Chiunque abbia giocato The Witcher 3: Wild Hunt, in una qualsiasi delle sue forme, non può non aver fatto almeno una partita a carte al Gwent, un vero e proprio gioco nel gioco capace di espandere con ore di divertimento aggiuntivo un’offerta già di per sé notevole. Il successo stratosferico del terzo episodio della serie di CD Projekt Red ha fatto poi il resto, donando al Gwent una seconda vita, anzi due, fuori dai confini delle avventure di Geralt. La prima è con una versione stand-alone del gioco chiamata Gwent: The Witcher Card Game, scaricabile gratuitamente su PC e giocabile solo in multiplayer. La seconda è con questo Thronebreaker: The Witcher Tales, in origine pensato per essere la componente single player del gioco di carte ma poi evolutosi a sua volta fino a diventare un’opera a sé stante. La storia del gioco ci racconta delle peripezie della regina Meve, sovrana di Rivia e Lyria, intenta a difendere le sue terre dall’invasione dell’impero di Nilfgaard. Ora anche su Nintendo Switch.
Aquistatelo se…
1) Amate il Gwent
Se il Gwent vi aveva già convinto in The Witcher 3, non potrete non impazzire per Thronebreaker, dove lo ritroverete in tutta la sua immediatezza ma con molta più sostanza. Se c’è una cosa infatti che contraddistingue il gioco di carte collezionabili di CDPR da i classici del genere è proprio la sua semplicità di approccio: basta davvero poco per prendere dimestichezza con le regole di base e cominciare a giocare, ma non mancano nemmeno le sfide per chi ha voglia di mettersi alla prova.
2) Cercate un’esperienza più completa
Farsi una partita al Gwent in The Witcher 3 non è esattamente una cosa cotta e mangiata. Bisogna cercare uno sfidante adatto in giro per il mondo e assemblare il mazzo richiede parecchio tempo per vincere o reperire le carte giuste. Thronebreaker invece, oltre a rimpolpare alcune delle regole del gioco (come ad esempio quelle sugli attacchi immediati e sul potere speciale di Meve) adotta un approccio molto più interessante, conducendoci dall’inizio alla fine in un vero e proprio percorso di scoperta del Gwent e delle sue carte.
3) Volete imparare divertendovi
Uno dei “problemi” dei giochi di carte collezionabili, soprattutto per chi ha poco tempo a disposizione, è la barriera d’accesso iniziale. Anche quando si usano mazzi preconfezionati, capire le sinergie tra le carte, i punti deboli degli avversari, il bilanciamento giusto per far sì che il deck “giri” e così via, richiede un impegno e una quantità di tentativi (e di sconfitte) notevole per provare l’efficacia delle proprie combinazioni. Certo, in molti vi diranno che il bello è tutto lì, ma buttarsi subito nella mischia online sperando di capire cosa funziona e cosa no non è un approccio che va bene per tutti. Thronebraker invece, attraverso una serie di interessanti spunti narrativi, trova sempre il pretesto giusto per farci sperimentare l’uso di carte diverse e schemi di gioco originali. I rompicapi, per esempio, sono delle partite abbreviate con set di carte predefiniti pensati per superare una sfida apparentemente impossibile sfruttando le abilità attive o passive di determinate unità. Ci saranno casi in cui andranno sacrificate tutte le proprie carte per potenziare l’unica in grado di colpire un boss, o altri in cui bisognerà far vincere un round al nemico per spingerlo a consumare la sua mano migliore. Superando questi puzzle non si ha solo la soddisfazione immediata di aver risolto l’enigma, ma anche la gratificazione di aver imparato a leggere un po’ di più il potenziale del gioco.
4) Vi manca il mondo di the Witcher
È difficile dire se Thronebreaker sia più un gioco sul Gwent o sul mondo di The Witcher. Anche se tutte le battaglie e alcuni snodi della trama vengono risolti con una partita a carte, l’avventura è portata avanti di pari passo attraverso lunghi dialoghi e intermezzi narrativi che ci restituiscono personaggi forti e complessi. A volte bisognerà prendere decisioni difficili o impopolari, e alcune di queste avranno delle conseguenze sull’evolversi della storia, proprio come accadeva in The Witcher. Se vi sentite orfani dei giochi oppure dei libri della serie, Thronebreaker è il modo ideale per tornare a immergervi nel mondo creato dalla mente di Andrzej Sapkowski.
