Continua il caos per le strade delle banlieue parigine dove, per la quinta notte consecutiva, centinaia di persone protestano per il presunto stupro avvenuto lo scorso giovedì per mano di un agente di polizia ai danni di un ragazzo ventiduenne di nome Théo, aggredito dalle forze dell’ordine nella zona di Aulnay-sous-Bois durante un’operazione antidroga.
Come raccontato al suo avvocato, Théo uscendo di casa insieme agli amici si era imbattuto nel raid della Polizia che, a causa delle proteste mosse dal gruppo di ragazzi, li avrebbe costretti a mettersi a faccia al muro. Tuttavia, nonostante Théo sostenga di non aver opposto resistenza, uno degli agenti avrebbe iniziato a picchiarlo per poi costringerlo ad abbassarsi i pantaloni, infine sodomizzandolo con un manganello. «Ero girato di tre quarti e ho visto quello che stava facendo dietro di me», si sente nella registrazione diffusa dalla televisione BFMTV in cui il ventiduenne parla con l’avvocato; «Mi sono piegato sulla pancia, non avevo più la forza – aggiunge Théo – sentivo come se il mio corpo mi avesse abbandonato».
Il ragazzo ha anche raccontato di come le percosse siano continuate anche dopo che gli agenti lo avevano caricato sulla volante, con tanto di insulti razzisti e gas lacrimogeno spruzzatogli in faccia. Una volta arrivato al commissariato, un agente, accortosi delle condizioni di Théo, avrebbe avvertito i soccorsi da cui il ricovero in ospedale dove il giovane è stato operato d’urgenza per un’emorragia nel tratto finale dell’intestino. Attualmente Théo si trova ancora in ospedale, con una prognosi di sessanta giorni, così come riferito ai giornalisti dalla sorella di Théo.
Dopo la denuncia, arrivata domenica, i quattro agenti coinvolti sono stati sospesi: per uno di loro l’accusa è di stupro, per gli altri tre di violenza aggravata. In un’intervista rilasciata ai quotidiani francesi, il difensore del poliziotto accusato di stupro ha riferito che le ferite non sono state inflitte intenzionalmente e che la violenza subita dal ragazzo sarebbe del tutto accidentale, tesi questa difesa anche dall’ispezione generale della polizia nazionale (IGPN), l’organo di controllo che si occupa di far luce nelle controversie in cui rimangono implicati agenti di Polizia.
«Una mossa destinata a fare male per obbligare il ragazzo a cedere, un colpo che causa una ferita terribile, ma non c’è volontà di stupro né di umiliazione», recita il risultato dell’indagine preliminare svolta dall’IGPN, anche se il giudice preposto al caso è ancora lontano da chiudere il fascicolo e assolvere l’agente implicato.
Da lunedì centinaia di persone sono scese per manifestare, tra cartelloni con su scritto “Justice pour Théo” e slogan che puntavano il dito contro “la Polizia che stupra”, tra automobili date alle fiamme e scontri con le forze dell’ordine che hanno provocato decine di arresti, tanto da ricordare la guerriglia che nel 2005 si riversò sulla periferia di Parigi, causando quattro morti e la proclamazione dello stato di emergenza, dopo che due ragazzi morirono fulminati in una centrale elettrica dove si erano nascosti per sfuggire a un controllo.
Negli scorsi giorni il presidente Francois Hollande ha fatto visita al ragazzo, ribadendo la ferma volontà di far luce su quanto accaduto e punire con la giusta condanna qualora le accuse mosse all’agente si rivelino fondate. Da parte sua Théo ha rivolto un appello ai manifestanti: «So quello che sta accadendo. Amo la mia città e quando tornerò vorrei ritrovarla come l’ho lasciata. Quindi, ragazzi, stop alla guerra. Pregate per me».
This black man says a French cop raped him. But Théo has a message of peace and hope that he wants to share. #JusticePourTheo pic.twitter.com/MM44EoWExh
— AJ+ (@ajplus) 8 febbraio 2017