The Outer Worlds: non dimenticatelo sullo scaffale | Rolling Stone Italia
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The Outer Worlds: non dimenticatelo sullo scaffale

Tra un nuovo, eclatante, Call of Duty, e un controverso Death Stranding, ci siamo presi del tempo per giocare fino in fondo il titolo di Obsidian, scoprendo che, probabilmente, il gioco dell'anno è quello che meno ti aspetti

The Outer Worlds è l’RPG che i fan di Fallout: New Vegas aspettavano da tempo… e giocandolo capirete perché.

Sono in molti a considerare Bethesda e BioWare le due contendenti principali al titolo di miglior “developer” di giochi di ruolo di stampo occidentale. Basti citare Baldur’s Gate, Mass Effect, Dragon Age, The Elder Scrolls e Fallout per dare piena ragione a chi crede in questa diatriba. Esiste però un terzo sviluppatore che ha alle spalle una lunga tradizione e che pur lavorando all’ombra di questi due colossi ha sempre fornito prove eccellenti. Spesso ha addirittura raccolto pesanti eredità proprio dalle due compagnie appena citate, riuscendo ad eguagliarne e spesso superarne il livello qualitativo, come nel caso di Star Wars: Knights of the Old Republic II e Fallout: New Vegas. Questo terzo sviluppatore si chiama Obsidian Entertainment e se questa è la prima volta che lo sentite nominare forse è il caso che facciate un ripasso di storia dell’arte.

Dalle ceneri

Obsidian Entertainment nacque verso la metà del 2003 come un’araba fenice, risorgendo dalle ceneri del team Black Isle Studios, divisione della ben più celebre Interplay Entertainment di sua maestà Brian Fargo. Con antenati del genere alle spalle nelle vene del “team di ossidiana” non poteva che scorrere puro DNA da RPG. Fin dall’inizio la compagnia con sede a Santa Ana, California, si dedicò a questo amatissimo genere sfornando una vasta gamma di titoli che attingevano a piene mani da universi amati e consolidati come quelli di Star Wars o Dungeons & Dragons. Nel corso dei suoi 16 anni di attività (and counting…) Obsidian però non ha mai disdegnato contaminazioni di vario tipo, che specialmente negli anni hanno dato vita a titoli di ottima levatura e alterne fortune come lo sfortunato Alpha Protocol o l’irriverente tie-in South Park: Il Bastone della Verità.

Il sistema di fazioni è migliorabile e soffre di qualche problema di bilanciamento. Niente che non possa essere patchato però.

Pokerissimo d’assi

In cabina di regia di Obsidian si sono avvicendati nel tempo cinque veterani dell’industria, che in un modo o nell’altro hanno influenzato il mondo degli RPG negli ultimi 20 anni. Tra questi spiccavano le forti personalità del folletto Feargus Urquhart, dello stregone Chris Parker, ma soprattutto del cavaliere crociato Chris Avellone… che ha però abbandonato la compagnia da qualche anno per lavorare come freelance. L’abbandono di Obsidian ha permesso ad Avellone di mettere lo zampino come director, produttore o anche semplice consulente in una miriade di progetti. Troverete il suo nome nei crediti dell’ottimo reboot di Prey, ma anche in Torment: Tides of Numenera (InXile Entertainment), Divinity: Original Sin II (Larian Studios) e presto nei titoli di coda del promettente Dying Light 2. In questo momento non sta lavorando a meno di 4 progetti contemporaneamente, ma siamo convinti che il suo cervello sta già pensando a ciò che verrà in futuro. Nel frattempo Obsidian ha vissuto dei momenti piuttosto critici, arrivando nel 2012 a pochi passi dal fallimento, che è stato però fortunatamente scongiurato grazie al crowdfunding e al successivo intervento di Microsoft. Dalla fine dello scorso anno infatti, Obsidian Entertainment è entrata a far parte della grande famiglia Xbox Game Studios. L’acquisizione che ha lasciato molti a bocca aperta, ma che alcuni hanno accolto con timore. Diventare sviluppatore esclusivo di un publisher così importante significa avere fondi pressoché illimitati, ma anche limitazioni. Il futuro multipiattaforma della compagnia sembrava in pericolo, ma a sorpresa il loro ultimo progetto presentato ai The Game Awards del 2018 venne annunciato per PC e Xbox One, ma anche per PlayStation 4 e Switch. Si chiama The Outer Worlds e ha debuttato nei negozi pochi giorni fa.

Il colpo d’occhio generale a livello grafico è notevole, ma se ci si sofferma a guardare alcuni dettagli The Outer Worlds non è impeccabile.

