nero. Si torna al presente, un gruppo di cinque ragazzi parte per una breve vacanza su una barca capitanata da una tipa tanto affascinante quanto tosta. Gli stereotipi si sprecano: c’è il tizio bello e fisicato che ha una storia con la più carina del gruppo, il fratello timido e impacciato, il biondino tutto sesso e birra e via dicendo. Da molti punti di vista Supermassive ha giocato sul sicuro, attingendo a piene mani dal mondo della celluloide e mantenendo quasi intatta la struttura che avevamo apprezzato in Until Dawn. Da quel gioco però ha tratto qualche insegnamento, in primis quello di svelare con maggiore lentezza gli sviluppi della storia.
Wrong turn
Il risultato è un’avventura profondamente diversa in termini di ambientazione (ma diciamocelo chiaro, la villona isolata in montagna era perfetta mentre la nave fantasma sa un po’ di muffa… in tutti i sensi) ma più equilibrata e avvincente nel suo svolgimento. Ancora una volta tutto dipenderà dalle scelte che farete fin dall’inizio. Anche la decisione apparentemente più insignificante può fare la differenza e fino all’ultimo secondo non avrete la minima idea del vero ruolo di ogni personaggio o di quanto la sua presenza si protrarrà sullo schermo. Abbiamo portato a termine tre avventure distinte della durata approssimativa di 5/6 ore l’una, ogni volta ci siamo sorpresi nello scoprire porzioni completamente nuove della storia e dell’ambientazione principale. Il consiglio che possiamo darvi è di fare una prima “corsa” seguendo l’istinto, senza pensare troppo a quale protagonista vi stia simpatico e vorreste vedere vivo alla fine. Una volta conclusa la storia ripartite da zero mirando a fare esattamente l’opposto e vedrete che le cose cambieranno radicalmente. Tanto per dirne una, la prima volta siamo riusciti a portare oltre il primo capitolo solo metà dei personaggi mentre la seconda sono tutti sopravvissuti ma hanno seguito percorsi sensibilmente diversi. Per scoprire in toto l’intero quadro di Man of Medan avrete bisogno di una terza storia, dovrete invece arrivare a quattro se mirate a sbloccare tutti i trofei del gioco. Ne vale la pena? Secondo noi sì, anche se gli appunti da fare non mancano.
Urla nel silenzio
Il protrarre troppo un’esperienza di stampo cinematografico come questa permette sì di delinearne al meglio i contorni, al tempo stesso però rischia di metterne in evidenza i difetti. Nel caso di Man of Medan questi consistono in alcuni “strappi” narrativi, incongruenze più o meno evidenti che non potrete non notare quando avrete già memorizzato parte della storia. Potrebbe essere un evento che nell’avventura precedente si era verificato in un altro luogo o un salto narrativo un po’ troppo ardito. Tali incongruenze sono difficili da evitare quando i creatori dell’opera vogliono concedere al giocatore un margine decisionale troppo ampio, diventano praticamente sistematiche se l’opera in questione fa addirittura parte di una “antologia a divenire” i cui sviluppi sono tutt’ora oscuri sia a noi che agli stessi ragazzi di Supermassive Games. Nonostante ciò Man of Medan funziona e una volta tanto non mette neanche in crisi il nostro portafogli visto che il prezzo di lancio è di 30 Euro. Forse non fa paura nel senso più puro del termine ma preparatevi comunque a qualche bel salto sulla sedia. Se poi avete degli amici da coinvolgere, chiamateli e fategli portare i pop-corn. Oltre a poter essere giocato in singolo e in coop online, Man of Medan mette in tavola anche una divertente e originale modalità Serata al Cinema, nella quale fino a quattro giocatori potranno partecipare a turno passandosi il controller. Remerete tutti verso la salvezza o cadrete come mosche prima dell’epilogo?
Produttore: Supermassive Games
Distributore: Bandai Namco Entertainment
Lo puoi giocare su: PS4, Xbox One, PC