5) Avete appena finito di vedere la serie di Netflix
Ormai l’avrete letto ovunque, ma lo show creato da Netflix ricalca fedelmente la storia dei romanzi originali, contrariamente ai giochi che invece prendono solo spunto per proseguire poi sulle proprie gambe in una direzione diversa. Anche nel caso di Thronebreaker si tratta di una storia originale, che si colloca cronologicamente a metà strada tra gli eventi narrati dalla serie TV e quelli successivi dei giochi. Questo significa che troverete diversi riferimenti alle vicende che avete visto sul piccolo schermo.
Evitatelo se…
1) Il Gwent per voi è troppo semplice
Il gioco di carte di The Witcher non ha né la complessità né i muscoli (leggi: la quantità di carte) che possono vantare un qualsiasi Magic: The Gathering, Hearthstone o Yu-Gi-Oh. Si tratta piuttosto di un’alternativa per chi cerca qualcosa dal sapore diverso, che ha dalla sua il vantaggio di un approccio più immediato e la rapidità con cui si svolgono le partite. I veterani dei GCC potrebbero però annoiarsi presto di fronte un’offerta senza dubbio più esigua.
2) Siete già dei campioni online
Come abbiamo detto, dietro il pretesto dell’avventura di Meve si cela in realtà un lunghissimo tutorial del Gwent di quasi 30 ore. Se il gioco di carte di CDPR per voi non ha segreti, potreste quindi trovare poco interessanti le sfide di Thronebreaker e il fatto che la personalizzazione del mazzo rimanga un aspetto quasi del tutto secondario. L’intelligenza artificiale degli sfidanti, poi, non è chiaramente paragonabile a quella di un vero avversario in multiplayer.
3) Non è un gioco di ruolo
Se vi siete avvicinati a Thronebreaker perché cercavate una versione ridotta di The Witcher rimarrete delusi: lo stile di gioco non c’entra nulla con la serie principale (fatta eccezione per il Gwent, ovviamente) e anche da un punto di vista visivo la differenza è netta. Per lo spin-off è stata scelta una visuale isometrica dall’alto che inquadra un mondo molto simile a una mappa medievale disegnata a mano. Il risultato è piacevole da vedere, ma scordatevi qualsiasi pretesa di realismo.
4) L’esplorazione può essere noiosa
Il mondo di Thronebreaker è grazioso e anche abbastanza vasto dal momento che si articola in diversi scenari. Tuttavia, l’esplorazione è davvero limitata dal momento che si tratta solo di raggiungere le solite icone dei punti di interesse sulla mappa. Da questi si possono raccogliere risorse (oro, legno, reclute e frammenti di carte) che servono a forgiare nuove carte oppure a migliorare le abilità di Meve e del suo accampamento. Alcuni indicatori sono anche lì per segnalare i rompicapi o i piccoli eventi secondari della storia, ma nessuno di questi è nascosto in modo da renderne interessante la ricerca.
5) Avete già la versione PC
Contrariamente a quanto vi abbiamo consigliato nel caso di The Witcher 3, la versione Nintendo Switch di Thronebreaker è sicuramente la migliore disponibile. Il perché è presto detto: la natura portatile della console si sposa alla perfezione con la struttura rapida e agevole del Gwent, alla quale fa il paio una storia dai ritmi molto distesi, che non richiede di stare incollati allo schermo senza tirare mai il fiato. Avete una mezz’ora e vi va di proseguire un pezzetto nella storia? Accendete la console e sarete già in gioco, pronti per iniziare una partita o magari riprendere quella che avevate dovuto interrompere per cause di forza maggiore.
Perché allora questo punto compare tra i “contro”? Perché purtroppo in questa nuova edizione non c’è nessun contenuto aggiuntivo rispetto all’originale, e in assenza di multiplayer non vediamo davvero il motivo per cui acquistare due volte lo stesso identico prodotto.
Produttore: CD Projekt Red
Distributore: CD Projekt Red
Lo puoi giocare su: Nintendo Switch, PS4, Xbox One, PC