Mondi fantastici

In molti hanno bollato The Outer Worlds come erede spirituale di quel New Vegas considerato (a ragione) uno dei migliori capitoli della serie Fallout. Nonostante il setting sia completamente diverso, sci-fi vs futuro post-atomico, i due giochi condividono una filosofia di base simile e alcuni elementi di gameplay di The Outer Worlds sono specchi futuristici di quelli apprezzati in New Vegas. È, senza mezzi termini, un gioco per gli amanti degli RPG occidentali della vecchia scuola. Fatta eccezione per il particolare stile (sceno)grafico qui troverete tutti gli elementi che negli ultimi 20 anni hanno caratterizzato e reso famoso il genere: visuale in soggettiva, trama articolata e profonda, un enorme cast di personaggi splendidamente caratterizzati e dialoghi… moltissimi dialoghi a scelta multipla che plasmeranno non solo la vostra avventura ma anche il vostro personaggio e quelli a lui strettamente collegati. A rendere ancora più personale e varia l’esperienza di gioco troviamo un mondo vasto e densamente popolato, diverse fazioni in lotta tra loro e un sistema di reputazione che vi permetterà di scegliere liberamente chi saranno i vostri alleati e chi i nemici. Ogni scelta che farete avrà conseguenze più o meno visibili ma non aspettatevi il classico open-world. The Outer Worlds ha una struttura particolare, è diviso in aree non particolarmente grandi nelle quali potrete muovervi liberamente senza però essere costretti a lunghe traversate o viaggi istantanei per raggiungere l’altro capo della mappa. In un’opera sci-fi non possono mancare ovviamente i viaggi stellari, che sono presenti nel gioco anche se non in dosi particolarmente massicce. La vostra astronave sarà più che altro una base, un rifugio in cui potrete tornare in qualsiasi momento tra una missione e l’altra e nella quale potrete anche reclutare un paio di compagni da portare con voi. Come da tradizione Obsidian, ognuno dei personaggi “secondari” è caratterizzato ottimamente, in questo forse solo la serie Mass Effect può dirsi superiore. La trama soffre qualche calo di tensione ma lungo le oltre 25 ore necessarie per arrivare alla fine il livello della narrazione si è sempre mantenuto su standard piuttosto elevati. Parlando di longevità, The Outer Worlds è un’esperienza che può variare notevolmente in base al vostro stile di gioco. In teoria è possibile arrivare alla fine senza uccidere nessuno, cosa molto difficile che farà schizzare verso l’alto il monte-ore, ma una delle cose più belle del gioco è proprio questa: poter plasmare a piacimento l’esperienza sia in termini di durata che di intensità.

Per insaporire ulteriormente il tutto Obsidian ha inserito anche alcuni elementi survival che potrete attivare giocando in modalità Hardcore e affrontando un’avventura tutta nuova. Questo vi darà anche la possibilità di modificare le vostre scelte precedenti e magari sbloccare eventi che non avevate visto in precedenza.

Oltre a poter personalizzare il vostro personaggio nell’editor, The Outer Worlds vi permetterà di plasmarlo in base alle scelte che farete.

La Colonia di Alcione

L’ambientazione in cui vi muoverete ricorda gli scenari della seconda trilogia di Star Wars, quella che aveva inizio con il vituperato capitolo La Minaccia Fantasma. Si ritorna in parte alle atmosfere che Obsidian aveva già toccato con l’ottimo Knights of the Old Republic II, ma con uno spirito diverso e per certi versi quasi scanzonato. L’ironia è uno degli elementi portanti di questa nuova avventura, che non raggiunge mai livelli eccessivi di pesantezza narrativa proprio per dare sempre al giocatore la voglia di proseguire. Il risultato è un titolo divertente, che fila via liscio ma che sotto la scorza “leggera” nasconde una profondità invidiabile sia in termini di varietà dell’esperienza visiva che di possibili sfaccettature della personalizzazione ludica.

Il consiglio che vogliamo darvi in chiusura è di non snobbare The Outer Worlds in favore di uno dei tanti titoloni usciti in queste settimane. Sappiamo che in mezzo ai vari Death Stranding, Luigi’s Mansion 3 e via dicendo il titolo Obsidian sembra quello più sacrificabile ma possiamo assicurarvi che questo interessantissimo ibrido FPS/Action/RPG potrebbe sorprendervi e farvi riscoprire tutto il meglio che (forse) avete amato nei precedenti giochi Obsidian.

Produttore: Private Division

Distributore: Obsidian Entertainment

Lo puoi giocare su: PC, PS4, Xbox One , Nintendo Switch

I patiti di statistiche e rami di abilità troveranno sicuramente pane per i propri denti in questa nuova uscita Obsidian.