«Se Rolling non ci dà la copertina sono delle teste di cazzo!», esclama il frontman dei Thegiornalisti, Tommaso Paradiso, rivolgendosi a Fabri Fibra durante l’intervista esclusiva che troverete sul nuovo numero, da oggi in edicola. E come potevamo, noi della redazione, non accontentare due pesi massimi come loro? Due artisti che, seppur agli antipodi, stanno conquistando a macchia d’olio il pubblico italiano a suon di dischi d’oro?
La cover story di maggio è quindi dedicata al “rapper più odiato d’Italia“, e al suo incontro con un amico prima che collega e collaboratore, dove si annulla il confine tra intervistato e intervistatore: una chiacchierata che si trasforma in una seduta di analisi, dove Fibra scava a fondo e non si tira indietro su alcun argomento, dallo stato di salute del rap in Italia fino alle canzoni d’amore, dai consigli con le donne fino al rapporto televisione, perché si sa, fra amici non ci sono barriere. Ed è così che per noi Tommaso e Fabri si raccontano di tutto, senza vergogna di confidarsi – “Non ho mai conosciuto mio padre”, rivela uno, “Io ci avrò parlato un quarto d’ora in tutta la mia vita”, risponde l’altro – nemmeno davanti alle proprie paure. «La mia più grossa paura è continuare a vivere con la dipendenza della marijuana», racconta il rapper di Senigallia. «Ho un casino, vorrei essere libero adesso. Non ce la faccio più, mi sono rotto i coglioni. E per questo, in realtà, vorrei che si legalizzasse. Però, porca puttana, sono tormentato, sono così un 40enne tormentato. Soffro di insonnia da morire, se non fumo non dormo, non mangio, non cago, non scrivo, non ascolto la musica. Questa è la mia grossa paura, vivere con questo problema. Basta».
E se l’incontro tra Fibra e Paradiso sulle pagine di Rolling suona come una liberazione, così è per il cantante dei Kasabian, Tom Meighan, che racconta di come la musica sia stata una luce dopo il periodo più nero della sua vita, e di come l’amico Serge Pizzorno e il nuovo album For Crying Out Loud siano stati la via per esorcizzare il dolore. Lo stesso vale per Nick Cave, che durante la nostra intervista si è aperto sulla morte del figlio, su una tragedia combattuta a viso aperto, armato delle sue canzoni, sconfitta con un nuovo album e un film: «Hanno avuto conseguenze spaventose – ci ha raccontato Cave – mi hanno aiutato ad andare avanti. È una cosa che non mi aspettavo dalla mia arte».
Una liberazione sono le parole di Barack Obama, che da ex Presidente svuota il sacco e ci racconta della sua America e di quella che sarà, tra Donald Trump e chi non si arrende al nuovo corso, come Roger Waters che, Pink Floyd a parte, è pronto a tornare con un nuovo album, più incazzato e politicizzato che mai: «Anche Donald è un essere umano – ci ha raccontato Waters – È solo malato, pazzo e folle, ma è un essere umano… vedo una resistenza che diventa sempre più forte». La stessa resistenza di cui abbiamo parlato con Jann S. Wenner, il fondatore di Rolling Stone, con cui abbiamo analizzato il movimento anti Trump dei nostri giorni, senza dimenticarci di come, proprio nella stagione in cui l’America sembra aver dimenticato il suo passato, siano passati esattamente 50 anni da quella Summer Of Love che oggi rivive nella protesta guidata da Bruce Spingsteen, Madonna, Beyoncé e Lady Gaga.
E poi ancora, i grandi ritorni: la musica, con Linkin Park e Notorious B.I.G., o il cinema, con la leggenda Ridley Scott e Michael Fassbender che ci hanno confidato tutti i segreti del nuovo capitolo di Alien, per un viaggio interstellare in cui non ci si scorda il pianeta Terra: «In Alien abbiamo paura a entrare in contatto con un’altra specie vivente, nell’era di Trump abbiamo paura delle altre culture». Potevamo, poi, non fare due chiacchiere con un altro regista cult, ovvero quel David Lynch che 25 anni dopo le parole di Laura Palmer torna con il suo capolavoro Twin Peaks? Certo che no, ed ecco perché nel nuovo numero di Rolling Stone non ci facciamo mancare nulla, con le interviste esclusive a due miti viventi del cinema, al fianco delle nuove dive Valeria Bilello e Gal Gadot, protagonista del remake ‘femminista’ di Wonder Woman.
Tantissimo cinema, tanta attualità e un’infinità di musica: tutto quello che ci appassiona, che ci emoziona e con cui, spesso, riusciamo a liberarci, a sfogarci, a dire quello che non riusciremo altrimenti. Il nuovo numero di Rolling Stone è una liberazione, dalla confessione di Fabri Fibra fino a noi, a cui piace perderci nelle storie e nelle note che vi raccontiamo, ogni mese, con la passione di sempre, quella che descrive il nostro direttore Gianluca Beltrame, quella di «un’astronave un po’ pirata, che vola veloce, scarta, vira, e in un attimo ti trovi nell’iperspazio. Sempre con i motori al massimo».