Flying Lotus - You are dead! | Rolling Stone Italia
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You Are Dead!

Flying Lotus è uno bravo, bravissimo, il più bravo di tutti. Uno per cui dovremmo fare una standing ovation ogni giorno. Per la musica che produce, per quello che rappresenta, per il suo essere talentuosissimo ai limiti del fastidio e per essere riuscito a fare convivere insieme due mondi che all’apparenza sembravano lontanissimi: la black […]

Flying Lotus è uno bravo, bravissimo, il più bravo di tutti. Uno per cui dovremmo fare una standing ovation ogni giorno. Per la musica che produce, per quello che rappresenta, per il suo essere talentuosissimo ai limiti del fastidio e per essere riuscito a fare convivere insieme due mondi che all’apparenza sembravano lontanissimi: la black music, intesa nel senso più ampio ed exploitation del termine, e l’elettronica di scuola Warp anni '90.Aphex Twin e Coltrane, il jazz coi glitch e la psichedelia con l’hip hop. You Are Dead! schiera in fila i featuring poderosi di Kendrick Lamar (ottima la sua strofa in Never Catch Me), Snopp Dogg, Herbie Hancock, Angel Deradoorian dei Dirty Projectors, i suoi storici collaboratori Thundercat e Niki Randa, e pure lo stesso Flying Lotus in versione rapper.La scia è quella tracciata dall’album precedente: tanta classe, che spesso porta a strafare e a lambire territori pericolosi (gli assoli di basso dal chiaro sapore fusion). Si fosse contenuto un po’, sarebbe stato il disco dell’anno. Così è solo un disco molto bello, ma anche molto tronfio.

Flying Lotus è uno bravo, bravissimo, il più bravo di tutti. Uno per cui dovremmo fare una standing ovation ogni giorno. Per la musica che produce, per quello che rappresenta, per il suo essere talentuosissimo ai limiti del fastidio e per essere riuscito a fare convivere insieme due mondi che all’apparenza sembravano lontanissimi: la black music, intesa nel senso più ampio ed exploitation del termine, e l’elettronica di scuola Warp anni ’90.

Aphex Twin e Coltrane, il jazz coi glitch e la psichedelia con l’hip hop. You Are Dead! schiera in fila i featuring poderosi di Kendrick Lamar (ottima la sua strofa in Never Catch Me), Snopp Dogg, Herbie Hancock, Angel Deradoorian dei Dirty Projectors, i suoi storici collaboratori Thundercat e Niki Randa, e pure lo stesso Flying Lotus in versione rapper.

La scia è quella tracciata dall’album precedente: tanta classe, che spesso porta a strafare e a lambire territori pericolosi (gli assoli di basso dal chiaro sapore fusion). Si fosse contenuto un po’, sarebbe stato il disco dell’anno. Così è solo un disco molto bello, ma anche molto tronfio.

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