The Legend of Tarzan | Rolling Stone Italia
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The Legend of Tarzan

Il re della giungla torna in azione con questa versione aggiornata del classico di Edgar Rice Burroughs

https://youtu.be/ORyZbS3SCC4Potete pensare quello che volete di questa versione di Tarzan – e le reazioni, infatti, sono polarizzate – ma non si può non ammettere che Alexander Skarsgård abbia dato tutto: cuore, anima, e un corpo da paura. Penzola nella giungla da una liana all’altra coperto solo da un perizoma, ok, ma la sua mente è occupata da pensieri più importanti che far colpo su Jane (una spigliata e sexy Margot Robbie). The Legend of Tarzan esplode letteralmente di idee: animali contro umani, esplorazione contro sfruttamento, primitivo contro civilizzato. È un carico tematico impegnativo da gestire, per un singolo film. Soprattutto questo, che infatti quasi crolla sotto il suo peso. Ma è difficile incolpare il regista David Yates, che ha realizzato gli ultimi quattro Harry Potter, per avere avuto l'ambizione.La sceneggiatura di Adam Cozad e Craig Brewer è un continuo accumulo di elementi. Quando lo incontriamo la prima volta, Tarzan non è Tarzan – è John Clayton III, quinto conte di Greystoke, vero gentiluomo british di fine ottocento dalle unghie perfettamente curate. I flashback ci raccontano il suo passato da orfano, allevato dalle scimmie in Africa. Yates decide di farci vedere subito il campione di buone maniere, che da dieci anni ha abbandonato la vita da Re della giugla per farsi una vita con la moglie Jane. Ma il dovere chiama. Un emissario del re del Belgio, Leon Rom (Christoph Waltz, minaccioso fino al midollo), convince Greystoke a tornare in Congo con l’inganno di una missione umanitaria. Jane lo accompagna, e si aggiunge alla compagnia un ex soldato americano, George Washington Williams (Samuel L. Jackson) che sente subito puzza di bruciato – sotto forma di mercanti di schiavi, ladri di diamanti, e un piano di vendetta contro Tarzan.Troppa roba? Avete detto bene, specialmente quando l’intera faccenda degenera in una corsa per ritrovare Jane. Un discorso è dare un tocco contemporaneo al materiale che Edgar Rice Burroughs si è inventato un secolo fa, ma Jackson qui è in puro stile Pulp Fiction. E Jane è la perfetta donna americana moderna, scatenata al punto da far pentire Rom di averla fatta prigioniera, nel suo piano per mettere le grinfie su Tarzan.Questo personaggio è apparso in oltre 200 tra film e telefilm, dalle avventure di Johnny Weismuller degli anni ’30 del secolo scorso al film animato della Disney; il parente più prossimo dell'ultima incarnazione potrebbe essere Greystoke, la versione 1984 con Christopher Lambert. In ogni modo, Skarsgård è molto bravo a mostrare il conflitto di un uomo diviso tra due mondi. Avete problemi con una recitazione anacronistica? Vi dà fastidio che gli animali siano tutti digitali? Avete la sensazione di avere visto e sentito già tutto? Ma almeno questo è un film decente. D’estate, amici miei, è già molto.

Il re della giungla torna in azione con questa versione aggiornata del classico di Edgar Rice Burroughs

The Legend of Tarzan – Trailer ufficiale italiano

Potete pensare quello che volete di questa versione di Tarzan – e le reazioni, infatti, sono polarizzate – ma non si può non ammettere che Alexander Skarsgård abbia dato tutto: cuore, anima, e un corpo da paura. Penzola nella giungla da una liana all’altra coperto solo da un perizoma, ok, ma la sua mente è occupata da pensieri più importanti che far colpo su Jane (una spigliata e sexy Margot Robbie). The Legend of Tarzan esplode letteralmente di idee: animali contro umani, esplorazione contro sfruttamento, primitivo contro civilizzato. È un carico tematico impegnativo da gestire, per un singolo film. Soprattutto questo, che infatti quasi crolla sotto il suo peso. Ma è difficile incolpare il regista David Yates, che ha realizzato gli ultimi quattro Harry Potter, per avere avuto l’ambizione.

La sceneggiatura di Adam Cozad e Craig Brewer è un continuo accumulo di elementi. Quando lo incontriamo la prima volta, Tarzan non è Tarzan – è John Clayton III, quinto conte di Greystoke, vero gentiluomo british di fine ottocento dalle unghie perfettamente curate. I flashback ci raccontano il suo passato da orfano, allevato dalle scimmie in Africa. Yates decide di farci vedere subito il campione di buone maniere, che da dieci anni ha abbandonato la vita da Re della giugla per farsi una vita con la moglie Jane. Ma il dovere chiama. Un emissario del re del Belgio, Leon Rom (Christoph Waltz, minaccioso fino al midollo), convince Greystoke a tornare in Congo con l’inganno di una missione umanitaria. Jane lo accompagna, e si aggiunge alla compagnia un ex soldato americano, George Washington Williams (Samuel L. Jackson) che sente subito puzza di bruciato – sotto forma di mercanti di schiavi, ladri di diamanti, e un piano di vendetta contro Tarzan.

Troppa roba? Avete detto bene, specialmente quando l’intera faccenda degenera in una corsa per ritrovare Jane. Un discorso è dare un tocco contemporaneo al materiale che Edgar Rice Burroughs si è inventato un secolo fa, ma Jackson qui è in puro stile Pulp Fiction. E Jane è la perfetta donna americana moderna, scatenata al punto da far pentire Rom di averla fatta prigioniera, nel suo piano per mettere le grinfie su Tarzan.

Questo personaggio è apparso in oltre 200 tra film e telefilm, dalle avventure di Johnny Weismuller degli anni ’30 del secolo scorso al film animato della Disney; il parente più prossimo dell’ultima incarnazione potrebbe essere Greystoke, la versione 1984 con Christopher Lambert. In ogni modo, Skarsgård è molto bravo a mostrare il conflitto di un uomo diviso tra due mondi. Avete problemi con una recitazione anacronistica? Vi dà fastidio che gli animali siano tutti digitali? Avete la sensazione di avere visto e sentito già tutto? Ma almeno questo è un film decente. D’estate, amici miei, è già molto.

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