Il re dei narcos Joaquin Guzman Loera, conosciuto come “El Chapo“, è stato condannato all’ergastolo da una tribunale di New York per dieci capi di imputazione.
Oltre al carcere a vita, El Chapo è stato condannato a un’ulteriore pena di 30 anni. Al boss, inoltre, è stato ordinato dalla Corte federale di restituire 12,6 miliardi di dollari: cifra stimata equivalente ai guadagni ricavati del traffico di droga negli Stati Uniti gestiti dal suo cartello prima dell’arresto in Messico cui seguì il processo negli Stati Uniti.
Guzman, infatti, venne estradato a causa delle due fughe dalle carceri messicane. Lo scorso febbraio era stato condannato colpevole di dieci capi d’accusa tra cui associazione a delinquere nell’ambito della criminalità organizzata, traffico di droga, riciclaggio di denaro per essere il mandante di molti omicidi, in quanto per 25 anni è stato il boss del cartello di Sinaloa, una delle più sanguinarie tra le organizzazioni criminali messicane.
Durante la sentenza, El Chapo ha parlato delle condizioni della sua detenzione, accusando la corte di non aver mai garantito un processo equo: «Il mio caso non era chiaro e mi avete negato un processo equo proprio di fronte al mondo intero, che stava guardando», ha detto Guzman. «Quando sono stato estradato negli Stati Uniti, mi aspettavo di avere un processo giusto ma è successo esattamente l’opposto», ha aggiunto l’ex narcotrafficante, prima di ringraziare la famiglia per essergli stata accanto.